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Mafia, via ai sigilli al patrimonio di Giuseppe Lo Re e ai night di Caronia

Cade il sequestro dei beni a Giuseppe Lo Re, il noto imprenditore di Caronia sospettato di essere contiguo alla famiglia mafiosa di Mistretta. La Corte d’Appello di Reggio Calabria, accogliendo la tesi del difensore, l’avvocato Giuseppe Serafino, ha annullato il provvedimento di sequestro disposto a Messina nel 2015, confermato in appello ma poi cassato dalla Suprema Corte, che aveva rimandato il procedimento ai giudici reggini.

Sei anni fa la Dia aveva messo i sigilli a tre aziende di Caronia, tra cui anche il noto night club Dubai ed l’Autoservice S.r.l, sette tra abitazioni e terreni, vari rapporti finanziari, cinque macchine e tre autocarri. Il tutto per un valore totale di 1 milione e mezzo di euro. No anche alla sorveglianza speciale, disposta a suo tempo dal Tribunale messinese su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.

Il provvedimento della magistratura peloritana si basava sugli elementi emersi nei decenni sull’imprenditore, considerato vicinissimo alla famiglia mafiosa di Mistretta, al cui apice sedeva Sebastiano Rampulla, morto nel 2010, fratello di Pietro Rampulla, ritenuto l’artefice della strage di Capaci. Coinvolto nelle operazioni Barbarossa, Mare Nostrum, San Lorenzo, Charter, Icaro, Montagna e Dolce Vita, Giuseppe Lo Re è stato definito dal collaboratore di giustizia Carmelo Bisognano come imprenditore collegato anche ai palermitani.