Cronaca

Messina. La droga a Giostra e la “guerra” tra gli Arrigo e i Bonanno

L’ordine davanti alla porta di casa, l’attesa e la consegna sul pianerottolo. La vendita di droga nelle palazzine di via Seminario Estivo aveva uno schema fisso. La palazzina B era gestita da Antonino Arrigo e Antonino Stracuzzi. Arrigo veniva abitualmente aiutato dalla moglie, Ramona Assenzio, che accoglieva i clienti in assenza del marito e lo informava adottando diverse cautele.

In caso di impedimento, temporaneo o permanente, del referente principale, la gestione passava agli altri membri della famiglia nelle sette palazzine o affidata ai sodali che gestivano le altre piazze di spaccio.

Quando Antonino Arrigo viene arrestato, la moglie si assume la responsabilità di gestire la fase successiva, indirizzando i clienti della palazzina B alla palazzina C, gestita da Vittorio Stracuzzi.

Il ruolo di Angelo Arrigo

La posizione centrale nel gruppo criminale era occupata da Angelo Arrigo, che coordinava le diverse piazze di spaccio del comprensorio. Si occupava dell’approvvigionamento della droga, contrattando quantità e prezzi, decidendo se e a chi condonare un debito o concedere uno sconto per l’acquisto di droga. Poi gestiva le vedette, per comunicare l’arrivo di persone o auto sospette. Il suo braccio destro era il fratello Paolo Arrigo, che custodiva la droga.

Gli Arrigo avevano la “copertura” di Gaetano Barbera, già collaboratore di giustizia e arrestato nell’ambito dell’operazione “Predominio” a dicembre 2019, tramite il fratello Vincenzo Barbera, anche lui arrestato nella stessa operazione.

Gli Stracuzzi

Gli altri referenti per la palazzina C erano Girolamo Stracuzzi (fratello di Vittorio), Beatrice Rossano (moglie di Vittorio), Mariella Barbera (suocera di Vittorio e sorella dei collaboratori di giustizia Gaetano e Vincenzo Barbera), i cognati Stello Rossano e Pasquale Rossano e Marco Talamo.

Tutti indirizzavano i clienti, segnalando eventuali situazioni sospette e, a volte, facendo vendita diretta. Un “punto vendita” era gestito da Gianluca Siavash, a cui venivano indirizzati alcuni tossicodipendenti in assenza di Vittorio Stracuzzi.

Davide Puleo, Marzia Agliolo Quartalaro, Eugenio Sebenico, Giosuè Orlando e Carmelo Prospero erano contemporaneamente rifornitori di droga e clienti.

L’altra organizzazione con a capo Antonio Bonanno

Ma a Giostra c’era anche un’altra organizzazione criminale che trafficava droga, in particolare cocaina, marijuana e hashish, con a capo Antonio Bonanno. Al suo fianco Filippo Cannavò ed Edoardo Puglisi, che detenevano la droga e la spacciavano, Veronica Vinci (mogie di Bonanno), che teneva la cassa e riscuoteva i guadagni dello spaccio, Luigi Vinci, che aveva il compito di controllare eventuali microspie, e Carlo Pimpo, abituale fornitore.

Un’associazione che poteva contare sulla disponibilità di armi, da usare per il controllo del territorio e del mercato dello spaccio. Disponibilità avvalorata dai ferimenti, dalle conversazioni captate e dalle immagini raccolte. E il 23 giugno 2017, anche se a carico di ignoti, erano state trovate munizioni in uno spazio condominiale delle case popolari di via Seminario Estivo.

Scoperta anche la compravendita di una grossa quantità di droga acquistata da Pasquale La Rosa, per il tramite del catanese Carmelo Amante (cognato del fratello di Antonio Bonanno), da fornitori catanesi e destinata allo spaccio, con la complicità di Salvatore Rolla e Simone Rolla.