Messina: la spesa per l'istruzione e l'accentramento scolastico

Messina: la spesa per l’istruzione e l’accentramento scolastico

Simone Milioti

Messina: la spesa per l’istruzione e l’accentramento scolastico

Tag:

mercoledì 03 Febbraio 2021 - 15:37

Il confronto con l'Assessore alla Pubblica Istruzione e Lavori Scolastici, Laura Tringali, sulle spese sostenute dal Comune e le differenze territoriali

L’Assessore alla Pubblica Istruzione Laura Tringali, nominata nell’estate del 2020, si è trovata di fronte a molte problematiche da risolvere nel panorama scolastico. Oltre alla difficile emergenza Covid c’era anche da fare i conti, letteralmente, nei bilanci del Comune di Messina.

Secondo lo studio di Openpolis, in un confronto tra le città con oltre 200.000 abitanti, Messina risulta ultima per spesa pro-capite per quanto riguarda la voce istruzione, spaziando da scuole materne a università considerando alcuni servizi annessi. Solo 42€ a persona contro i 200€ circa di Milano e Bologna. La città dello Stretto è fanalino di coda davanti ad altre due città del sud Napoli e Bari. Il capoluogo pugliese comunque spende il doppio di quanto viene impegnato a Messina, quasi 80€ a persona.

A Messina il minor investimento nazionale per l’istruzione

Scorrendo indietro negli anni, tra i bilanci di Openpolis, si scopre che la giunta De Luca ha aumentato la voce di spesa. Alla voce istruzione e diritto allo studio, rispetto alla giunta Accorinti, si è comunque avuto un incremento del 50%. Nel consuntivo 2017, l’ultimo bilancio dell’amministrazione Accorinti riportava alla suddetta voce 5 milioni. Mentre nell’ultimo consuntivo al momento disponibile del 2019 la voce di spesa è di poco superiore ai 9 milioni, da questa cifra viene stilata la classifica di Openpolis.

L’assessore ha preso atto di questo dato promettendo che “è un ottimo spunto di riflessione. Se è così ci sarà un’inversione di tendenza, ma non per concorrere nelle classifiche nazionali, bensì per realizzare interventi validi, concreti e utili alla collettività studentesca”. Al tempo stesso si è riservata la possibilità di verificare i dati di Openpolis anche per capire quali spese rientrano in quella voce, portando ad esempio che “sull’edilizia scolastica abbiamo smosso situazioni ferme da decenni. Per l’emergenza Covid sono state prese decisioni in materia di ampliamento di aule, didattica a distanza e locali aggiuntivi”. Senza dimenticare gli impegni finanziari per rendere gratuite mense e trasporti, altre spese per l’istruzione che non è detto rientrino nella voce citata da Openpolis.

Da non sottovalutare anche la questione esclusivamente numerica. La classifica tiene conto del rapporto spesa-cittadini e non spesa-popolazione studentesca su cui l’Assessore è molto netto: “Rispetto ad esempio ai numeri di Napoli posso dire che la nostra città ha una popolazione studentesca inferiore, a Messina questo numero è di 19.500 studenti”.

L’accentramento delle scuole

Restiamo in attesa di approfondire l’argomento voci di spesa con l’Assessore e di poter visionare eventualmente il consuntivo relativo al 2020 e il bilancio preventivo dell’anno da poco iniziato. L’analisi sull’istruzione messinese si è spostata sul numero di scuole, loro posizionamento sul territorio e rapporto tra statali e paritarie.

Confrontando gli elenchi del ministero dell’istruzione per le scuole pubbliche, con altri elenchi nazionali in cui venivano riportate le scuole paritarie sono venuti fuori dati che confermano un accentramento. A questo proposito l’Assessore ha dichiarato che “l’eterna questione tra zona centrale, in cui i servizi sono maggiori, e le zone cosiddette periferiche che non considero tali, quali zona nord e zona sud, è una questione di cui sono a conoscenza e a cui stiamo già lavorando”.

Facendo riferimento alle zone tramite il CAP risulta che dall’Annunziata bassa fino a Gazzi sorgano la metà delle scuole della città, che comprendono la quasi totalità delle paritarie. Più di 100 sono le scuole materne, spostandosi in periferia risultano però isolate. Più omogenea la distribuzione delle scuole primarie, specie nei villaggi. Accentramento che torna preponderante quando si analizza il posizionamento delle scuole medie inferiori.

Il rapporto con gli istituti paritari

Il rapporto tra scuole statali e scuole paritarie vede una predominanza delle scuole pubbliche, che superano in rapporto di 2 a 1 quelle private. I dati, confrontati con le altre città prese ad esempio in precedenza (Bari e Bologna), evidenziano una distribuzione più disomogenea a Messina. Al tempo stesso il rapporto tra statali e paritarie al Nord è sbilanciato a favore delle seconde; mentre nelle altre città del Sud è il contrario.

Nessuna sorpresa per l’Assessore per cui: “È un dato di fatto, a Messina abbiamo tantissimi istituti paritari, ma questo deriva anche dalla fortissima tradizione religiosa. Il punto fondamentale è che il genitore abbia diritto di scegliere sull’istruzione del proprio figlio e quindi optare per ciò che crede sia meglio. La presenza di scuole paritarie amplia questa possibilità di scelta. Fermo restando che sono a favore della scuola pubblica e mi batto per essa”.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007