Messina. La Procura chiede condanne e una sola assoluzione per i 3 marittimi intossicati mentre lavoravano, nel 2016
MESSINA – Potrebbe arrivare entro fine gennaio la sentenza di primo grado al processo sulla morte dei tre marittimi, avvenuta il 20 novembre 2016 al porto di Messina. A quasi 10 anni dalla tragedia della Sansovino, quindi, arriva alle battute finali il processo per stabilire se ci sono responsabilità nella morte di Gaetano D’Ambra, Cristian Micalizzi, Santo Parisi. I tre marittimi erano saliti sulla nave per lavorare ma sono stati uccisi dal gas tossico formatosi nel locale della cisterna.
Per la Procura le accuse di omicidio colposo e lesioni colpose plurime sono provate, le condizioni di sicurezza non erano state rispettate, e sono da attribuire a Luigi Genchi della società Caronte &Tourist Isole Minori, la sigla creata dal gruppo Franza per acquistare le quote della Siremar; Domenico Cicciò, ispettore tecnico della società responsabile della sicurezza, il direttore di macchina Fortunato De Falco e la stessa Caronte&Tourist.
Alla fine del dibattimento i pm Marco Accolla e Roberto Conte hanno avanzato le loro richieste di condanna: 5 anni per De Falco, 4 anni e mezzo per Genghi, 4 anni per Cicciò, la sanzione di 300 mila euro per la società armatrice e una sola assoluzione, quella dell’agente marittimo Giosuè Agrillo. I pubblici ministeri hanno invocato la prescrizione per i reati contravvenzionali. Si torna in aula il 16 gennaio per dare modo ai difensori di concludere.
