Luigi Delia, artigiano della pasta fresca: dalla Francia al ritorno nella "sua" Messina

Luigi Delia, artigiano della pasta fresca: dalla Francia al ritorno nella “sua” Messina

Giuseppe Fontana

Luigi Delia, artigiano della pasta fresca: dalla Francia al ritorno nella “sua” Messina

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domenica 13 Novembre 2022 - 08:30

Ha lavorato in ristoranti stellati in giro per l'Europa ma voleva tornare e investire in città

MESSINA – Potremmo definirlo un giramondo rientrato a casa, un sognatore o “un masochista”, come ci dice lui ridendo. Luigi Delia è, invece, “solo” un messinese che ama la sua città e come tale sogna di investirci, lavorarci e vederla crescere nuovamente. E lo ha fatto, perché dopo anni a lavorare tra ristoranti stellati a Taormina, poi in Germania e in Francia, ha deciso che casa sua resta in riva allo Stretto. E così ha aperto il suo laboratorio artigianale di pasta fresca, in piena pandemia, sfidando momenti storici difficili e una città spesso restìa alle novità. Due anni dopo, dal suo racconto, si capisce che lo rifarebbe.

Luigi, perché inizialmente è andato via da Messina?

“L’idea di partire da Messina è nata dal voler fare nuove esperienze. Non mi mancava qui il lavoro, pur non avendo mai lavorato nella mia città ma tanto tempo a Taormina e in altri posti della Sicilia. Dopo due anni e mezzo in un ristorante stellato a Taormina ho deciso di andarmene per crescere sia a livello personale che lavorativo. Prima di aprire la mia attività ho fatto corsi di pasta fresca, formazione di vario tipo, ho insegnato in un hotel a Venezia e così ho imparato a rapportarmi con i clienti perché lì avevamo una clientela internazionale. E questo mi ha aiutato anche qui, perché Messina diventa sempre più internazionale, anche se non lo si direbbe, e tanta gente viene qui da me perché parlo inglese e francese”.

Poi però è tornato, per aprire un’attività che coniuga vari aspetti della cucina nostrana

“La mia attività di fatto è un laboratorio artigianale. Qui realizziamo sia pasta fresca lavorata a mano sia trafilata al bronzo con una macchina. E ciò che mi piace fare è utilizzare grani 100 per cento siciliani e alcuni anche di Messina, come il Mongibello o la Maiorca, prodotti da un fornitore locale. E poi mi piace fare il pane con lievitazione naturale e anche lanciare i legumi di uno di questi fornitori messinesi, Nino Crupi, che come me è stato un pazzo forse nell’investire a Messina”.

Lui è “un pazzo”. E lei?

“Sì, lui è stato un pazzo. Ma anche io probabilmente: diciamo che ce la giochiamo (ride, ndr). Ho sempre creduto in Messina e ho sempre portato dentro di me l’idea di poter investire nella mia città. E così il laboratorio prende forma il 24 ottobre 2020, in piena pandemia. La bottega era stata bloccata a febbraio, proprio all’arrivo del virus. E i lavori per sistemarla sono partiti a giugno, con tutto ciò che ne è conseguito tra rincari e problemi di materiale. Noi siamo rimasti poi aperti perché bene di prima necessità e da ottobre in poi non ci siamo mai fermati”.

Qual è stata la risposta di Messina?

“Messina ha risposto bene, sono abbastanza soddisfatto guardando anche al periodo attuale. Se fosse stato un periodo diverso avrei detto che si può fare di meglio. E questo perché abbiamo altri progetti. Vogliamo far capire alla gente che la qualità che si trova in alcuni laboratori è diversa da tanti altri, soprattutto nella scelta delle materie prime e nelle modalità. Fare un prodotto interamente a mano significa realizzare qualcosa di completamente diverso rispetto a quanto nato da una macchina. Ciò che vogliamo fare è portare nuovi grani, come il Cuccitta, che è l’unico grano tenero qui a Messina. Vogliamo lavorare con i produttori locali”.

