Lettera di un’ex studentessa del Seguenza: “Io figlia di contadini, con quintali di dignità”

Lettera di un’ex studentessa del Seguenza: “Io figlia di contadini, con quintali di dignità”

Redazione

Lettera di un’ex studentessa del Seguenza: “Io figlia di contadini, con quintali di dignità”

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giovedì 12 Dicembre 2019 - 19:19

Una lettrice di Tempostretto commenta con durezza le parole della dirigente scolastica ed elogia il comportamenti degli studenti

Gentile signora preside, ho frequentato il Liceo scientifico Seguenza, qualche decina d’anni fa. Per essere più precisa, ho frequentato la sezione staccata di Spadafora del Liceo Scientifico Seguenza.

Nella mia classe e in tutto il liceo eravamo per lo più figli di artigiani, contadini, operai della vicina Pirelli o degli stabilimenti dei laterizi.

I nostri genitori avevano le mani rovinate dal lavoro e assaporavano l’orgoglio di spezzarsi la schiena per la gioia di avere un figlio liceale. Molti di noi ci siamo laureati e oggi occupiamo con dignità e onore il nostro posto nella società. Noi abbiamo studiato, certo, abbiamo faticato. Ma i nostri genitori “contadini”, per giunta di provincia, molto di più.

Se le dovesse capitare di incontrarne qualcuno, ammesso che non le riuscisse troppo fastidioso parlare con loro, dovrebbe chiedergli qual è stato il giorno più felice della loro vita.

Quasi certamente le risponderebbero “Quando mio figlio si è laureato, dopo i sacrifici fatti per mantenerlo prima al liceo e poi all’università” . I loro occhi brillerebbero di commozione e orgoglio e le loro mani rovinate dal lavoro tremerebbero di emozione. Un po’ come oggi tremano le mie. Di indignazione e rabbia.

Una rabbia così forte che fatico a trattenerla. Avrei voglia di dirle che forse farebbe bene a trascorrere qualche giorno in campagna, a raccogliere pomodori a quaranta gradi o a zappare col gelo. Forse, se lo facesse, capirebbe con quanta delicatezza bisognerebbe pronunciare la parola “contadino”, con quanto rispetto, chinando il capo e magari togliendosi il cappello.

Ma non glielo dico. Lavorare la terra, sporcarsi le mani, essere artigiani o semplici operai, non è roba per tutti. Ci vogliono quintali di dignità, un prodotto che non è in vendita negli sparluccicanti negozi del centro che certamente lei è abituata a frequentare.

Non glielo dico affatto. Piuttosto le dico “grazie”. Si, grazie. Perché la reazione meravigliosa dei suoi studenti mi fa sperare in un mondo migliore, mi fa credere che loro salveranno il mondo.

Saranno forse scomposti, magari irrequieti, certamente social dipendenti, ma sono dei capolavori d’uomini, dei quali dovrebbe andare orgogliosa.

Figli di contadini? Montanari? Forse. Certamente Uomini. Con la maiuscola.

Una liceale figlia di contadini

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14 commenti

  1. La preside dovrebbe dimettersi e prima chiedere pubblicamente scusa sia per la frase sui contadini sia per gli studenti delle altre scuole

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  2. Che meraviglia ! Mi ha commossa !!
    Condivido ogni parola !
    ❤️

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  3. Grande stima per le sue parole delicate ma incisive. Con affetto, Antonio (figlio di un pescatore).

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  4. Alessandro Gambino 12 Dicembre 2019 23:06

    Ancora un DS di cui non di può essere fieri. Viva gli alunni del Seguenza di ieri e di oggi!

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  5. A quanto mi risulta, non è l’unica preside o insegnante che utilizza questo genere di espressioni disgustose. Non so se è un caso ma dalla mia esperienza l’ho sentite sempre per bocca di soggetti femminili. L’uso smoderato del potere attribuito dall’incarico, credo abbia fatto “vestire”, a questi soggetti, i panni di: Giudice, Psicologo, Imprenditore, Medico generico – pediatra – dermatologo – virologo, Consulente familiare, Nutrizionista.

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  6. La preside si è espressa in maniera infelice ma, come dice giustamente questa ex studentessa, gli studenti del Seguenza -che a sentire la preside non sono certo figli di contadini- si sono indignati per un’esemplificazione deleteria e classista che qualifica chi l’ha fatta.

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  7. BRAVISSIMA EX STUDENTESSA….

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  8. COMPLIMENTI ALLA EX STUDENTESSA FIGLIA DELLA TERRA………….dI INSEGNAMENTO PER TANTA GENTE INUTILE E PARASSITA DI QUESTA ITALIA AL DEGRADO ED LLA CORRUZIONE TOTALE.

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  9. La Dirigente Leonardi dovrebbe vergonarsi per avere prima pensato e poi proferito parole simili. Il compito del Dirigente è quello di rendere un servizio alla collettività e non può fornire l’occasione per pronunciare sproloqui da un presunto pulpito di “potere”.
    Cordialmente.
    Figlio orgoglioso di gente comune.

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  10. Le parole del Dirigente del Seguenza sono di pessimo gusto, e rivelano l’adesione intellettuale della persona in questione a beceri luoghi comuni (che ritenevo, forse ingenuamente, pressochè superati per la stragrande maggioranza di noi).
    Ed è proprio l’argomentare per luoghi comuni (sia quelli più leggeri – “gli svizzeri sono precisi” – che quelli più offensivi) che è l’aspetto più grave di questa vicenda: una persona (il cui lauto stipendio, tra l’altro, grava sulle tasche dei contribuenti) che per sostenere un provvedimento mette sul tavolo argomentazioni sterili, offensive e ad elevato rischio di infondatezza (non sta scritto da nessuna parte che un contadino o un impiegato o un libero professionista possa permettersi o no il pagamento di un contributo).
    Dal mio punto di vista, la colpa più grave del Dirigente non risiede nelle espressioni di pessimo gusto che ha pronunciato, ma nel suo approccio al problema di come difendere la richiesta del contributo: ha utilizzato un approccio totalmente inadeguato basato su luoghi comuni e su una aneddotica da quattro soldi e tre neuroni. E questo potrà succedere ancora, alla Dirigente in questione.

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  11. A questo punto le dimissioni sono un obbligo morale.

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  12. Quasi certamente le risponderebbero “Quando mio figlio si è laureato, dopo i sacrifici fatti per mantenerlo prima al liceo e poi all’università” . I loro occhi brillerebbero di commozione e orgoglio e le loro mani rovinate dal lavoro tremerebbero di emozione…

    E qui mi è venuto da piangere, perchè io le lacrime di mio padre il giorno della mia laurea, mio padre operaio e contadino, me le ricordo. Grazie.

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  13. Cara ex studentessa, le tue parole garbate ma giustamente risentite mi hanno molto commossa. Comprendo bene la tua amarezza nell’ascoltare certi discorsi da chi dovrebbe essere in grado di padroneggiare la lingua, poiché essa esprime sia sentimenti che concetti e le parole talvolta sono pietre.
    “non ragioniam di lor, ma guarda e passa”.
    Un abbraccio.
    Annamaria Naso, ex insegnante del liceo Seguenza.

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