A Sant'Agata di Militello è tempo di fiera: tra shopping e tradizioni

A Sant’Agata di Militello è tempo di fiera: tra shopping e tradizioni

Marina Romeo

A Sant’Agata di Militello è tempo di fiera: tra shopping e tradizioni

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sabato 18 Novembre 2017 - 05:48

Torna l'appuntamento con la storia fiera autunnale. In tempi di minacce Isis è maggiore il controllo, ma la passeggiata tra gli stand è una tradizione da non perdere

Sant’Agata Militello il lungomare è stata teatro della fiera storica autunnale. Un appuntamento che vede partecipare migliaia di persone che passeggiano tra le oltre duecento bancarelle. Due le novità di questa edizione, il posizionamento delle barriere New jersey in cemento, nel rispetto della circolare Gabrielli e un presidio fisso di controllo formato da carabinieri, poliziotti, vigili urbani e agenti della Guardia di finanza, per mantenere la sicurezza e contrastare il fenomeno della contraffazione. L’esposizione abbraccia l’intero lungomare, partendo dalla contrada Giancola che ospita l’esposizione del bestiame arrivando, lungo tre chilometri fino all’inizio del porto. Passeggiando tra gli stand sentiamo parlare con accenti diversi, molti gli espositori catanesi e palermitani ma anche qualcuno che dalla Campania ha scelto di scommettere su questo piccolo paese. Sembra una sorta di mercato settimanale in grande, con i venditori cinesi che espongono prodotti dal colore acceso e dall’odore inquietante. Effluvi di salciccia arrostita con copiosa cipolla si irradiano come fasci di luce per il palato dei carnivori. Profumo di nocciole tostate e di zucchero filato per la gioia dei bambini e di chi, anche solo per un secondo, si ricorda di esserlo stato. Tra le imperdibili occasioni, un perizoma in pizzo nero a cinquanta centesimi non può lasciare indifferenti, fossimo anche precipitati nella pace dei sensi, prendiamolo non si sa mai… Tra la musica assordante dei neomelodici e tante finte scarpe Adidas e borse Hogan, c’è qualcuno che si allontana dalla globalizzazione e propone bizzarra mercanzia. Un signore che parla con tanto amore delle sue api come se fossero cani affettuosi o un gatti devoti, ci offre del miele dal sapore antico con un pizzico di novità regalata dall’agave. Una signora calabrese ci racconta la storia dei suoi saponi artigianali preparati secondo remote e segrete ricette. Una ragazza ci narra il suo personale percorso che l’ha portata ad abbandonare la frenesia catanese, per spingerla a vivere nei boschi dove raccoglie erbe aromatiche che diventano in un barattolo colorato, condimenti dal sapore speziato. E’ la persona che attira di più la nostra attenzione, con i suoi racconti sul potere terapeutico e magico del rosmarino. Ci ricorda la dama Galadriel nel momento in cui dona a Frodo la fiala della stella di Earendil nel Signore degli anelli. Ci riporta all’atmosfera che vide nascere la fiera santagatese nel 1700 per volere del principe Don Gaetano Gallego Ventimiglia. Secoli son trascorsi e nonostante la globalizzazione che inesorabile ci porta a consumare più di quando dovremmo, a vestirci ,e cosa più grave, a ragionare secondo parametri codificati, la fiera cittadina conserva un barlume di antico fascino contenuto in un barattolo che odora di salvia.

Marina Romeo

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