L'infanzia negata in Sicilia e Messina non è quella messa peggio

L’infanzia negata in Sicilia e Messina non è quella messa peggio

Marco Olivieri

L’infanzia negata in Sicilia e Messina non è quella messa peggio

martedì 24 Ottobre 2023 - 10:45

Il rapporto di "Save the children" in 14 città metropolitane e i dati su disoccupazione e formazione scolastica nella II e III Circoscrizione

MESSINA – La Sicilia non è una terra a misura d’infanzia. E, nella classifica delle aree svantaggiate di “Save the children”, Messina non è quella messa peggio. Ma sono molti gli interventi necessari, nelle politiche sociali, che lo Stato dovrebbe programmare. I dati più allarmanti? Nella seconda e terza Circoscrizione messinesi, più della metà dei residenti (62 e 71,8%) ha la licenza media. E, nella fascia d’età dai 15 ai 64 anni, rispettivamente il 59,8 e il 63,2% è senza occupazione.

In altri settori, il dato è critico, nella città dello Stretto, ma meno allarmante di Palermo e Catania: il 32,2 per cento di mense nella scuola primaria; 20,3 e 31,3% del tempo pieno nelle scuole primarie e secondarie. Undici su 36 i beni confiscati alle mafie e destinati ad attività sociali per le nuove generazioni. Il rapporto di “Save the children”, dal titolo “Fare spazio alla crescita, “mette in evidenza, attraverso i dati, la distribuzione dei minori e le disuguaglianze, economiche ed educative, che riguardano la loro vita nelle 14 città metropolitane in Italia”, spiega l’organizzazione.

Il tutto in occasione del lancio della nuova campagna di sensibilizzazione “Qui vivo”, che “vuole mettere al centro dell’attenzione i bambini, le bambine e gli adolescenti che vivono nelle periferie, non solo geografiche ma anche sociali ed educative nel nostro Paese”. In un contesto segnato dal divario nord-sud, i recenti tagli dei fondi Pnrr per la rigenerazione urbana e i piani urbani integrati destano preoccupazione.

L’obiettivo è non fare finta di non vedere il degrado. L’emarginazione delle periferie, la dispersione scolastica, l’isolamento di bambini lasciati in balìa dell’ingiustizia sociale. In base ai recenti dati dell’Ufficio scolastico regionale della Sicilia, per la scuola secondaria di primo grado (medie), si è rilevato nella provincia di Agrigento l’indice di dispersione globale più alto: 3,49 contro l’1,09 della provincia di Messina. Per la scuola secondaria di secondo grado (superiori), il dato più alto è stato registrato nella
provincia di Trapani, 10,47, contro il 6,53 di Messina”.

In generale, “in un confronto tra gli anni scolastici 2021-22 e 2022-23, si rileva in calo l’indice di dispersione scolastica globale, che in Sicilia passa dal 4,55 al 4,14”. L’indice di dispersione scolastica nella provincia di Messina è più basso rispetto alle altre realtà: 0,29 per la scuola primaria, “battuta” solo da Caltanissetta con 0,27; 1,09, con 169 casi di dispersione totali, per la scuola secondaria, ma in lieve aumento.

Le Circoscrizioni messinesi con più disoccupati

II Circoscrizione: Pistunina – Zafferia – Santa Lucia – Cep – Contesse – Minissale – S. Filippo Inferiore – S. Filippo Superiore – Unrra – Rione Taormina – Zir – Rione Gazzi (Quadrilatero Compreso Tra La Via Bonsignore, Via Consolare Valeria, Via Oreto E Via Bonino).

III Circoscrizione: Gazzi – Mangialupi – Rione Aldisio – Ferrovieri – Cumia Superiore – Cumia Inferiore – Valle Degli Angeli – Santo – Bordonaro – Palmara – Carrubbara – Monte Santo – Camaro (Inferiore e Superiore) – Bisconte – Cataratti.

Sono Circoscrizioni dove la maggioranza delle persone risulta priva d’occupazione e presentano pure il maggior numero di bambini e adolescenti fino ai 19 anni: 20,09 e 24% del totale della popolazione.

Le proposte di “Save the Children”

Ecco le idee e i suggerimenti di “Save the Children”.

“Per mettere bambini, bambine e adolescenti al centro delle politiche di sviluppo dei territori si raccomanda di:

  • Raccogliere dati e indicatori a livello micro-territoriale, con un focus specifico sulle condizioni dell’infanzia e dell’adolescenza, per analizzare nel dettaglio le realtà territoriali, identificare i territori di intervento e pianificare le azioni in base alle caratteristiche economiche, sociali e culturali di ciascuna area/quartiere.
  • Stanziare fondi statali, secondo una programmazione a lungo termine e superando la logica del bando o dei fondi straordinari, sulla base di un’“Agenda Urbana nazionale per i bambini” che preveda interventi di recupero urbano co-progettati con i minorenni residenti nel territorio
    di riferimento. In particolare, gli interventi dovranno mirare a garantire sui territori di riferimento i seguenti servizi essenziali:
  • Servizi educativi per l’infanzia, con l’obiettivo di arrivare almeno al 45% di copertura entro il 2030, come richiesto dagli obiettivi fissati dal Consiglio dell’Unione europea.
  • Un pasto a scuola al giorno, completo e gratuito per i minorenni di nuclei familiari in povertà certificata.
  • In ogni scuola una palestra per le attività sportive e una biblioteca dove garantire anche libri di testo scolastici in comodato d’uso gratuito.
  • Scuole aperte tutto il giorno per assicurare il tempo pieno nelle scuole primarie e il tempo prolungato in quelle secondarie di primo e secondo grado, con apertura dei plessi scolastici
    e offerta di attività di sostegno allo studio e attività extracurricolari, anche in collaborazione con le realtà attive sul territorio attraverso la sottoscrizione di patti educativi di comunità.
  • Un dirigente scolastico a tempo pieno per ogni istituzione scolastica, a prescindere dal numero degli studenti.
  • Spazi aggregativi giovanili che prevedano anche orientamento e accompagnamento per i ragazzi e le ragazze che non sono inseriti in alcun percorso di istruzione e formazione, né lavorativo.
  • Recuperare gli spazi pubblici abbandonati a favore di attività rivolte ai minorenni, con particolare riguardo agli impianti sportivi.
    Attivare i beni confiscati alla criminalità organizzata per destinarli a scopi sociali ed educativi per i minorenni.
  • Istituire un’anagrafe nazionale di tutti gli spazi pubblici abbandonati da restituire ai minori, a partire da quelli che si trovano nelle aree più deprivate e dai beni sequestrati alle mafie, per la loro rigenerazione attraverso una progettazione partecipata con i minori stessi”.

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