I progetti, però, riguardano anche la città in senso stretto

“Sì. Io faccio parte dei cuochi dell’alleanza di Slow Food ed è l’unica associazione che promuove il cibo buono e sano. Siamo stati ad un evento a ottobre a Torino e lì abbiamo portato le nostre idee e tentato di valorizzare Messina, puntando proprio a questo: il cibo buono e l’idea di salvaguardare la biodiversità dello Stretto di Messina. Con Slow Food abbiamo diverse idee che potrebbero interessare a tutti. Ad esempio alcuni progetti sulla biodiversità riguardano un ambiente unico nel suo genere, come i laghi di Ganzirri. Ma non posso dire altro al momento”.

Quali sono i sogni?

“Non mi voglio prefissare sogni ma obiettivi. Avevo già immaginato di aprire la mia attività entro i 30 anni, qui a Messina. Avrei potuto farlo a Londra, dove viveva mia sorella, o a Parigi, dove ho lavorato e conosco tanti del settore. Ma volevo farlo qui perché so che la città ha tante qualità non sfruttate. I miei obiettivi sono tanti e pian piano spero di attuarli, ma sempre qui nella mia città”.

Luigi all’interno del suo laboratorio

Cosa direbbe a chi le dicesse che sì, è stato masochista a tornare?

“Io direi loro di viaggiare tanto e di tornare poi a Messina a portare qualcosa di buono. Sì, vi scontrerete con la mentalità di tanti cittadini che non sempre capiscono la qualità. Non parlo solo di cibo, penso all’abbigliamento qualitativamente più alto, alla manifattura, ai gioielli artigianali. Spesso non viene capito fino in fondo il lavoro di un artigiano. E bisogna anche capire che noi siciliani abbiamo qualcosa in più. Quando lavoravo in Francia l’ho visto con mano: l’italiano ha un punto in più? Noi siciliani almeno quattro. Perché abbiamo sempre vissuto con la fame negli occhi. E se sei sempre stato quello ‘sottomesso’, il siciliano, il terrone, sempre sminuito, punti in alto senza pretese. E così sei il primo che verrà valorizzato da chi capisce realmente come sei”.

Questo è il messaggio da lanciare?

“Siamo grandi lavoratori, checché se ne dica. Ma chi ha voglia di lavorare spicca sempre sugli altri, soprattutto facendo un lavoro con la testa e con passione, e non tanto per arrivare a fine mese. Io, e come me sono in tanti, cerco di valorizzare l’operato dei nostri antenati, che siano le nostre famiglie o i nostri concittadini illustri. Dobbiamo cercare di far brillare nuovamente Messina. Ma si può fare soltanto tutti insieme, come una vera comunità”.

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8 commenti

  1. Complimenti a Luigi, lo conosco da quando aveva 15 anni, un osso duro. Sapeva già cosa voleva. Mi ha fatto diventare matto ma avevo capito che avrebbe fatto tanta strada e me ne compiaccio. Spero che così come ha stigmatizzato molto bene nell’articolo i nostri concittadini comprendano quel che vuol dire qualità che non è quella dei supermercati o delle cose a bassa costo. Ad maiora, Luigi.

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  2. Mi sento di ringraziarti di cuore. Quando tutto intorno va a rotoli sapere di storie come questa dà speranza

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  3. Giovanni Cucinotta 13 Novembre 2022 12:37

    Dove si trova il suo laboratorio a Messina?

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  4. I rincari ci sono per tutti tranne l’aumento delle pensioni e stipendi.. quindi in bocca al lupo…

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  5. Complimenti, ma il laboratorio – punto vendita dove si trova?

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    1. Buon pomeriggio.. il Nostro Laboratorio si trova in Via Santa Cecilia 240,dove una volta si trovava l’ex mercato San Paolino..
      Non a caso ho scelto questa zona,perchè ci piacerebbe un giorno rivederla viva, con tante botteghe .
      Amiamo ció che facciamo…, amiamo ció che produciamo e cerchiamo di dare il miglior servizio possibile ,migliorandoci giorno dopo giorno..
      Grazie a tutti per le belle parole

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  6. Pasta fresca ottima, primi e secondi piatti già pronti buonissimi.
    A questo aggiungi, cortesia, educazione e pulizia….. e si va da Luigi sempre con piacere.
    Complimenti….., è sempre bello fare qualcosa per la nostra città!!!

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  7. Carlo Puliafito 15 Novembre 2022 16:50

    Ad averne di questi pazzi e masochisti a Messina…..

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