Messina, città con troppi semafori e poche rotatorie

Messina, città con troppi semafori e poche rotatorie

Marco Ipsale

Messina, città con troppi semafori e poche rotatorie

lunedì 07 Luglio 2025 - 07:15

Traffico rallentato, inquinamento e maggiore rischio di incidenti: “spuntano” altri semafori

La sicurezza stradale è, e deve restare, la priorità assoluta in qualsiasi politica di gestione del traffico urbano. Fino agli anni ’80 e ’90, i semafori erano universalmente considerati lo strumento principale e quasi esclusivo per garantire la sicurezza e regolare il flusso veicolare agli incroci, rappresentando la principale alternativa agli incroci a raso.

A partire dagli anni ’90, in gran parte dell’Europa ha iniziato a farsi strada e poi a dominare un nuovo approccio: la rotatoria. Una soluzione progressivamente riconosciuta come più efficace non solo per fluidificare il traffico, ma anche per incrementare la sicurezza. A differenza del semaforo, che può essere ignorato da chi non intende rispettare le regole – con il rischio, purtroppo spesso verificatosi, di incidenti gravi dovuti al passaggio col rosso – la rotatoria è un ostacolo fisico che obbliga il conducente a rallentare. A meno di non avere tendenze autolesionistiche, il guidatore è costretto a moderare la velocità e a prestare maggiore attenzione, rendendo l’incrocio più sicuro. Né le multe possono essere una soluzione perché, eventualmente, intervengono a posteriori dopo che il pericolo si è già concretizzato.

L’Italia, in particolare al sud, ha recepito questa tendenza con un certo ritardo rispetto ad altri paesi europei. A Messina, nonostante qualche timido passo in avanti negli ultimi anni con l’introduzione di nuove rotatorie, il bilancio resta impietoso: troppi semafori, spesso inutili, e una carenza cronica di rotonde, rendendo la loro presenza ancora oggi sporadica rispetto al potenziale e alle esigenze di una città moderna.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti: code interminabili, tempi di percorrenza dilatati e un contributo non indifferente all’inquinamento atmosferico. Ogni volta che un’auto si ferma a un semaforo rosso spesso il motore resta acceso (anche se le auto moderne hanno il sistema start e stop), emettendo gas di scarico che si accumulano nell’aria. Gli incroci vanno regolati per garantire la sicurezza stradale e prevenire incidenti. Ma non tutti richiedono necessariamente un semaforo: molti potrebbero essere gestiti efficacemente con i classici segnali di stop e precedenza o, ancor meglio, con le rotatorie.

I vantaggi delle rotatorie: un modello europeo

In molti Paesi europei sono diventate la norma per la gestione degli incroci, relegando i semafori solo a casi specifici di traffico molto intenso o complessi. I vantaggi sono molti e comprovati:

  • Fluidità del traffico: Le rotatorie permettono un flusso veicolare quasi continuo, eliminando i “tempi morti” dei semafori. Non ci sono interruzioni nette e si riducono notevolmente le code e i tempi di attesa.
  • Riduzione dell’inquinamento: Meno fermate e ripartenze significano meno consumo di carburante e, di conseguenza, minori emissioni di gas nocivi e inquinamento acustico.
  • Maggiore sicurezza: le rotatorie, se ben progettate, possono ridurre gli incidenti gravi. Costringono i veicoli a rallentare e a procedere con maggiore cautela, trasformando gli impatti potenzialmente frontali o laterali (tipici degli incroci semaforici) in collisioni angolari a velocità ridotta. L’esempio della Strada Panoramica dello Stretto, dove la sostituzione dei semafori con rotatorie ha ridotto il tasso di incidentalità, ne è una prova lampante.
  • Miglior gestione degli accessi e manovre: Facilitano l’inserimento nel flusso veicolare anche da strade secondarie, senza tempi morti. Permettono inoltre di imboccare tutte le direzioni, compresa l’inversione del senso di marcia, spesso vietata negli incroci semaforici.
  • Minori costi gestionali: A lungo termine, le rotatorie comportano minori costi di gestione e sorveglianza rispetto ai semafori, che richiedono manutenzione e consumo energetico costante.

