Milazzo: “remuntada” per arrivare in finale

Mare? No, grazie. Tifosi e ultras milazzesi declinano gentilmente l’invito offerto dal bel tempo e decidono di assistere in massa alla partita che può valere una stagione. Milazzo e Avellino si affronteranno, domani alle 16, davanti ad un “Grotta Polifemo” strapieno. La sconfitta per 2-0 ad Avellino non ha smorzato l’entusiasmo per la squadra rossoblù. E naturalmente ha dato un grosso impulso alla tifoseria avellinese. Gli ospiti avevano chiesto di poter giocare al San Filippo. La Lega, per fortuna, ha risposto picche.

Tornando al campo Vullo e Venuto cambieranno qualcosa rispetto ai ventidue scesi in campo domenica scorsa. Il tecnico irpino potrà disporre del ritorno di Ricci in difesa e dovrebbe proporre dal primo minuto Scandurra, autore del secondo gol a pochi secondi dall’ingresso in campo. Quasi una rivoluzione, invece, in casa Milazzo. Venuto lascerà fuori molto probabilmente Maccarrone e Benci, autori di una prova non trascendentale in terra campana. Al loro posto dentro Di Fatta e uno tra Cucinotta e N’Ze. Per il posto da terzino dentro l’ex Primavera messinese se il ghanese non recupererà dal fastidio al ginocchio. Cambio anche davanti, dove Ricciardo sembra essere preferito a Fiore. Altri due i dubbi: il primo riguarda l’utilizzo di Proietti, entrato a gara in corso all’andata e autore di una buona prestazione, che cercherà di insidiare Quintoni e D’Amico per una maglia da titolare. Il secondo, invece, è il modulo da utilizzare: 4-2-3-1 o 4-4-2?

Milazzo più spregiudicato, dunque, per provare a ribaltare il risultato dell’andata. In campionato finì proprio 2-0, con la doppietta di un ispiratissimo Lasagna, che andò a segno due volte in due minuti, tra il sedicesimo e il diciottesimo. In fatto di rimonte il Milazzo può vantarne anche una. Stagione 2008/2009, Coppa Italia Eccellenza. Ad Enna i mamertini perdono due a zero. Al ritorno, però, non ce n’è per nessuno. 3-0 secco (nonostante l’espulsione di Orioles), e Milazzo avanti. Certo, altre annate, altri discorsi. Ma nel DNA rossoblù c’è sempre la voglia di non mollare mai.