4 ergastoli e pesanti condanne per il clan di Barcellona, pentiti compresi

4 ergastoli e pesanti condanne per il clan di Barcellona, pentiti compresi

Alessandra Serio

4 ergastoli e pesanti condanne per il clan di Barcellona, pentiti compresi

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venerdì 19 Dicembre 2014 - 17:11

La Corte d'assise ha sentenziato per i 14 imputati accusati di cinque omicidi e di comporre la cupola del Longano. Pesanti le condanne, ancor più di quanto chiesto dalla Pubblica Accusa. "Tegolati" anche i pentiti Gullo e Bisognano

Sono pesantissime le condanne al processo principale scaturito dall’operazione Gotha 1 – Pozzo 2, il blitz del 24 giugno 2011 che ha dato via alle operazioni antimafia più recenti a Barcellona, assicurando al carcere duro i boss del Longano. La Corte d’Assise di Messina, dopo quasi 24 ore di camera di consiglio, ha deciso quattro ergastoli, così come chiesto dall’accusa, ed emesso altre 9 pesanti condanne, andate ben oltre quanto richiesto dagli stessi Pubblici Ministeri, i sostituti della Dda Vito Di Giorgio, Angelo Cavallo e Giuseppe Verzera.

“Tegolate” anche per i tre pentiti alla sbarra, Carmelo Bisognano, Santo Gullo e Alfio Giuseppe Castro. Proprio dalle loro dichiarazioni è scaturito il blitz. A Gullo la Corte ha comminato la condanna a 17 anni e mezzo, contro i 12 e mezzo chiesti dall’accusa, che aveva invocato la prescrizione per alcuni reati. All’ex boss dei mazzarroti è arrivata la condanna a 13 anni di carcere, mentre l’accusa ne aveva chiesti 5. Pesantemente attaccato dai difensori degli imputati nel corso delle arringhe finali, proprio ieri Bisognano, prima che i giudici si ritirassero in camera di consiglio, ha rilasciato dichiarazioni spontanee: “Ho sempre detto la verità”, ha “tuonato” il collaboratore, difendendo la propria credibilità. Infine tre anni e mezzo di condanna per Alfio Castro.

In sostanza i giudici non hanno fatto sconti a nessuno: hanno dichiarato la colpevolezza di tutti in ordine a tutti i reati contestati, non hanno riconosciuto alcuna prescrizione ed hanno soltanto concesso ai pentiti la sola attenuante speciale derivanti dalla collaborazione, riducendo di poco dal carico delle condanne e quindi non sgravandoli dagli omicidi di cui si sono auto accusati.

Carcere a vita per Salvatore Calcò Labruzzo, accusato di due omicidi, ed Enrico Fumia, Carmelo Giambò e Nicola Munafò. Condannato a 14 anni di reclusione Tindaro Calabrese, ex numero due dei mazzarroti che scalzò Bisognano, saldamente al 41 bis da tre anni senza aver mai dato alcun segnale di voler collaborare con la giustizia. Condannati anche i barcellonesi Giuseppe Isgrò (16 anni), Nicola Cannone (12 anni), Zamir Dajcaj (11 anni) , Angelo Porcino (11 anni), Salvatore Puglisi (4 anni e mezzo), Mariano Foti (8 anni e 8 mesi) Per loro l’accusa aveva chiesto condanne per 106 anni di carcere complessivamente. Il verdetto di oggi è stato molto più pesante.

I giudici hanno anche riconosciuto i risarcimenti alle parti civili costituite, ed in particolare hanno riconosciuto 80 mila euro di previsionale ai familiari degli assassinati.

Alessandra Serio

2 commenti

  1. Fa paura pensare di abitare in un territorio in cui lo stato non è quello che detta le regole.

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  2. Fa paura pensare di abitare in un territorio in cui lo stato non è quello che detta le regole.

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