A Messina approccio obsoleto

A Messina, la situazione semaforica presenta peculiarità che aggravano il problema, testimoniando un approccio alla mobilità urbana che stenta ad adeguarsi ai modelli europei più efficienti.

  • I viali di collegamento con la Tangenziale: un’odissea semaforica. Lo scorrimento rapido sui viali che conducono da e verso la tangenziale dovrebbe essere prioritario per alleggerire il traffico urbano e incanalare i flussi esterni alla città. Invece strade vitali come Viale San Filippo, Viale Gazzi, Viale Europa, Viale Boccetta e Viale Giostra sono costellate di semafori. In Viale Gazzi, ad esempio, si contano sei semafori e nessuna rotatoria in due chilometri e mezzo dalla fine di via don Blasco alla tangenziale; e se l’incrocio con Via Bonino può necessitare di semafori, lo stesso non può dirsi per gli altri. In viale Boccetta, tra corso Cavour e via Garibaldi, diversi anni fa è stata eliminata la corsia in salita ed è stata istituita una cervellotica viabilità, di recente rallentata dall’ennesimo semaforo altezza villa Mazzini, prima sempre verde e ora anche con il rosso. Su Viale Giostra, che dovrebbe essere una via scorrevole, nonostante qualche rotatoria già esistente, negli ultimi anni sono stati aggiunti ben tre semafori (agli incroci con Viale Aranci, Via Monte Vettore e Salita Curcuruto), rallentando il flusso principale a fronte di immissioni da strade laterali con traffico debole. Il risultato? Spesso si resta fermi al rosso ad aspettare il nulla, con i conseguenti disagi e inquinamento. Per molti automobilisti, il tempo impiegato per imboccare la tangenziale diventa così lungo da far preferire il traffico cittadino, congestionando ulteriormente le strade interne.
  • Il paradosso del Tram e i semafori “fantasma”. Nonostante la presenza di una linea tranviaria, i tanto attesi semafori intelligenti, che dovrebbero coordinare il traffico veicolare con il passaggio del tram, non sono mai stati attivati, anche se previsti nell’appalto in corso. Persino con il servizio tranviario attualmente sospeso, molti semafori lungo il percorso del tram sono rimasti attivi, creando scene paradossali in cui le auto si ritrovano ferme al rosso ad aspettare un tram che non passerà.
  • I casi Via Tommaso Cannizzaro e Via La Farina: l’odissea urbana. In Via Tommaso Cannizzaro, dalla circonvallazione al mare, si contano ben otto semafori in appena un chilometro e mezzo, rendendo la percorrenza un’autentica odissea. In Via La Farina si arriva a ben undici semafori in circa tre chilometri, con tempi di percorrenza che possono superare i venti minuti.
  • Ci sono poi piazze che sarebbero rotatorie naturali, praticamente già esistenti, invece regolate da semafori. L’esempio emblematico è quello di Piazza Antonello: pur essendo una piazza storica e di grande valore, oggi di fatto è solo un incrocio stradale trafficato. Basterebbe pavimentare il centro per realizzare una vera piazza, lasciando il traffico scorrere in senso rotatorio ai lati, eliminando i semafori e utilizzando le due parti esterne, oggi chiuse e sfruttate solo come parcheggi per motorini. E’ un’idea che è già stata realizzata a Piazza del Popolo, con risultati apprezzabili: sebbene ancora migliorabile, è indubbiamente più bella e funzionale di prima.
  • Il caso Largo La Corte Cailler. Il paradosso di quella che è conosciuta come piazza Muricello: una rotatoria… con i semafori. L’unico necessario appare quello all’incrocio con via Cicala, gli altri sovrabbondanti.
  • La nuova Via Don Blasco era stata concepita come una delle poche arterie moderne e scorrevoli della città, caratterizzata dall’assenza di semafori e dalla presenza di rotatorie che garantivano un’ottima fluidità del traffico, un esempio virtuoso da seguire. Ma anche qui un semaforo non poteva mancare e da qualche giorno è stato acceso quello all’incrocio con Via San Cosimo. Un altro che appare superfluo, tanto che da spento non si erano registrati incidenti significativi. Un altro posto in cui, eventualmente, sarebbe utile una rotatoria.

