I tre giovani, di età compresa tra 19 e 21 anni, facevano da equipaggio
MESSINA – Erano sbarcati in 250, egiziani, siriani e afgani, nella mattina del 1 settembre, al Molo Norimberga. Due giorni dopo, la Squadra Mobile della Questura di Messina e il Gico – Nucleo Pef della Guardia di Finanza di Messina, hanno sottoposto a fermo e portato al carcere di Messina Gazzi tre cittadini egiziani di età compresa tra i 19 e i 21 anni, indiziati del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
I migranti erano stati tratti in salvo nell’ambito di una vasta operazione di soccorso e recupero coordinata dalla Capitaneria di Porto all’esito della quale circa 540 persone erano state soccorse in mare aperto e poi fatte sbarcare nei porti di diverse località italiane (Messina, Catania e Roccella Jonica).
Ultimate le operazioni di sbarco, la Procura della Repubblica di Messina ha coordinato le attività investigative immediatamente avviate al fine di comprendere le dinamiche del viaggio ed identificare eventuali scafisti.
Le informazioni rese da alcuni dei migranti hanno consentito di appurare come, dopo un periodo di permanenza in dei capannoni (luoghi di transito dove i migranti sono tenuti rinchiusi in attesa della traversata) sulle coste libiche, all’alba del 27 agosto un barcone in ferro di circa 20 metri è partito alla volta dell’Italia.
I migranti ascoltati dagli investigatori della Squadra Mobile e del Gico hanno riferito di aver sborsato la somma di 130.000 dinari egiziani (poco meno di 7.000 euro) per la traversata, descrivendo le attività poste in essere da alcune persone che si comportavano come l’equipaggio del natante, poiché provvedevano a fornire cibo ed acqua ai migranti, mantenevano l’ “ordine” a bordo e governavano l’imbarcazione permanendo nella parte superiore, andando giù in stiva – dove erano ammassate le oltre 500 persone – soltanto sporadicamente.
