L'Archivio di Stato di Messina e i suoi documenti rischiano di scomparire

L’Archivio di Stato di Messina e i suoi documenti rischiano di scomparire

Simone Milioti

L’Archivio di Stato di Messina e i suoi documenti rischiano di scomparire

venerdì 08 Agosto 2025 - 12:00

Storici, ricercatori, dipendenti e cittadinanza si mobilitano per scongiurare l'amaro esito. Si pensa ad una nuova sede ma anche a non cedere i preziosi documenti

MESSINA – All’appello lanciato per salvare l’Archivio di Stato di Messina hanno risposto associazioni, storici, ricercatori, dipendenti e amici dello stesso. L’ente statale, al momento collocato in via La Farina, dovrà cambiare sede in virtù del fatto che l’affittuario destinerà ad altro utilizzo i suoi locali. Questa possibilità gli è stata data dal contratto sottoscritto col ministero stesso che non ha tenuto conto dei disagi e soprattutto tempi che l’Archivio vivrà per trovare dei luoghi adatti in cui trasferirsi in così breve tempo. Per questo motivo il timore è che i documenti possano essere smistati a Palermo o Catania facendo scomparire di fatto la sede peloritana.

A lanciare l’allarme e riunire quante più persone possibili a sostegno dell’Archivio di Stato di Messina è stato l’ex direttore Alfio Seminara, colui che si occupò di un primo trasloco da via XXIV Maggio a via La Farina ormai più di quindici anni fa. “L’appoggio dei cittadini è stato indiscusso – spiega Seminara – appena saputo che la documentazione rischiava di andare via da Messina c’è stata una risposta corale, da storici, ricercatori e persone comuni. In passato è già successo di perdere documenti, ferite mai sanate, finiti a Palermo e che non torneranno più”.

“Possibile nuova sede il Don Bosco”

La possibile soluzione un nuovo locale in città: “La direzione locale sta trattando con la curia per il Don Bosco (in viale San Martino, ndr) ma è una struttura obsoleta e vanno rifatti gli impianti e soprattutto bisogna fare un impianto antincendio per custodire i documenti. In attesa però vanno inscatolati i documenti per conservarli in attesa che la struttura diventi efficiente e idonea ad ospitarli. Nel frattempo va considerato che non si potranno fare ricerche e quindi i documenti non saranno accessibili agli studiosi e agli storici”.

I governi hanno diminuito i canoni di affitto

Sulla questione tecnica che ha portato a questa situazione spiega: “Non è colpa dei colleghi ma del legislatore, due governi Monti e Conte diminuirono i canoni di affitto. I proprietari alla prima decurtazione la assorbirono, la seconda non fu digerita. La continuità del contratto, da parte del ministero, era vincolata dal fatto che i proprietari accettassero o meno la diminuzione, in caso di non accettazione il contratto decadeva. Qui sta il problema perché prima bisognava pensare, prima di farlo decadere, a trovare un nuovo locale idoneo o una soluzione”.

archivio di stato

3 commenti

  1. Cittadino sconvolto 8 Agosto 2025 12:22

    …. una soluzione potrebbero essere containers stipati negli innumerevoli parcheggi inutili…creati da qualche anno…. almeno si utilizzerebbero queste aree inutili….

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  2. I documenti sono vecchi anche di secoli, spesso fragili, e necessitano di aree appositamente attrezzate, con umidità e temperature costanti, per non andare in briciole.

    Va trovata una sede adeguata al più presto. Non possiamo permettere che quel poco che resta della nostra memoria cittadina, dopo terremoto e bombardamenti, venga definitivamente perduto per l’incuria degli uomini!

    Cosa dicono il sindaco? La giunta comunale? La giunta della città metropolitana?

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  3. La biblioteca universitaria all’Arcivescovado rischia pure lo sfratto (chissà che ci vogliono fare, bed & breakfast?), l’Archivio di Stato al Don Bosco (o perché no al San Luigi, all’Ignatianum, a Sant’Orsola, alla Beata Eustochia, nel palazzo INPS di via Romagnosi, tanti edifici grandi e di pregio pressoché vuoti o abbandonati) può anche starci, anzi non sarebbe male, bisogna solo cacciare i quattrini, i preti non sono missionari…

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