Non tutti gli incroci sono uguali: quando il semaforo è necessario

È utile precisare che non si parla di eliminazione totale dei semafori. Esistono situazioni in cui il semaforo rimane la soluzione più adatta, soprattutto nei grandi incroci complessi: intersezioni a più di quattro bracci, o con volumi di traffico estremamente elevati e provenienti da direzioni diverse, possono richiedere la gestione più rigida e sequenziale di un semaforo per prevenire il blocco totale.

Sicurezza pedonale e rotatorie: una convivenza possibile

Una delle obiezioni spesso sollevate riguarda la sicurezza dei pedoni. Ma le rotatorie moderne prevedono ampi spazi per gli attraversamenti pedonali, spesso posizionati a una certa distanza dall’anello di traffico per dare ai veicoli il tempo di rallentare e ai pedoni una maggiore visibilità. Non si tratta di eliminare le strisce pedonali, ma di riposizionarle o progettarle in modo intelligente all’interno del contesto della rotatoria.

I dossi e ancora altri semafori

Anzi, per la sicurezza dei pedoni, le castellane (cioè gli attraversamenti pedonali rialzati) installate in via Garibaldi sono una soluzione migliore dei semafori pedonali installati in viale della Libertà e sulla cortina del porto. Le castellane obbligano gli automobilisti a rallentare fisicamente, garantendo maggiore sicurezza; i semafori pedonali, invece, come i semafori stradali, possono essere ignorati e, inoltre, obbligano a periodi di fermo inutili anche quando nessun pedone attraversa.

Vantaggi e svantaggi

Realizzare una rotatoria ha un costo iniziale, spesso superiore a quello di un semplice incrocio semaforico. Ma è altrettanto vero che anche i semafori non sono a costo zero: richiedono installazione, manutenzione costante, costi energetici per l’illuminazione e il funzionamento 24 ore su 24, 7 giorni su 7. A lungo termine, i benefici delle rotatorie in termini di fluidità del traffico e risparmio di carburante possono ammortizzare l’investimento iniziale.

E non è necessario partire subito con grandi opere. Si possono implementare anche rotatorie provvisorie, magari con elementi modulari, isole spartitraffico realizzate con cordoli o segnaletica orizzontale e verticale rinforzata, per testare la soluzione e abituare gli automobilisti ai nuovi flussi. L’importante è iniziare a progettare seriamente un piano di transizione, individuando gli incroci più adatti e pianificando gli interventi a medio-lungo termine.

Il parcheggio nella rotatoria Zaera

A Messina spesso si sente dire che i cittadini non sanno usare le rotatorie. Ma devono essere i cittadini ad adattarsi alle soluzioni efficienti, non viceversa. Non si può rinunciare a perseguire buone pratiche a causa dell’incapacità o della maleducazione di una parte dei cittadini perché vorrebbe dire darla vinta agli incivili. L’esempio principe è quello della rotonda Zaera, sul viale Europa, dove il traffico è rallentato anche a causa di chi parcheggia all’interno. Ma quando c’erano i semafori la situazione non era migliore.

Il piano del traffico suggerisce rotatorie anche sulla strada statale 114, agli incroci con San Filippo, Zafferia e Larderia. Altri progetti fino ad oggi rimasti solo su carta.

11 commenti

  1. e le rotatorie che ci sono sono piu problematiche dei semafori in termine di traffico

    i semafori inutili sono quelli del viale boccetta basso vicino alla capitaneria di porto e quelli sul viale della libertà dalla prefettura al terminale del tram all’annuzziata scattano sempre a caso senza essere su richiesta

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  2. Peccato che non hanno ancora capito come utilizzare le attuali rotatorie 😂

    Tutti dentro senza precedenze pensando che ci sia un party o un giro di walzer gratis! 😂

    Andrebbe distribuito un volantino prima di entrare in ogni rotatoria ma non capirebbero nemmeno le figure! 😂😂

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  3. La rotatoria di viale Europa , e le altre presenti sul territorio,ci insegnano che si crea soltanto traffico e ingorghi ogni tre per due , ma non perché non sono utili ma perché nessuno le sa usare a dovere secondo regole stradali . Zicca cu ariva prima . A Messina i semafori sono molto più utili e sicuri purché siano accompagnati da telecamere funzionanti e multe automatiche in caso di attraversamento col rosso

