Stangata al patrimonio di Giuseppe Lo Re, sigilli anche al night club Dubai a Caronia. VIDEO, FOTO

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Veronica Crocitti

Stangata al patrimonio di Giuseppe Lo Re, sigilli anche al night club Dubai a Caronia. VIDEO, FOTO

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martedì 24 Marzo 2015 - 12:25

E' un maxi sequestro quello firmato dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Messina, presieduta da Santi Trovato. Finiscono sottochiave tre aziende, diversi immobili, conti bancari e 8 vetture. Nel mirino, l'imprenditore Giuseppe Lo Re, considerato vicino alla cosca mafiosa di Mistretta.

Tre aziende di Caronia, tra cui anche il noto night club Dubai ed l’Autoservice S.r.l, sette tra abitazioni e terreni, vari rapporti finanziari, cinque macchine e tre autocarri. Il tutto per un valore totale di 1 milione e mezzo di euro. E’ una vera e propria stangata quella inferta stamani all’imprenditore Giuseppe Lo Re, 52enne di Caronia, sorvegliato speciale e pluripregiudicato, da parte della Direzione Distrettuale Antimafia di Messina.

Un nome più che noto quello dell’imprenditore che, nel corso dei decenni, è risultato essere vicinissimo alla famiglia mafiosa di Mistretta, al cui apice sedeva Sebastiano Rampulla, morto nel 2010, fratello di Pietro Rampulla, ritenuto l’artefice della strage di Capaci. Coinvolto nelle operazioni Barbarossa, Mare Nostrum, San Lorenzo, Charter, Icaro, Montagna e Dolce Vita, Giuseppe Lo Re è stato definito dal collaboratore di giustizia Carmelo Bisognano come imprenditore vicino alla mafia di Mistretta nonché collegato con quella di Palermo.

Fu proprio nell’operazione Barbarossa che il ruolo di Lo Re venne fuori quale “esponente con ruoli direttivi”, in quella stessa operazione in cui emerse il nesso tra mafia ed appalti, in particolare quelli dei cantieri edili per il completamento dell’autostrada A20 Messina-Palermo, nel tratto di Furiano. Nel 2013, fu la Corte d’Appello di Messina a confermare la condanna di primo grado del 2008, rideterminandola in 7 anni di carcere e 1500 euro di multa.

Ma già l’anno prima, nel 2012, il nome di Lo Re balzò agli onori della cronaca per l’Operazione Dolce Vita, quella che riuscì a chiudere il cerchio su un’associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione, proprio a Caronia. Venne fuori come tutto ruotasse attorno al night club Dubai ed alla figura dello stesso imprenditore, ritenuto il promotore dell’intera organizzazione. L’anno dopo, il Tribunale di Patti firmò un altro sequestro preventivo che colpì, tra gli altri beni, anche la società di autovetture di Caronia.

Una figura, quella di Lo Re, che Bisognano nel 2011 definì come “referente dei Lamonica nella zona compresa tra Caronia e Santo Stefano di Camastra per ciò che concerne gli appalti pubblici”. Un imprenditore che, anche nell’ambito mafioso, tentò la sua scalata fin dalla fine degli anni novanta, quando cercò di espandersi nel settore delle estorsioni “spacciandosi”, pur non essendo autorizzato, come uomo vicino alla mafia di Barcellona e Mistretta e tenendosi anche le somme ricevute. Un’escalation che, per qualche tempo, fu malvista dagli stessi “mistrettesi” che, come affermò Bisognano in un altro interrogatorio di inizio 2013, vollero tener d’occhio quell’imprenditore azzardato. Lo stesso pentito affermò di aver anche avuto il proposito di uccidere Lo Re. Il provvedimento di sequestro eseguito questa mattina è stato firmato dalla sezione misure di Prevenzione del Tribunale di Messina, presieduta da Nunzio Trovato, su richiesta del pool di Sostituti della DDA, Vito di Giorgi e Angelo Cavallo, coordinati dal Procuratore Guido Lo Forte. (Veronica Crocitti)

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