Sanità. -Lasciate ogni speranza, Voi ch'entrate....-

Sanità. -Lasciate ogni speranza, Voi ch’entrate….-

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giovedì 02 Settembre 2010 - 10:17

L'inefficienza del Pronto Soccorso di Milazzo. Pazienti in attesa per ore ed un solo medico per tutti.

-Il pronto soccorso è l’unità operativa dell’ospedale dedicata ai casi di urgenza e con spazi adibiti alla breve osservazione. Qui vengono prestate le prime cure in tutti i casi di emergenza; si accede, quindi, in modalità di -ricovero urgente–. Questa è però la definizione da manuale perchè se si ha la -sfortuna- di ricorrere al servizio di Pronto Soccorso dell’Ospedale di Milazzo notiamo -ahinoi!- che il prospettato servizio è di tutt’altro tipo. Là dove la corsa contro il tempo è fondamentale perchè pochi minuti potrebbero mettere in pericolo una vita, si deve attendere, invece, ore ed ore per poter essere visitati e ricevere le prime cure. La sala d’attesa, quindi, diventa luogo in cui i parenti e gli amici dei pazienti -magari non troppo gravi ma ugualmente sofferenti- si scambiano informazioni sui sintomi del loro amico o congiunto che hanno accompagnato, su cosa può aver causato il malessere e quindi si abbozzano anche maldestre diagnosi ricordando l’episodio in cui un dolore simile era stato superato con questo o quel farmaco. Nello stesso momento in cui si svolge il salotto da -medicina 33-, i pazienti con sospette fratture, dolori al petto, fitte addominali, tagli sanguinanti o qualsiasi altro problema restano lì seduti – se sono rimasti posti a sedere liberi – ad aspettare senza che nessuno li accudisca o quanto meno cerchi di capire cosa si possa fare nell’immediatezza per alleviare la sofferenza prima di esser sottoposti ad una visita più accurata. Abbandonati e rimproverati se dopo i primi 45 minuti di attesa ad un -Pronto Soccorso- si fa capolino nella sala adiacente la stanza del medico per capire cosa stia facendo ritardare la chiamata, i pazienti -diventati a buon diritto -impazienti– scoprono che il medico al Pronto Soccorso di Milazzo è uno solo! Lo stesso che accoglie, visita, mette la flebo, controlla chi la sta già facendo, dà i punti di sutura ed, infine, compila il foglio di dimissioni. E’ ovvio, quindi, che una persona sola non può soddisfare la richiesta di assistenza urgente che in qualsiasi ora del giorno e della notte si presenta in un centro con più di 32 mila abitanti come Milazzo, ricordando, inoltre, che quel Pronto Soccorso serve anche un altrettanto vasto bacino d’utenza proveniente dall’area industriale. E’ quindi facilmente immaginabile la reazione -in alcuni casi anche violenta- da parte di parenti e amici dei pazienti per le ore di snervante attesa del loro congiunto, inserito in una lista che scorre lenta, nonostante il desistere di molti che decidono di rivolgersi altrove. Ma c’è di più. La condizione appena descritta non è certamente una novità, la stampa si è già occupata dell’argomento raccogliendo le lamentele dei cittadini, narrando dell’aggressione alla dottoressa di turno da parte di un uomo che aveva portato il proprio bambino, e pubblicando le denunce delle organizzazioni sindacali interne al presidio di villaggio Grazia che rendevano nota la situazione di assoluta emergenza, dovuta ad una carenza di organico, accompagnata da una non ottimale organizzazione del servizio. Eppure dalle -stanze dei bottoni- del mondo sanitario regionale, provinciale e locale nessuno è ancora intervenuto a difesa del cittadino, nessuno si indigna, tutto è diventato col trascorrere dei mesi vergognosamente -normale-. Non lo sarà più -forse- nel momento in cui davanti al caso estremo di una morte evitabile con un intervento medico immediato, la Procura aprirà il suo fascicolo. Ma si deve arrivare a tanto per vedersi riconosciuto un diritto?

(foto: Pronto Soccorso di Milazzo alle ore 3 del mattino)

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