Messina: puzzle sanità. Il Piemonte torna col Papardo e l'Irccs al Policlinico?

Messina: puzzle sanità. Il Piemonte torna col Papardo e l’Irccs al Policlinico?

Rosaria Brancato

Messina: puzzle sanità. Il Piemonte torna col Papardo e l’Irccs al Policlinico?

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martedì 02 Luglio 2019 - 07:34

Potrebbero riprendere corpo due ipotesi che sembravano finite nel cassetto. Fanta-sanità o clima politico sanitario mutato?

Il panorama della sanità a Messina è in continuo cambiamento e ciò che sembrava assodato fino a pochi mesi fa non lo è più. I movimenti per cambiare nuovamente il puzzle sono al momento poco evidenti, ma procedono.

I destini del Piemonte torneranno ad incrociarsi con quelli del Papardo, 3 anni dopo la legge d’ottobre che accorpò il nosocomio di viale Europa all’Irccs e nel contempo anche per il Neurolesi potrebbe esserci il ritorno alla “casa madre”, ovvero il Policlinico.

Nessuno ricorda più quanto accadde nel febbraio 2018, nell’imminenza delle Politiche e sei mesi prima delle amministrative. In quei giorni l’allora neo deputato regionale di Forza Italia Luigi Genovese presentò un ddl che finì subito nella bufera (leggi qui) Genovese lo definì “Salva Papardo” e prevedeva il “ritorno” dell’unione del Papardo con il Piemonte, alla luce della grave situazione economica del nosocomio della zona nord.

Una sorta di marcia indietro rispetto a quanto accaduto con la legge 24 del 2015 e che aveva comportato la fusione dell’Irccs con il Piemonte e il divorzio di quest’ultimo dal Papardo. Lì per lì scoppiò l’inferno su una proposta che aveva avuto la firma di tutti i deputati regionali azzurri. L’assessore regionale alla sanità Ruggero Razza, con diplomazia, congelò il tutto e lasciò che finisse nel cassetto, anche per via di un clima rovente in vista delle doppie consultazioni elettorali (Politiche a marzo e amministrative a giugno).

La questione sembrava effettivamente dimenticata. Frattanto, a fine 2018, prese corpo un’altra operazione: un ritorno dell’Irccs all’Università e quindi al Policlinico. L’ipotesi (leggi qui) fortemente voluta dal Rettore Cuzzocrea teneva in considerazione il futuro pensionamento del professore Bramanti (attuale direttore scientifico dei neurolesi e “papà” dell’istituto) e non spiaceva all’assessore regionale Razza.

Anche in questo caso però il “triangolo Irccs-Piemonte-Policlinico” finì nel cassetto, almeno in apparenza. Il nodo delle sorti del Piemonte infatti restava problematico.

Da dicembre in poi una serie di movimenti politico-sanitari hanno invece riportato in auge le due operazioni.

A dicembre viene nominato il nuovo Dg dell’Irccs-Piemonte: Vincenzo Barone. Per il manager un ritorno all’Irccs dove era stato commissario, ma non si può dire che Barone sia particolarmente vicino al professore Bramanti.

Al Papardo viene nominato Paino, un manager molto vicino a Genovese senior.

Nei mesi successivi vengono completate tutte le nomine in tutte le aziende sanitarie ed ospedaliere. Nel quadro complessivo approda all’Irccs Piemonte Pippo Rao, vicinissimo a Genovese al punto che nel 2017 era dato tra i possibili assessori regionali alla sanità del neonato governo Musumeci.

All’Ars intanto, le cose cambiano. Da tempo l’area Genovese meditava lo strappo con Forza Italia e con Miccichè e il divorzio si consuma alle Europee. Dall’inizio del 2019 Luigi Genovese inizia un percorso di avvicinamento a Musumeci che si completa nei giorni scorsi con la nascita di Ora Sicilia, un gruppo “misto” all’Ars che fa da diretto sostegno al governatore. Regista dell’operazione, nell’ambito di una visione più ampia che riguarda il futuro di Diventerà Bellissima e le alleanze con la Lega, è stato proprio l’assessore Razza, che un anno fa aveva stoppato il ddl Genovese.

Un anno dopo quindi il clima sull’accorpamento tra Piemonte e Papardo è totalmente opposto a quello del febbraio 2018. Ai vertici di entrambi gli ospedali ci sono due manager vicini a Genovese (Paino e Rao) e il deputato regionale è in piena armonia con Musumeci e Razza. I conti del Papardo continuano ad essere critici mentre l’Irccs-Piemonte viaggia col vento in poppa dei 90 milioni stanziati dall’ex ministro Lorenzin per la riqualificazione ospedaliera.

A questo punto il “terzo incomodo” potrebbe essere proprio l’Irccs per il quale però il progetto di un ritorno nell’alveo dell’Università (magari attraverso una Fondazione) non è mai stato accantonato del tutto.

Anche in questo caso i rapporti tra il Rettore, il governatore e l’assessore Razza sono ottimi.

Tutto questo potrebbe non essere fanta-sanità.

Rosaria Brancato

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Un commento

  1. I malati come pedine sulla scacchiera dei potenti.

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