L’eredità di Elvira Natoli: la passione per la cultura, lo studio e l’insegnamento

L’eredità di Elvira Natoli: la passione per la cultura, lo studio e l’insegnamento

Pierluigi Siclari

L’eredità di Elvira Natoli: la passione per la cultura, lo studio e l’insegnamento

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domenica 08 Dicembre 2019 - 07:50

È stato presentato ieri, presso il Rettorato dell’Università, il libro Dalla Tarda Maniera al Rococò in Sicilia – Scritti in onore di Elvira Natoli, a cura di Elena Ascenti e Gioacchino Barbera.
Il testo raccoglie trentasei contributi che colleghi, ex allievi e amici hanno voluto dedicare ad Elvira Natoli, docente di storia dell’arte moderna all’Università di Messina per tanti decenni, venuta a mancare nell’agosto 2017.

Un orgoglio per l’Università

A portare i saluti istituzionali il prorettore vicario Giovanni Moschella. “Sono particolarmente felice di essere qui per due motivi. Il primo, personale, è l’amicizia tra la mia famiglia e Elvira Natoli. Il secondo è lo spessore scientifico e culturale di questo testo. Il libro ha il merito di raccogliere scritti che approfondiscono un tema omogeneo, cioè la pittura siciliana e messinese tra il Cinquecento e il tardo Settecento. Elvira Natoli è stata una studiosa a tutto tondo, che univa il rigore scientifico e la creatività. Di lei, l’Università di Messina è sempre stata molto orgogliosa”.

Una stagione di maestri e docenti

Anche Giuseppe Giordano, direttore del dipartimento di civiltà antiche e moderne, ha espresso il piacere di partecipare a un momento di ricordo e omaggio verso la professoressa Natoli. “Era doveroso che il DICAM fosse qui, in quanto erede della storia della facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Messina. Facoltà verso la quale Elvira Natoli sentiva un forte legame di appartenenza. Vorrei inoltre ricordare la signorilità e il garbo della donna Elvira Natoli. La fotografia scelta dai curatori del libro va oltre la persona. Direi che è l’immagine di una stagione di maestri e docenti”.

Il direttore del Museo Regionale di Messina Orazio Micali ha sottolineato la linearità del percorso di studi di Elvira Natoli. “Mi vorrei inoltre soffermare sul rapporto di scambio diretto tra tutti gli attori del mondo dei beni culturali che hanno condiviso l’esperienza di Elvira Natoli. Oggi, purtroppo, ci sono invece molte difficoltà di comunicazione in questo settore”. Da ultimo, Micali si è soffermato su un’altra criticità del mondo dei beni culturali, e cioè la crisi occupazionale dei suoi professionisti.

Fulvia Toscano, direttore artistico di Naxoslegge e moderatrice dell’incontro, ha ricordato la stagione universitaria durante la quale si è formata. “Lo definisco il tempo delle battaglie, delle lotte, delle responsabilità e della consapevolezza. L’Università mostrava un modo di far cultura, seppur non urlato, ma caratterizzato da rigido impegno. In seguito, molti docenti formatisi durante quella stagione hanno potuto portare questo metodo nelle scuole”.

Una figura importante non solo per l’ateneo messinese

Il professore Giovanni Cupaiuolo dell’Università di Messina ha voluto approfondire la figura della professoressa Natoli. “Elvira si è formata in un ambito molto più ampio di quello siciliano, frequentando anche gli atenei di Venezia, Vicenza e Bologna. Inoltre, da assistente ha lavorato con maestri non solo siciliani. Per questo, quando si è concentrata sull’arte siciliana, ha potuto farlo da una prospettiva appunto più ampia. Come docente di critica d’arte ha sempre avuto una piena disponibilità al dialogo con colleghi di altre discipline”.

“Elvira Natoli è stata una figura importante non solo dell’Università di Messina” ha ribadito il professore Francesco Paolo Campione. “Io stesso, da palermitano, mi sono formato sui suoi testi. Dai saggi che compongono il volume vengono fuori la tenacità della professoressa Natoli, e la sua capacità di spaziare anche tra argomenti solo apparentemente distanti tra loro”.

Dalla Tarda Maniera al Rococò in Sicilia – Scritti in onore di Elvira Natoli non è, come ha evidenziato Fulvia Toscano, un testo solo per esperti del sottore. “Per affrontare il volume non bisogna essere storici dell’arte. È sufficiente una sana curiositas per goderne a pieno”.

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