Messina, abazia di San Filippo il Grande: "Gioiello abbandonato"

Messina, abazia di San Filippo il Grande: “Gioiello abbandonato”

Redazione

Messina, abazia di San Filippo il Grande: “Gioiello abbandonato”

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sabato 23 Settembre 2023 - 16:00

Villari e Carbone sollecitano un intervento anche per fermare la razzìa del patrimonio storico presente

L’incuria e l’abbandono dell’abazia di San Filippo il Grande, nella zona sud della città, richiama l’attenzione del gruppo consiliare di destra. In una interrogazione al sindaco e all’amministrazione, i consiglieri comunali Giuseppe Villari di Prima l’Italia e Dario Carbone di Fratelli d’Italia sollecitano un intervento: “I consiglieri, chiedendo di conoscere quali sono le azioni previste per il recupero del sito in oggetto e con che tipo di fondi è previsto intervenire, intendono verificare se esistono progettualità in corso e in ogni caso quali soluzioni siano state ipotizzate”

“Occorre ricordare che il Monastero basiliano intitolato a San Filippo il Grande fu edificato intorno
all’anno 1100 per volere di Ruggero II, in posizione adiacente alla grotta/eremo dove ha dimorato San
Filippo D’Agira. La struttura in commento rappresenta un unicum non soltanto per Messina ma per la Sicilia intera, definito addirittura dallo storico messinese Giuseppe Buonfiglio nel suo libro “Messina Città
Nobilissima” stampato nel 1606 “[…] il più bel luogo tra le Abbadie di San Basilio in Sicilia”. Usufruiva di tanti privilegi e donazioni, poteva vantare estese proprietà territoriali che si estendevano fin lungo le pendici del monte Dinnammare. Quei monaci basiliani potevano anche far pascolare il loro bestiame”.


L’Abazia fu acquistata dal Comune di Messina con la finalità di dare alla collettività una prestigiosa struttura da utilizzare per scopo culturale. Risulta agli scriventi che ad oggi la proprietà continui a permanere in capo al Comune di Messina ed è sotto gli occhi di tutti la vergognosa condizione di abbandono e degrado in cui versa l’intera struttura ed il giardino circostante. In particolare l’attuale stato dei luoghi – un unico intreccio di rovi grande quanto tutta la struttura giardino incluso – oltre ad essere indecoroso ed irrispettoso nei confronti della storia del sito, rappresenta una condizione di pericolo per i vicini, in quanto in caso di incendio verrebbero messe a rischio abitazioni limitrofe, sia lungo la via Guardia che lungo la via Padre Calogero Gentile.

Gli scriventi rappresentano inoltre che – per quanto a loro conoscenza – dalla data dell’acquisizione del
bene nessun intervento è mai stato fatto ad opera del Comune di Messina se non la realizzazione di una
recinzione, e che tale intervento si rese necessario solo dopo il trafugamento di molti reperti da parte di
ignoti.

Era, invece, il 2020 quando il nostro giornale realizzava un servizio sul monastero basiliano, con il contributo di Franz Riccobono, e sul degrado in cui versa.

Un commento

  1. Ci risiamo,ma è una fissazione pensare che ci siano amministratori o quanto meno la cultura della conservazione di cose storiche e belle nella nostra città.Noi siamo fuori del tempo fuori da ogni pensiero di cultura e di bellezza.Diamo addio per sempre a questo ,vivranno nella mente e nella memoria dei cittadini onesti . Conviviamo con la sporcizia ,la delinquenza e di quel che rimane personaggi che hanno fatto per la loro città che sono entrati nell’ oblio qui ma che fortunatamente vivono anche da in tanti posti del mondo nel pensiero e nei cuori di persone intelligenti.Vergognamoci e facciamo pesare a coloro (sindaci assessori e quant’ altro che sono stati messi a fare rispettare la città non a farsi fotografare per i loro egoismi!!!????

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