Messina. Pnrr, "il ruolo dei Comuni è centrale e non si perderanno i progetti"

Messina. Pnrr, “il ruolo dei Comuni è centrale e non si perderanno i progetti”

Redazione

Messina. Pnrr, “il ruolo dei Comuni è centrale e non si perderanno i progetti”

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lunedì 04 Settembre 2023 - 09:00

In un convegno promosso da Quater srls, Gilda Siniscalchi, capo di gabinetto del ministro per il Sud, ha aggiornato sul Piano. E i sindaci chiedono maggiore supporto

MESSINA – “Il ruolo dei Comuni nel Pnrr è centrale: sono stati assegnati 36,3 miliardi di euro. E non verranno eliminati progetti ma continueranno con altre fonti di finanziamento nazionali”. Lo ha affermato Gilda Siniscalchi, capo di Gabinetto del ministro per gli Affari europei e il Sud, le Politiche di Coesione ed il Piano nazionale per la ripresa e resilienza, partecipando ad un convegno a Villa Ida a Messina su “I Comuni come leva di sviluppo attraverso il Pnrr”. L’evento è stato organizzato da Quater srls, azienda che si occupa di formazione e assistenza tecnica ai Comuni interessati dagli investimenti, e ha visto la partecipazione di numerosi sindaci tra i quali Federico Basile sindaco di Messina in rappresentanza dell’Anci, Cateno De Luca sindaco di Taormina e deputato regionale, Antonio Stroscio, sindaco di Floresta. E proprio i primi cittadini chiedono al governo nazionale più supporto e assistenza.

Sono intervenuti pure il deputato nazionale di Forza Italia Tommaso Calderone e la senatrice di Sud chiama Nord Dafne Musolino, Antonella Merola, dell’Igpnrr, Gestione operazioni finanziarie Pnrr – Mef, Bianca Maria Volpe, dell’Ispettorato generale per il Pnrr – Mef, Francesco Verbaro, presidente di Formatemp, e Piero David, senior advisor Sviluppo locale e Maristella Ridolfo, presidente di Quater.

Ha sottolineato Siniscalchi: “I Comuni hanno un ruolo centrale e fondamentale nella riuscita del Pnnr, che rappresenta un’opportunità incredibile per il nostro Paese. Basta analizzare alcuni dati: fino al 31 maggio 2023 sono stati assegnati al sistema dei Comuni circa 36,3 miliardi di euro, quindi il 91% della dotazione finanziaria prevista. Il 40% è destinato alla rivoluzione verde e alla transizione ecologica, il 31% per la coesione e l’inclusione, il 20% per l’istruzione e la ricerca, il 9% per la digitalizzazione e l’innovazione. Un altro dato importante riguarda le gare bandite con risorse Pnnr e Pnc che fino a giugno 2023 sono state 102 mila, delle quali il 51% a titolarità comunale”.

“Il Piano nazionale di ripresa e resilienza – ha proseguito Siniscalchi – ha difatti riconosciuto per la maggior parte i Comuni come soggetti attuatori: anche se è una sfida che vede collaborare tutti i livelli di governo. Esiste una cabina di regia presso la presidenza del Consiglio dei ministri, ne fanno parte le amministrazioni centrali, i rappresentanti delle Regioni e dei Comuni e si cerca di capire quali sono le criticità a livello strategico. Questo ha portato anche ad una revisione del Piano riconoscendo alla presidenza del consiglio un ruolo strategico e un interlocutore privilegiato con la Commissione Europea per il Pnrr e valorizzando il ruolo del ministero dell’Economia e delle finanze”.

“Il nostro Paese – ha continuato Siniscalchi – ha pensato di chiedere una revisione del Pnrr per richiedere il capitolo aggiuntivo del RepowerEu italiano, ovviamente la richiesta è in valutazione alla Commissione europea. Sono previsti degli investimenti e delle risorse aggiuntive con una visione incentrata sul futuro dell’Italia per gli approvvigionamenti di energia, che sono fondamentali. Potremo essere costretti a togliere quindi alcuni progetti iniziali dal Pnnr, ma non sono compromessi, continueranno con altre fonti di finanziamento nazionali”.

La richiesta dei sindaci di un supporto maggiore per il Pnrr

Molti dei sindaci presenti all’evento hanno evidenziato le problematiche tecniche del Piano di Resilienza chiedendo maggiore supporto e informazioni. “Purtroppo – ha proseguito Siniscalchi – la complessità del Pnnr è evidente, perché è un piano di performance, un aspetto nuovo rispetto ad altre tipologie di finanziamenti. Raggiungere gli obiettivi non è semplice, ci sono diversi step e punti critici: tra questi la capacità di intervenire dei soggetti attuatori in particolare dei piccoli comuni per problemi atavici come la mancanza di risorse, in particolare figure tecniche specializzate. L’italia non era forse preparata ad affrontare un piano di tali dimensioni, ma la cabina centrale sta cercando di dare il massimo supporto ai comuni. Un altro problema – ha concluso iniscalchi – riguarda il reclutamento di nuove risorse umane poiché purtroppo spesso è possibile assumere per un periodo di tempo limitato e tutto questo rende questi posti meno attrattivi”.

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