Milazzo, maxi sequestro al re delle coop sociali Busacca e Santino Napoli. Avevano avuto fondi anti crisi covid FOTO E VIDEO

Milazzo, maxi sequestro al re delle coop sociali Busacca e Santino Napoli. Avevano avuto fondi anti crisi covid FOTO E VIDEO

Alessandra Serio

Milazzo, maxi sequestro al re delle coop sociali Busacca e Santino Napoli. Avevano avuto fondi anti crisi covid FOTO E VIDEO

Tag:

giovedì 16 Dicembre 2021 - 08:50

Una sala ricevimento, 16 società, coop agricole sui Nebrodi e conti esteri sotto chiave al re delle coop Giuseppe Busacca che aveva messo su una super società con Santino Napoli

Cento milioni di euro in conti all’estero, la sala ricevimenti Villa Hera di Milazzo, 16 società, diverse ville messi sotto chiave dalla Direzione centrale anti crimine dalla Polizia nell‘operazione Hera a Giuseppe Busacca, imprenditore del milazzese molto noto per la sua attività con le cooperative di assistenza sociale. Secondo la Procura e la Polizia di Messina è legato a doppio filo all’ex consigliere comunale di Milazzo Santino Napoli, arrestato e condannato nell’operazione antimafia Gotha 7.

santino napoli
Santino Napoli

Il maxi sequestro è frutto della nuova tecnica di lavoro adottata dalla Direzione, caratterizzato dallo svolgimento in parallelo delle investigazioni preventive patrimoniali e delle indagini giudiziarie.

Napoli, condannato in via definitiva e oggi agli arresti domiciliari, risponde della citata imputazione penale per una serie di condotte che, poste in essere grazie al suo pregresso ruolo di pubblico amministratore, hanno consentito ai due di ottenere, tra il 2000 e il 2014 soprattutto ma fino ai giorni nostri, l’aggiudicazione di appalti pubblici ad aziende di proprietà dei sodali, nonché individuare le aziende che, assegnatarie di altri lavori pubblici, venivano sistematicamente sottoposte ad estorsione.

Grazie alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, che hanno trovato conferma nelle attività dei Commissariati di Milazzo e Barcellona, è emerso il ruolo di Santino Napoli come gestore del business delle sale ricevimenti e locali da ballo della zona, dove però c’erano gli interessi della famiglia mafiosa di Barcellona.

Giuseppe Linares

Il provvedimento di sequestro, richiesto congiuntamente dal procuratore capo Maurizio De Lucia e dal Questore di Messina Gennaro Capoluongo, arriva dopo l’inchiesta patrimoniale della Direzione centrale Anti crimine, ai comandi del direttore centrale, il prefetto Francesco Messina e del direttore Giuseppe Linares, mentre parallelamente si muoveva con intercettazioni e pedinamenti anche il Commissariato di Milazzo. E’ stata la “carta vincente” che ha permesso di collegare Busacca a Napoli.

maurizio de lucia procuratore capo messina

Il re delle coop, da moltissimi anni nel campo della pubblica assistenza e della formazione, titolare di numerose cooperative sociali, agricole e faunistiche (queste ultime allocate nell’area
nebroidea), aveva, in realtà partecipato sin dall’inizio agli investimenti del
sodalizio mafioso nel settore dell’accoglienza, secondo gli investigatori giovandosi di erogazioni pubbliche conseguite con false fatture su operazioni inesistenti che gli hanno consentito di dragare i pubblici contributi derivanti da appalti per lo svolgimento di servizi socio-assistenziali a Messina, Milazzo, Taormina e numerosi altri comuni messinesi, catanesi, sardi e romani.

capoluongo questore di Messina
Questore Capoluongo

I due avevano costituito una super società di fatto e strutture societarie piramidali destinate a dissimulare l’origine illecita dei capitali ed il loro reimpiego in attività economiche apparentemente lecite, oltre che a dissimulare il circuito illegale del danaro, tramite la creazione di società “cartiere”, ovvero utilizzando i fondi pubblici assegnati alle cooperative sociali nel contesto della formazione professionale e per la gestione di strutture residenziali per anziani (alcune delle quali solo
apparentemente tali, ma in realtà utilizzate per la gestione di un importante esercizio alberghiero nel comune mamertino collocato in una posizione strategica, e per la realizzazione, con fondi pubblici destinati a lavori di “ristrutturazione” degli edifici adibiti a residenze socio-assistenziali, di immobili di assoluto pregio destinati ad abitazioni familiari
dei soggetti colpiti dall’odierno provvedimento), trasporto disabili e studenti, servizi di assistenza domiciliare, case rifugio per minori stranieri, emarginati, disagiati, attività di sportello sociale per famiglie in condizioni disagiate, servizi di segreteria e pulizie per poliambulatori pubblici gestiti dalle ASL locali, oltre che elettricisti ed operai, che hanno fruttato, solo tra gli anni 2000 e 2014, introiti superiori ai 100 milioni di euro, successivamente riciclati nella casse sociali o distratti per finalità personali o per creare provviste di denaro occultate in fondi esteri.

Gli investigatori, coordinati dal procuratore aggiunto Vito Di Giorgio e dai PM Fabrizio Monaco e Antonella Fradà, hanno ricostruito un ventennio di operatività mafiosa, arrivando al sequestro di 16 società, di capitali e cooperative sociali, intestate ad altre persone ma tutte tutte riferibili a Napoli e Busacca, secondo la Procura, anche tramite il figlio di Busacca, Alessandro, anch’egli già pubblico amministratore a Milazzo.

Le attività del gruppo spaziano dai servizi sociali, in quanto assegnatarie di pubblici appalti per oltre un ventennio, alle cooperative agricole e di macellazione dei maiali nell’area nebroidea che gode di finanziamenti Agea che mettono sul mercato prodotti Doc. Le coop agricole si muovevano come vere e proprie società di capitali, allo scopo precipuo di abbattere radicalmente i costi di gestione e la tassazione relativa.

Nel passaggio di denaro tra le società agricole e quelle di gestione della sala ricevimenti si concretizzavano, secondo gli investigatori, imponenti operazioni di riciclaggio, nascoste nei fallimenti di alcune
società di capitali (alle quale ne sono subentrate altre con nuovi prestanome) rivelatisi operazioni di bancarotta fraudolenta con lo scopo di spostare captali all’estero.

Il gruppo ha anche acquisito 500 mila euro di fondi anti crisi da Covid 19.

Altri cinque gli indagati per truffa aggravata, mentre Busacca è indiziato di intestazione fittizia di beni aggravata dalla finalità mafiosa, riciclaggio e impiego di beni di provenienza illecita, truffa aggravata. Napoli ha la sorveglianza speciale per cinque anni, Busacca per 3 anni e mezzo. Con il sequestro scatta anche la proposta al prefetto delle misure interdittive antimafia.

Articoli correlati

Un commento

  1. Commercianti costretti a CHIUDERE per i mancati aiuti 😱🥺e al” RE delle coop” gia RICCO di suo ,DANNO ADDIRITTURA 500 mila euro di fondi anticrisi😳🤔…… “COMPLIMENTI “allo STATO 😤😡😱 che SBAGLIA SEMPRE a chi DARE PRIORITÀ negli AIUTI😡😤😖…A CU TANTU ,A CU NENTI 😖😡😤

    0
    0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007