Messina, se la pandemia "sequestra" il diploma: il caso del Cpia

Messina, se la pandemia “sequestra” il diploma: il caso del Cpia

Alessandra Serio

Messina, se la pandemia “sequestra” il diploma: il caso del Cpia

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martedì 05 Aprile 2022 - 07:02

Il caso del mancato diploma ai ragazzi di un corso di formazione adulti a Messina...a causa delle chiusure covid.

MESSINA – E’ diventata un caso la mancata consegna del diploma ai sette ragazzi che hanno superato l’esame finale del corso per operatore grafico erogato dal Centro provinciale per la formazione adulti, presieduto dal dirigente Giovanni Galvagno. Perché a due anni dall’esame i ragazzi sono ancora senza diploma in mano. Fermo a Palermo, a quanto pare, a causa del…covid! La pandemia ha rallentato parecchio le attività di tutte le amministrazioni, che faticano a “riaprire” al pubblico e alla normalità, anche dopo la fine dello stato di emergenza.

Ma due anni per percorrere la tratta Palermo-Messina sembrano davvero troppi, anche per una certificazione non essenziale come questa. Perché anche senza la pergamena in mano, i ragazzi che hanno conseguito il titolo possono comunque esibire una autocertificazione valida, in caso di necessità. La rabbia però resta.

La vicenda del corso per operatore grafico

Tre anni di corso pomeridiano, lezioni terminate ad agosto 2019, poi l’esame a giugno 2020 davanti ai professori interni ed al “commissario” regionale esterno. Dopo l’estate, i ragazzi del corso per operatore grafico sono tornati nella sede del CPIA e alla segreteria, ubicata nell’edificio della scuola Iaci, per ritirare l’attestazione. Ma da allora della pergamena non c’è traccia.

Se la pandemia “sublima” la democrazia

Gli attestati vanno infatti rilasciati dall’Assessorato regionale al lavoro e alla formazione, che però praticamente fino a qualche giorno fa ha osservato il regime di apertura al pubblico “emergenziale”. Le pergamene vanno però consegnate personalmente ad un addetto del Centro. Niente consegna postale, neppure con corriere privato, niente delega alla stampa o trasmissione telematica, spiegano dall’Assessorato alla scuola. Così, tra chiusure degli uffici, ingressi scaglionati e solo per appuntamento, smart working e positività dei dipendenti degli uffici palermitani, malgrado i solleciti del CPIA i diplomi sono ancora a Palermo.

“Per non parlare dell’enorme mole di lavoro che la gestione emergenziale dell’attività didattica ci ha riversato addosso e continua a causare” racconta il preside Galvagno, che precisa: ” In questa mole di attività – tra continui adeguamenti alle continue circolari, positività tra allievi e docenti e tutto il resto – siamo riusciti a gestire le urgenze. La consegna dei diplomi è certo importante, ma per gli allievi il titolo è valido e possono attestarlo, anche in attesa della pergamena.” Infine, raccontano dalla scuola, ci si è messa anche la sfortuna. Perché alla prima data utile, recentemente, per andare a ritirarli, il delegato della scuola…è risultato positivo al coronavirus! Anche se poco, quindi, gli allievi dovranno attendere ancora.

Insomma, sembra dire il dirigente, tra i tanti “casini” creati dalla gestione pandemica della scuola, il settore forse più penalizzato in assoluto in questi ultimi anni, la consegna fisica delle pergamene è forse l’ultima delle urgenze. Certamente è uno dei casi esemplificativi di come la pubblica amministrazione si sia “chiusa” a riccio, forse spesso in maniera ingiustificata, e fatichi ancora oggi a riaprire e ripartire.

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