Messina. Demolire davanti al mare, non ricostruire e recuperare la vista del panorama

Messina. Demolire davanti al mare, non ricostruire e recuperare la vista del panorama

Marco Ipsale

Messina. Demolire davanti al mare, non ricostruire e recuperare la vista del panorama

lunedì 16 Giugno 2025 - 07:00

Troppe costruzioni a pochi passi dallo Stretto precludono la vista e l'accesso ai 56 km di costa

MESSINA – L’ultima idea è l’ampliamento del lungomare del Ringo. Messina vanta ben 56 chilometri di costa, ma una parte significativa non è accessibile e spesso neanche visibile a causa di proprietà private o costruzioni che si frappongono tra la città e il mare. Sul lato tirrenico, lungo i 24 chilometri di costa, sono presenti solo poche strette stradine di accesso ai vari villaggi. E all’incrocio dei due mari è emblematica la situazione di via Senatore Arena, mai risolta. Anche a Torre Faro, Ganzirri e Sant’Agata, il mare si intravede solo a tratti. Per tornare a godere appieno del panorama marino, bisogna affidarsi alla riviera da Sant’Agata a Paradiso (pur con alcune brutture e concessioni discutibili), poi l’abbandono e il degrado della Case Basse fino ad arrivare, appunto, al Ringo.

Agire per sottrazione

Dal percorso di partecipazione pubblica verso il concorso di progettazione del lungomare Boccetta – Annunziata è emerso chiaramente che i cittadini chiedono di agire per sottrazione, eliminando il troppo che si è costruito davanti al mare, riconquistando spazi e panorami. Quindi non ricostruire e valorizzare gli spazi pubblici per riconnettere la città con il suo elemento più prezioso, lo Stretto.

Fiera e area di fronte al porto

Una filosofia che si fa sempre più spazio in città. La demolizione dell’ex Teatro in Fiera ha dato respiro a quella zona, in attesa che si completi la riqualificazione. Anzi, c’è chi ritiene che si sarebbe potuto osare ancora di più, a partire dall’ex Irrera a Mare.

In pieno centro, davanti al Porto, sono stati abbattuti gli ex Magazzini Generali e l’ex Mercato Ittico. A breve seguiranno gli ex Silos Granai e l’ex Casa del Portuale. Qui non sarà più costruito l’I-Hub, come inizialmente pensato, ma si creerà un ampio spazio aperto davanti al mare, magari spostando la strada lato monte.

Di esempi virtuosi ce ne sono altrove: l’Arena dello Stretto a Reggio Calabria, la Terrazza Mascagni a Livorno, Piazza della Libertà a Salerno, città che si riconnettono direttamente con l’affaccio marittimo.

La vecchia via don Blasco e la spiaggia in centro

Basta spostarsi di pochi metri, restando in pieno centro, per arrivare sulla vecchia via don Blasco. Anche lì tante costruzioni a ridosso del mare, che neanche si vede.

Nessuno vuole la chiusura di attività economiche, anzi, ma l’obiettivo deve essere quello di agevolare la delocalizzazione, visto che alcuni tipi di attività non hanno nulla a che vedere col mare. Un esempio di cosa si può realizzare in quella zona è il progetto dell’ex Macello, che dovrebbe partire a breve.

Un turista che arriva in centro città e vuole recarsi in spiaggia, oggi, è costretto a prendere un bus e dirigersi verso nord (soprattutto) o sud. L’obiettivo è di rendere accessibile il mare a 600 metri da piazza Cairoli e viale San Martino, a partire dalla spiaggia di Maregrosso, oggi nascosta da tanti fabbricati, alcuni dei quali saranno demoliti.

La costa sud

Spostandosi a sud, poi, lo Stretto diventa un contorno sempre più inaccessibile, dove prolifera il degrado, e il progetto della Via del Mare resta un’opportunità mancata. Così mentre altre città hanno creato la propria forza economica sul rapporto col mare, Messina gli volta le spalle. Demolire senza ricostruire, davanti al mare, non significa penalizzare l’economia ma aprire un settore che dovrebbe essere prioritario per una città con una costa così estesa. L’accesso e la fruizione del mare possono creare un’economia turistica, e non solo, e le attività economiche che nulla hanno a che vedere non vanno chiuse, ma semplicemente spostate a un minimo di distanza dal mare, dove invece negli ultimi decenni si è costruito di tutto, precludendone l’accesso a cittadini e turisti.

