"Libera". Per un'antimafia vera: legalità e giustizia sociale

“Libera”. Per un’antimafia vera: legalità e giustizia sociale

Marco Olivieri

“Libera”. Per un’antimafia vera: legalità e giustizia sociale

giovedì 21 Marzo 2024 - 06:51

La Giornata dedicata alle vittime della violenza mafiosa un'occasione per riflettere sui troppi muri nelle periferie. Ripartiamo dalla Costituzione

1081 vittime: 115 minori, come la nostra Graziella Campagna; 134 donne; 170 prima del 1961. Oggi è la Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle violenze mafiose. Tante le iniziative promosse da “Libera, associazione, nomi e numeri contro le mafie”. Il nome di queste persone, ancora una volta, sarà pronunciato nel segno di un ricordo da mantenere vivo. “I numeri della memoria è pensato come uno strumento per poter approfondire e studiare con attenzione le centinaia di storie di vittime innocenti delle mafie”, spiegano i responsabili della rete di associazioni guidata da don Luigi Ciotti.

Di certo, di tutto si ha bisogno, nel segno della memoria e della verità storica, tranne che di retorica. Gli ultimi anni sono stati illuminanti in tal senso. Di parate antimafia, in occasione dell’anniversario delle stragi, e di parole vuote si può fare a meno. Al contrario, va coltivata una memoria attiva, fatta di partecipazione e senso della storia, con attenzione al contesto sociale e politico. La Giornata nazionale del 21 marzo deve essere un’occasione per riflettere sui troppi muri nella nostra società. E sulla necessità di ripartire dalla Costituzione.

Va sempre ricordato: legalità e giustizia sociale devono camminare insieme. Lo abbiamo scritto di recente in relazione a Giostra e al tema delle periferie: serve un progetto sociale che metta insieme istituzioni e associazioni, politica e cittadinanza attiva. Ci si è soffermati abbastanza sul senso più profondo di un episodio recente, ovvero il murale della polizia vandalizzato a Giostra? Riteniamo di no.

L’articolo 3 della Costituzione indica ancora la strada nel segno della giustizia sociale

Se lo Stato si dimostra latitante in termini di servizi e attenzioni, non può poi pretendere che un sentimento di sfida, o di odio, ricordando un importante film francese, non si traduca in azioni vandaliche o disprezzo per il territorio. Lo stesso concetto va agganciato all’elemento centrale di questo ragionamento: legalità e giustizia sociale non possono essere mai scisse. E qui ci ricolleghiamo all’imprescindibile articolo 3 della Costituzione italiana: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Come ha ricordato il presidente emerito della Corte costituzionale, Gaetano Silvestri, in un’intervista a Tempostretto, la nostra Carta è ancora oggi al passo con i tempi e capace di indicare obiettivi fondamentali per il nostro vivere civile. “La Costituzione, ancora oggi, nel 2024, mantiene una grande modernità ma va attuata. Ci sono dei principi costituzionali che aspettano d’essere attuati”, ricorda il costituzionalista.

Da questi valori occorre ripartire in una lotta culturale e giudiziaria alle mafie che tenga insieme globale e locale, nazionale e internazionale. Quando sentiamo pronunciare, come ogni 21 marzo, i nomi delle vittime, non dimentichiamo prospettiva sociale e dimensione storica. Altrimenti, vivremo in un eterno presente, destinato a ripetersi.

Immagine in evidenza dalla pagina Facebook di Libera.

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