La cava di pomice rischia di cadere a pezzi. Bloccata la strada Porticello-Acqualda a causa di caduta sassi, fiumi di pomice, e cedimenti del muro di contenimento.

Da due anni le cave di pomice sono sottoposte a sequestro, ed ancora si attendono interventi per la messa in sicurezza dei luoghi.

Da quando l’Unesco, per via dell’inserimento delle Eolie tra i siti ‘Patrimonio dell’Umanita”, ha imposto la fine dell’estrazione, tutto è stato abbandonato, dimenticato, ignorato, come gli stessi ex lavoratori tutt’oggi disoccupati. Ma adesso sono gli abitanti di Lipari a far sentire la loro voce…o meglio la loro è una richiesta di aiuto rivolto alle istituzioni per evitare a Lipari un disastro come quello verificatosi nella vicina Messina.

Le prime avvisaglie si sono avute anche qui. Dopo le incessanti pioggie degli ultimi giorni, si sono registrati disagi e pericoli, a causa di nuove frane. Danneggiata la piccola chiesetta che e’ situata nella zona sottostante Porticello, a due passi dalla spiaggia, e stamattina si è persino dovuto chiudere al transito automobilistico il tratto Porticello-Acquacalda, che costeggia la parte inferiore dell’ex stabilimento della Pumex, poichè la carreggiata è stata invasa da sassi, blocchi di muro di contenimento e fiumi di pomice che continuano a scendere copiosi, rendendo sempre più preoccupante la situazione.

Fortunatamente durante le frane nessuno percorreva quel tratto di strada, su cui oggi sono intervenuti gli uomini della Provincia di Messina con mezzi meccanici aiutati dalla squadra della Protezione civile di Lipari, al fine di riaprire al più presto la strada, che per il momento sta costringendo i 600 abitanti della zona di Acquacalda a raggiungere il centro di Lipari attraverso il percorso più lungo di Quattropani.