12 commenti

  1. “Nessuno vuole la chiusura di attività economiche, anzi, ma l’obiettivo deve essere quello di agevolare la delocalizzazione, visto che alcuni tipi di attività non hanno nulla a che vedere col mare. ”
    Aziende strutturate da decenni e titolate per poter rimanere lì, in quel posto , dedicato come area commerciale non può essere delocalizzata pensando che un turista, a piedi vuole scendere da piazza cairoli, per farsi un bagno. dietro ogni spostamento c’è una destabilizzazione dell’attività commerciale e non è sempre detto che la stessa puo continuare a lavorare.
    semmai creare delle rampe di accesso per i fruitori del mare con eventuali servizi , questa potrebbe essere la soluzione .

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  2. Bisogna essere molto miopi e noi Messinesi lo siamo stati a non comprendere quale ricchezza poteva derivare dal mare e dalla eccellente posizione del territorio. Finalmente c’è un risveglio ed è qui che l’Amministrazione comunale, indipendentemente dai colori politici, deve dare il meglio in tema di valorizzazione delle esistenti potenzialità a sostegno dell’industria turistica.

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  3. Eleuterio da Messina 16 Giugno 2025 08:01

    Il problema è sdradicare chi da anni usufruisce della concessione demaniale , pagando quattro soldi di affitto e guadagnando migliaia di Euro.

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  4. Intanto La vita passa e nulla accade. Da quanto tempo aspettiamo la riapertura ex fiera? Perché non togliere da paradiso e contemplazione quelle orrende chiusure inutilizzate della Marina sport prima e del ricovero barche più avanti? Spazi inaccessibili dove si potrebbe creare spazio accanto la pista ciclabile per permettere alle persone dì sedersi o affacciarsi al mare? E così l’ ex Trocadero e tanto altro ancora.

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  5. sarebbe cosa buona e giusta……e qua i SELFIE di BASILE e Assessori vari potremmo anche accettarli.

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  6. Prima delll’Irrera a Mare bisogna pensare agli inutili alberi della passeggiata.
    Cercate le foto della Passeggiata a mare degli anni 60, quello era il più “bel lungomare d’Italia”.

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  7. Esiste una disciplina che si chiama Urbanistica, volta proprio alla progettazione degli spazi urbani. Nei decenni abbiamo ben pagato assessori, dirigenti, dipendenti di vario ordine e grado, per avere cosa? La progettazione degli spazi urbani è una attività estremamente seria che richiede competenze, visione, deve contemplare infinite variabili, non può essere frutto di emozioni istantanee per quanto suggestive.

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  8. Se andasse in porto l’idea di spiagge a ridosso del centro storico, Messina sarebbe una delle mete più ambite del Mediterraneo e oltre.
    Barcellona fino a pochi decenni fa non aveva spiagge, quella spiaggetta che vanta è nata in occasione delle Olimpiadi del 1992 e l’ha resa quasi una Rio d’Europa.
    Palermo si vanta di una spiaggia che è paragonabile ad una delle più mediocri delle nostre spiaggette di periferia.
    Un progetto come quello dell’articolo, e in più con un mare pulito come il nostro, per via delle correnti, surclasserebbe ogni concorrente dal punto di vista del turismo.
    Speriamo alle idee facciano seguito i fatti

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  9. Sig. Luca, sacrosanto e legittimo che lo spostamento di un’attività deve avvenire a costo zero per l’imprenditore ma, se l’attività non è consona al contesto territoriale e paesaggistico di cui tutta la collettività, Lei compreso, si può riappropriare, bisogna accettare la delocalizzazione. Non è giustificabile che, siccome si è fatto sempre così, perseveriamo nell’errore.

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  10. Tanto col ponte tutto il panorama andrà a farsi benedire

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  11. Invece di fare discorsi che non hanno alcun senso basterebbe demolire tutte le costruzioni abusive che ci sono lungo il litorale nord e sud tutte. Inoltre riportare la passeggiata a mare come lo era negli anni 50/60. Demolire l’ex Irrera che non ha alcun senso oggi e l’ex teatro in fiera e aprire tutto con vista mare. Inoltre riportare al vecchio splendore i giardini della passeggiata a mare lungo la via Garibaldi che sono diventati una giungla. Chi ha avuto la grande idea di piantare quei ficus lo ha fatto miratamente per evitare la manutenzione dei giardini che erano splendidi. Fate queste cose e la città cambierà volto. Questo dovete fare, incopententi!

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  12. State parlando giustamente di valorizzare le coste messinesi.. mentre qualcuno vorrebbe costruire un ecomostro chiamato ” Ponte”.
    Per quelli che dicono “si”…che hanno commentato qui vi siete dati la risposta da soli. Messina deve puntare sul turismo , con una bella flotta comunale che a prezzo calmierato porterebbe milioni di turisti. Possibile che nessuno lo vede?

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