Liquidazione Atm, le sinistre di opposizione contro De Luca: "Un grande pasticcio"

Liquidazione Atm, le sinistre di opposizione contro De Luca: “Un grande pasticcio”

Redazione

Liquidazione Atm, le sinistre di opposizione contro De Luca: “Un grande pasticcio”

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martedì 07 Gennaio 2020 - 13:40

Un gruppo di esponenti della sinistra messinese scende in campo sulla liquidazione dell'Atm e sul futuro del servizio pubblico di trasporto in città

Sul futuro dell’Atm e su quanto accaduto in queste ultime settimane a Palazzo Zanca sul destino di vecchia e nuova azienda trasporti, scendono in campo le sinistre di opposizione messinese. Un gruppo di esponenti di Rifondazione Comunista, Partito Comunista dei Lavoratori, Potere al Popolo e movimenti affini sferrano un duro colpo al modus operandi dell’amministrazione De Luca.

Per le sinistre di opposizione, al di là dei tatticismi politici, una cosa è sotto gli occhi di tutti: gli atti presentati dalla Giunta in Consiglio relativi alla liquidazione dell’Atm e alla costituzione della nuova società contengono fortissime criticità. «Si è tentato impropriamente, dopo intimidazioni e ingiurie da parte del Sindaco, di relegare a ruolo di passacarte il consiglio comunale.

A noi pare del tutto evidente che la scelta di liquidare l’ATM sia il prodotto di una chirurgica ed ostinata opzione politica, presentata forzatamente come atto dovuto: una decisione necessaria, frutto di una insostenibile mole debitoria.In sintesi, per rafforzare la diagnosi dell’Azienda moribonda, per la quale la soppressione rappresenta l’atto medico necessario, si è alterata la cartella clinica aggravando il quadro clinico del paziente per accompagnarlo alla morte. 

L’analisi

Il balletto preoccupante sui debiti dell’Azienda, le cifre da capogiro inserite nel piano di Riequilibrio, le delibere di Giunta sul passaggio dei beni alla costituenda ATM SPA, le sistematiche osservazioni dei revisori dei Conti, le dichiarazioni contrastanti del Sindaco in Aula sui vari passaggi del piano di liquidazione e infine le errate interpretazioni del Segretario Comunale dell’art. 50 dello statuto ATM e di una sentenza del CGA sul ruolo del consiglio sulla liquidazione delle aziende speciali, hanno generato un’immensa confusione.

Cerchiamo però di essere chiari: è del tutto evidente che l’azienda da un decennio, per mala gestione e meno risorse, non gode di ottima salute, non prendiamoci in giro. Ma è altrettanto vero che da qualche anno la cittadinanza ha sentito un miglioramento del servizio rispetto agli anni in cui i bus erano apparizioni celesti ed interi quartieri erano scoperti.

Le domande

Alla luce di ciò quanto è utile ai lavoratori e ai cittadini, che pagheranno comunque i debiti inseriti nel Piano di Riequilibrio, la liquidazione di una azienda speciale che svolge statutariamente un servizio pubblico essenziale? La nascita di una società SPA in house providing garantisce un servizio pubblico al riparo da rischi di indebitamento? Sono previste nel nuovo statuto le norme che rendano concreto l’esercizio del controllo analogo che garantiscono all’affidatario un’influenza determinante sia sugli obiettivi strategici che sulle decisioni gestionali più importanti?

L’azienda speciale sebbene si articoli separatamente dall’ente locale è tuttavia saldamente integrata in esso; ha un fine pubblicistico, per natura non persegue interessi puramente economici, ha una limitata autonomia ed è sottoposta ad un controllo autentico. La società SPA seppur con capitali totalmente pubblici, in virtù della natura privatistica, ha un carattere imprenditoriale e quindi le finalità lucrativa non si possono escludere. 

I timori

Siamo preoccupati per le sorti dei lavoratori. Per loro si prevede un nuovo anno incerto. Siamo preoccupati e indignati per i nuovi aumenti tariffari che colpiranno maggiormente le classi più disagiate della città: il biglietto ATM più economico passa da € 1.20 a €1.50 e varrà per cento minuti e gli abbonamenti mensili e annuali arriveranno rispettivamente a 35€ e a 250€. Che coincidenza: tutto esattamente come Roma, ma banalmente con un’offerta diversa per i cittadini.

Alla luce di questi fatti riteniamo che solo uno stop netto alla privatizzazione selvaggia che propone il sindaco De Luca può fermare la devastazione di un servizio pubblico. Servizio da migliorare sicuramente, ma l’unico in grado di soddisfare i bisogni sociali di mobilità dei cittadini soprattutto più poveri e di salvaguardare i diritti dei lavoratori. Edati i caratteri consociativi dei consigli comunali, che abbiamo visto all’opera, e dato l’aspetto dirompente dell’attacco neocapitalista ai trasporti, riteniamo in prospettiva, nel medio-lungo periodo, che solo il controllo sociale dei lavoratori può salvaguardare e conciliare efficienza del servizio pubblico e tutele degli addetti al trasporto.  

Il sindaco De Luca ha grandi responsabilità politiche e sociali: sono intollerabili i suoi bluff continui e le sue bugie (ultimo il procurato allarme sull’interruzione del pubblico servizio a partire dal 1° gennaio 2020, smentito da una delibera approvata dalla stessa giunta). Se ne vada via col suo teatrino volgare, socialmente avvilente, insieme ai gruppi affaristici che lo sorreggono. È questo l’augurio che come sinistre d’opposizione facciamo per il nuovo anno a questa città».

Le sinistre di Opposizione:

Antonio Currò, per il partito della Rifondazione Comunista di Messina 

Giacomo Di Leo, coordinatore provinciale del Partito Comunista dei Lavoratori

Nicola Balestri, per Sinistra Anticapitalista di Messina

Rodolfo Barbera, per il PCI di Messina

Ivan Calì, per Potere al Popolo di Messina

Cristoforo Tramontana, segretario circolo comunista ” ventunounoventuno “di Milazzo

Antonio Bertuccelli, Fronte di resistenza comunista di Messina

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