Il business di Salvo e Arcolaci e la rete di agenzie in tutta la Sicilia. Soltanto uno ha parlato
Messina – Va sostanzialmente a vuoto il primo confronto tra i 9 arrestati per il giro di scommesse on line illegali e il giudice Eugenio Fiorentino, che ha autorizzato il blitz della Guardia di Finanza scattato due giorni fa tra Camaro e altre zone del centro città.
Chi ha parlato e chi ha taciuto
Hanno taciuto infatti Carmelo Salvo e Lino Arcolaci, i attorno ai quali ruota l‘indagine della SciCo della Finanza. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere anche Emanuele Milia. Antonino Messina, Salvatore Barretta, Nicola Caniero, Francesco Orlando e Angelo Repoli, assistiti dall’avvocato Salvatore Silvestro. Ignazio Vadalà, difeso dall’avvocato Giuseppe Giacoppo, ha invece risposto a tutte le domande del giudice, difendendosi e chiarendo il proprio ruolo.
Gli interrogatori di garanzia proseguono oggi per le 13 persone ai domiciliari: Gaetano Arcolaci, Giuseppe Costa, Giuseppe De Salvo, Danilo Ferrantelli, Riccardo Lopes, Francesco Ricciari, Domenico Zannino, Domenico Arena, Francesco Aversa, Antonio Basile, Carmelo Calabrò, Antonella Chiera e Giuseppe Lo Medico.
L’indagine sulla rete di spaccio

L’indagine della procuratrice vicaria Rosa Raffa e le sostitute Antonella Fradà e Liliana Todaro (in foto) ha ricostruito il business delle scommesse on line illegali gestite da Carmelo Salvo, già coinvolto e scagionato nel processo Totem. Indagando sui sui contatti, gli investigatori hanno seguito l’evolversi dei contatti e del business, portato avanti anche dal consigliere di quartiere Lino Arcolaci nella zona di Provinciale, e l’espansione con le sale scommesse anche in altre zone del messinese e del resto della Sicilia.
