Il protocollo dei Bitcoin nel mondo dell’auto? Ecco cosa studia Toyota

Il protocollo dei Bitcoin nel mondo dell’auto? Ecco cosa studia Toyota

Il protocollo dei Bitcoin nel mondo dell’auto? Ecco cosa studia Toyota

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mercoledì 31 Maggio 2017 - 00:45

La Casa giapponese studia come sfruttare le auto sempre più informate sull’ambiente esterno e sempre più connesse al cloud.

Il Toyota Research Institute (TRI) ha annunciato l’inizio della sperimentazione sulla Blockchain e sulla Distributed Ledger Technology (BC/DL). Il TRI sta infatti collaborando con il MIT Media Lab e con altri partner del settore per promuovere un ambiente digitale in cui gli utenti possano condividere in rete, in tutta sicurezza, i dati relativi alla guida diretta e a quella autonoma su veicoli in fase di testing.

Con il termine Blockchain (tradotto letteralmente, “catena di blocchi”) si intende un paradigma tecnologico che permette di sviluppare applicazioni “Cryptocurrency-like”. È lo stesso protocollo alla base dei Bitcoin, che rappresenta però solo una delle possibili applicazioni. Conosciuta infatti come la “tecnologia della crittovaluta”, la Blockchain si sta liberando dal legame con la moneta virtuale e sta acquistando credibilità in altri settori economici. Pian piano, grandi istituti di credito e multinazionali iniziano a studiarla per capire come utilizzarla.

Tra le aziende interessate c’è Toyota, che pensa a utilizzare la tecnologia Blockchain per consentire alle aziende e ai privati di condividere e monetizzare le informazioni relative alla guida e accedere ai dati condivisi da altri utenti all’interno di una piattaforma sicura. Un po’ quanto visto con un’iniziativa simile progettata per creare diritti d’autore digitali per l’industria discografica (la Open Music Initiative).

Grazie ai sempre più numerosi sensori di bordo, le automobili moderne sono sempre più informate sull’ambiente esterno e sempre più connesse al cloud, alle infrastrutture stradali e alle altre vetture, creando in questo modo un enorme quantità di dati estremamente preziosi. Le tecnologie BC/DL possono in questo senso creare un’opportunità per condividere i dati di guida e quelli relativi alla guida autonoma, in un contesto che preservi i diritti di proprietà dell’autore.

I possibili vantaggi? Transazioni di car/ride sharing e “usage-based insurance” (l’assicurazione a seconda dello stile di guida). I tool informatici basati sulle tecnologie BC/DL possono permettere ai proprietari dei veicoli di monetizzare l’utilizzo della propria vettura, vendendo una corsa o affittando il veicolo. La Blockchain può registrare i dati relativi all’utilizzo del veicolo e quelli sui proprietari, conducenti e passeggeri, e tutte le informazioni possono contribuire a convalidare uno “smart contract” tra le due parti, oltre a gestire il pagamento dei servizi senza coinvolgere intermediari finanziari (ed escludendo il rischio di eventuali soprattasse).

Ma il paradigma tecnologico della Blockchain potrebbe essere sfruttato anche per risparmiare sulle tariffe assicurative. Consentendo la raccolta dei dati da parte dei sensori installati sulla vettura, infatti, i possessori di un veicolo avrebbero la possibilità di ridurre i costi grazie a una maggiore trasparenza, oltre a disporre di uno strumento per verificare la qualità delle loro abitudini alla guida. E conoscendo il proprio il comportamento, si può pagare l’assicurazione a seconda dello stile di guida.

È proprio questo il concetto alla base della usage-based insurance: il premio non è calcolato soltanto sull’età o sugli incidenti avuti in passato, ma anche su come ci si comporta al volante. Le assicurazioni potranno tenere sotto controllo informazioni come l’esatta posizione del veicolo, la quantità di chilometri percorsi, la velocità tenuta, le accelerazioni. Dati che andranno a tracciare un profilo del conducente che ne descrive le caratteristiche riconoscibili di quando è alla guida.

Snapshot, un famoso servizio di usage-based insurance offerto dalla compagnia Progressive, ha già lanciato un’app che valuta i conducenti a seconda dei chilometri percorsi, delle fasce orarie in cui guidano e della quantità di accelerazioni esagerate o brusche frenate che fanno. Il tutto per incentivare chi guida a comportarsi bene al volante, offrendo sconti per chi ottiene i giudizi migliori.

Attraverso un’approccio open-source, quindi, il Toyota Research Institute sta procedendo alla creazione di un consorzio di utenti per promuovere una rapida adozione delle Blockchain da parte di quelle aziende che lavorano sullo sviluppo della guida autonoma e che offrono servizi relativi alla mobilità.

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