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  4. Questo articolo avrebbe un senso se la gente sapesse rispettare il codice delle strada ..ma in una città ove la gente passa senza problemi col rosso, volta dove non è possibile svoltare, parcheggia in quelle poche rotonde che ci sono , incuranti del pericolo o dell ostacolare altri utenti…si ferma in mezzo alla corsia , scendendo dall’auto per salutare qualcuno che passeggia, incurante che dietro si formano code, per poi risalire in auto come se gente fosse….. Forse prima meglio fare imparare alla gente come si comporta per strada, cosa è il rispetto per gli altri utenti…e forse e dico forse dopo si potrà pensare a mettere rotatorie ( che alla luce odierna sarebbero solo viste come un ulteriore modalità per sfrecciare a più non posso )…

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  5. Le rotatorie funzionano bene nelle strade a scorrimento veloce.
    Nelle strade a scorrimento lento (normale), producono rallentamenti e traffico.
    Da quando hanno messo la rotatoria fra viale Europa e Cesare Battisti, il traffico in quel punto, è diventato assurdo. È una questione di logica e buon senso. Del resto, se il traffico è inteso, si giustifica la spesa energetica dei semafori, salva la possibilità di pannelli solari. Se il traffico non è intenso, non si giustifica, per cui, meglio una rotatoria. Ma assicurandosi di ridurre al massimo traffico e rallentamenti. Ma la logica non va d’accordo con l’ideologia, e Messina “deve” sempre scimmiottare (ovviamente quindi, in malo modo) ciò che in altre città viene fatto bene. Senza andare troppo lontano, al nord, si vadano a vedere le molte rotatorie del crotonese su strada a scorrimento veloce. Lì si che hanno senso. Devi solo rallentare un po’ per la rotatoria. Nelle rotatorie di Messina, sempre a passo d’uomo, o accompagnamento funebre. Perché messe dove non andavano.

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  6. Se poi non propone svolte a destra prima di arrivare all’incrocio (v. quell’ obbrobrio tra la Panoramica e viale Annunziata) come, per esempio, quella tra viale Regina Elena e viale Europa e tutte quelle di cui ho conoscenza. In pratica si è ottenuto un incrocio arrotondato, senza nemmeno il semaforo, che rallenta il traffico creando chilometri di file (non esagero) e producendo enorme inquinamento con grave disagio per i cittadini.

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  7. Chi non rispetta il semaforo è consapevole che oltre a commettere un’infrazione può anche causare incidenti. Non è quindi responsabilità del semaforo se in città con una certa frequenza accadono incidenti. La rotatoria è un sistema non adeguato al messinese che nella maggior parte dei casi non ha compreso la funzionalità e come deve essere impegnata. La sola cosa che il messinese ha compreso della Rotonda è di usarla come area di parcheggio.

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  8. una rotatoria ci vorrebbe anche sul viale annunziata incrocio via saro leonardi…….. ogni volta che c’è un po più di traffico è un macello…. passo io, passi tu? e anche ad attraversare a piedi quell’incrocio è pericolosissimo visto che a quanto pare per molit messinesi in transito sembra un circuito da formula anzichè una strada di città…. fino a che al solito non ci scappa una disgrazia… perchè a messina le cose si fanno dopo….mai per prevenire!!!!

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  9. Grazia Interdonato 7 Luglio 2025 18:08

    Complimenti per l’articolo finalmente un giornale che tratta un argomento d’interesse collettivo come quello dell’aumento significativo dei semafori e della mancata creazione di nuove rotonde.

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  10. La vita reale testimomia il caos creato nelle ore di punta dalle rotatorie, soprattutto di viale Europa e viale Annunziata. E’, ad esempio, cognizione di chiunque il caos pazzesco sulla Panoramica al ritorno dal mare, con code lunghe dovute al “tappo” della rotatoria dell’Annunziata. Rotatorie a mio parere fatte male, con corsie intorno strette. I semafori sono meglio, tranne quelli assurdi di viale della Liberta’ (fronte fiera e porto) dove uno si deve fermare perche’ c’e’ il rosso pur non essendo presente alcun pedone che debba attraversare.

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  11. Ma finitala noi siamo esperti di piste ciclabile e non di rotatoria

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