II deputato presenta il suo movimento e parla di turismo in Sicilia, ponte e "mance elettorali all'Ars". "Con il leader di ScN mantengo un ottimo rapporto"
di Marco Olivieri
MESSINA – Ismaele La Vardera, ex Iena, deputato regionale. Lei ha lasciato Sud chiama Nord di Cateno De Luca e adesso ha fondato un movimento, Controcorrente, che ha presentato sabato a Messina e in provincia (nella foto in evidenza a Librizzi). Vi collocate nel centrosinistra? Quali sono gli obiettivi generali?
“Noi siamo battitori liberi. E crediamo che il governo del centrodestra abbia portato la sanità siciliana allo sbando completamente. Ma non per questo possiamo fermarci all’idea che il centrodestra costituisca il problema della Sicilia perché anche con Crocetta questa terra non ha avuto un risveglio culturale. Dobbiamo essere onesti intellettualmente. Non è un problema di destra o di sinistra ma di persone. E le persone all’interno del centrodestra sono i dinosauri della politica. Non possiamo pensare che questa terra possa essere ancora appannaggio dei vari Lombardo, Miccichè e Lagalla, che fondano nuovi movimenti. Hanno chiamato Grande Sicilia il loro movimento ma loro sono quei personaggi che hanno reso piccola la Sicilia. Al contrario, Controcorrente ha un’idea chiara: non potrà mai fare strada con chi ha votato l’autonomia differenziata. Ma, di certo, non siamo la quarta gamba né del Pd, né dei Cinquestelle. Siamo per una Sicilia che ha bisogno di una liberazione a tutti gli effetti. Se avessi voluto, avrei potuto accasarmi in un grande partito”.
Le proposte le avrà avute…
“Sì, potevo starmene nel mio collegio di Palermo e cercarmi i voti lì. Ma non avrei risposto a un’esigenza regionale di un movimento fuori dai partiti e che possa fare la differenza”.

Quali sono i contenuti su cui punta?
“Prima di tutto le infrastrutture. Controcorrente dice cose chiare. Le necessità dei siciliani sono sotto gli occhi di tutti. Non possiamo pensare che la priorità, in questa fase, per la Sicilia, possa essere il famigerato ponte sullo Stretto di Messina. Non possiamo pensare che, fatto il ponte, cambierà il mondo. Noi non siamo a priori contro ma non pensiamo che sia una priorità. E non pensiamo che la grande opera vada fatta con i fondi Fsc per lo sviluppo e la coesione. Schifani ha scritto a Salvini – Non ti preoccupare, ti do un milardo e mezzo e anche quello che ti serve – sottraendo fondi che potevano servire per l’istruzione nelle scuole e per strade alternative. Se lei va a Caltagirone, a Caltanissetta o a Trapani, e domanda a un siciliano qual è la prima necessità nel campo delle infrastrutture, le risponderà che il ponte non è una priorità”.
Quali sono le priorità per la Sicilia?
“Le strade e le autostrade. La Palermo-Catania è una mulattiera, come se servisse a trasportare gli asini. Parliamo della principale arteria della Sicilia, di cui Schifani è commissario straordinario. Lui ha super poteri ma i risultati risultano assolutamente scadenti. La Catania-Messina… Non sono autostrade. Sono cantieri a cielo aperto. Dovremmo invece utilizzare le risorse economiche per rifare una strategia operativa di treni che possano andare da Catania a Trapani in un’ora e mezza. Non in otto ore. E poi ci occuperemo delle altre necessità”.
Un tema sempre caldo è quello dell’occupazione. Qual è la vocazione della Sicilia e di Messina?
“La vera vocazione di questa terra è il turismo. Se noi vogliamo fare rinascere la Sicilia, bisogna destagionalizzare. Non possiamo pensare che possa vivere di turismo quattro mesi l’anno. Abbiamo la fortuna di avere il sole per otto mesi. La strategia va cambiata. La politica, negli ultimi vent’anni, ha puntato sul Polo petrolchimico a Siracusa e ha pensato che il futuro fossero i posti di lavoro nelle raffinerie. Questa è una mentalità sbagliata. I posti di lavoro non verranno mai dalle raffinerie. Bensì, dal settore turistico. L’idea dell’investimento industriale sembrava fornire risposte nell’immediato ma ha portato, in quei territori, alla desertificazione. A Siracusa i tumori stanno distruggendo la popolazione e quei famosi posti di lavoro oggi vengono messi in discussione. Controcorrente propone altre strade. Abbiamo la fortuna di avere l’autonomia siciliana e allora applichiamo il tanto decantato statuto. Secondo alcuni articoli, i soldi della fiscalità dovrebbero rimanere in Sicilia. E il traino deve essere turistico”.
