Fit-Cisl, Faisa Cisal e Orsa Trasporti annunciano uno stop di 4 ore dopo non aver ricevuto alcun riscontro dall'azienda
MESSINA – Fit-Cisl, Faisa Cisal e Orsa Trasporti hanno annunciato la prima azione di sciopero di tutto il personale Atm. Le organizzazioni sindacali spiegano di aver attivato la prima fase delle procedure di raffreddamento lo scorso 1 ottobre, “ma nessun riscontro è pervenuto da parte di ATM S.p.A. entro i termini previsti dalla vigente normativa”. E’ stata quindi attivata la seconda fase con nota del 7 ottobre 2025, “ma anche in questo caso – aggiungo – nessun riscontro è pervenuto da fonte aziendale e/o Prefettizia”. Esauriti quindi con esito negativo entrambi i tentativi obbligatori di raffreddamento e conciliazione “per assenza di disponibilità aziendale al confronto”, i sindacati hanno deciso di dichiarare la prima azione di sciopero di 4 ore che riguarderà tutto il personale dell’Azienda Trasporti Messina nella giornata del 7 novembre 2025, dalle ore 16:01 alle ore 20:00.
Le motivazioni dello sciopero
Nella nota trasmessa oggi Fit-Cisl, Faisa Cisal e Orsa Trasporti elencano le motivazioni che hanno portato allo sciopero:
- Necessità di rimettere in trattativa l’inappropriato accordo integrativo di secondo livello perché:
– applicato senza l’approvazione del referendum dei lavoratori e senza la sottoscrizione delle scriventi OO.SS. fortemente rappresentative in azienda,
– discriminante per i dipendenti fruitori di Legge 104 e similari,
– confusionario nel calcolo del premio di produzione,
– omesso e/o male interpretato nella parte favorevole ai lavoratori. - Progressiva privatizzazione dei servizi complementari: Verifica, Manutenzione, Officine, Rimozione Forzata, Portineria, controllo parcheggi strisce Blu e area ZTL.
- Carenza di autisti con conseguente soppressione delle corse Bus programmate.
- Dubbie prassi selettive per le promozioni e/o funzionamenti temporanei a parametro superiore.
- Disposizione unilaterale dell’Organizzazione del Lavoro in violazione del CCNL Autoferrotranvieri.
- Variazioni delle zone di lavoro chiaramente ritorsive e discriminanti.
- Distrazione di risorse pubbliche e discriminazione dei lavoratori attraverso bonus/premi individuali, distribuiti in modo blindato a insindacabile discrezione dell’azienda che non specifica i ritorni di tali investimenti di denaro pubblico in termini di produttività e miglioramento del servizio.
- Cattivo impiego di fondi pubblici in occasione del revamping della tranvia che dopo l’impiego di 6 milioni di euro presentava ancora le originarie disfunzioni prima di essere definitivamente dismessa.
- Gestione autoritaria del personale attraverso costanti provvedimenti disciplinari pretestuosi e ingenti richieste di risarcimenti economici a carico dei lavoratori.
- Distrazione di risorse pubbliche attraverso contenziosi legali innescati con i lavoratori che, in molti casi, hanno visto l’azienda soccombere, condannata al pagamento di ingenti risarcimenti e spese legali saldate con denaro pubblico.

E niente, loro così fanno, anche a Taormina.
Praticamente un disastro nascosto dalla propaganda