La Vardera, lei ha affrontato il tema dell’uso discrezionale dei fondi pubblici, a disposizione del deputato di turno, all’Ars. Da qui un contrasto duro con il suo collega Auteri. Cambierà questo sistema delle cosiddette mance elettorali?
“Io sono stato l’unico, o uno dei pochi deputati, nell’ultima Finanziaria regionale, a sollevare il problema e a non prendere il milione di euro destinato ai singoli deputati. Sono stato l’unico, tra i 70 deputati, a sostenere che, se il sistema è quello di dare soldi all’associazione della madre (“Fondi erogati prima che diventassi deputato”, ha ribattuto il parlamentare Auteri, n.d.r.), io da questo momento non li prenderò più. Anch’io, nelle precedenti Finanziarie, davo indicazioni di merito e di strategia. Ad esempio, 200mila euro alla Missione di speranza e carità di Biagio Conte o i pullman per disabili. Ho fatto cose di questo tipo. E mai ho fatto finanziare sagre, feste, matrimoni e lassatini, come diciamo a Palermo. Però se il sistema della dazione di denaro è questo, e nel maxiemendamento si possono nascondere pure soldi per associazioni che fanno riferimento ai deputati, bisogna reagire. Ho denunciato questo sistema e sono stato minacciato di morte da un collega all’interno del Parlamento. L’ho denunciato e sono imminenti dei risvolti sotto questo punto di vista. Il mio è un percorso in salita. Se volevo garantirmi un seggio, rimanevo dov’ero. A Palermo non avevo rivali. Ma è un problema di coerenza e di credibilità rispetto alle cose che si dicono”.
Sud chiama Nord e Cateno De Luca sono ormai il passato per lei. Sempre convinto di avere fatto la scelta giusta?
“Quando sono andato via da questo movimento, a differenza degli altri deputati che hanno sbattuto la porta, buttando fango sul posto in cui sono stati eletti, io non ho avuto questa posizione. Ho semplicemente detto: un percorso è iniziato in una maniera e quella era la banda Bassotti. Evidentemente, poi, questo percorso è cambiato e io ho preferito mantenere quello precedente. De Luca è liberissimo di continuare ad aprire un dialogo con Schifani. E io sono liberissimo di pensare che quel percorso non è quello dell’inizio del progetto. Sono stato fondatore e presidente di Sud chiama Nord. Quel movimento l’ho sentito un po’ mio. E ho sempre ringraziato Cateno per la fiducia che mi ha dato in quel periodo. Abbiamo avuto un ottimo rapporto, anche umano, e abbiamo tuttora un ottimo rapporto dal punto di vista umano. Non abbiamo litigato. Lui ha fatto i suoi percorsi, legittimi, per carità, e io mi sono defilato per una differente scelta politica, alternativa a Schifani”.
Quando ci saranno le elezioni regionali, Controcorrente dovrà fare una scelta di campo. Sarà dunque quella del centrosinistra?
“Assolutamente sì. Ma non perché, lo ribadisco, noi abbiamo necessariamente idee di centrosinistra. Alcune idee di destra – sulle infrastrutture, l’impresa e la flat tax – sono anche nel nostro programma. E non possiamo relegarci nell’alveo della sinistra in modo semplicistico. Però a fare la differenza sono i nomi. Noi non possiamo stare al fianco di Schifani, Lombardo e Miccichè. Dove sono questi, noi stiamo dall’altra parte. Se l’altra parte significherà il centrosinistra, noi staremo lì”-
E, nel centrodestra, invece, dovrebbero esserci De Luca e Sud chiama Nord. Sarete dunque su fronti opposti…
“Se De Luca sceglierà il centrodestra, sì. Ma ancora non è chiaro il percorso. Per carità, può essere pure che Cateno De Luca si risvegli e dica mi candido a presidente della Regione contro tutti. Io glielo auguro. E, chissà, potremmo dialogare di nuovo. Nel frattempo, io sto facendo il mio percorso. Non sono disponibile a fare la quarta gamba né della destra, né della sinistra. Se si dovesse votare domani, Controcorrente è una forza politica in grado di eleggere i propri deputati, senza bisogno di fare per forza grandi accordi. Forse esagero ma mi assumo la responsabilità di quello che dico”.

Bababababa,ma va,bububububu, ma va…… Falla comu voi, sempre cucuzza è.
Lui controcorrente,io sottovento.