Movida a Messina, l'associazione Centro Storico: "Sì al divertimento ma nel rispetto delle regole"

Movida a Messina, l’associazione Centro Storico: “Sì al divertimento ma nel rispetto delle regole”

Marco Olivieri

Movida a Messina, l’associazione Centro Storico: “Sì al divertimento ma nel rispetto delle regole”

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sabato 16 Luglio 2022 - 07:15

La parola al presidente Anthony Greco: "Sì alle due ordinanze dell'assessora Musolino e si rispettino finalmente le regole su musica e danza, tutelando il riposo dei ventimila residenti"

MESSINA – “Sì alla musica e al divertimento ma nel rispetto delle regole e di quello scrigno prezioso che è il nostro centro storico. Basta discoteche improprie, in violazione della legge, e residenti che non vivono più a causa della movida. Basta anche inquinamento acustico. Orari e quiete pubblica vanno rispettati”. Anthony Greco, presidente dell’associazione “Centro Storico Messina”, partecipa ai tavoli tecnici promossi dall’assessorato alle Attività produttive e promozionali e vede con favore le due ordinanze annunciate a Tempostretto dall’assessora Dafne Musolino.

“Un processo di degrado che l’intera area sta vivendo da anni, complice il silenzio di chi è responsabile del decoro, della sicurezza, della vivibilità della zona centrale di Messina”: così l’associazione si esprimeva nel 2021. Le posizioni non sono cambiate e si attende un’inversione di rotta “a favore del rispetto delle regole”.

“Noi ci impegniamo da anni per la tutela del perimetro del centro storico: dalla zona della Banca d’Italia – spiega Greco – fino al Tribunale, via XXIV Maggio, la fontana Falconieri, il Palacultura con il Boccetta e giù fino al mare. Un luogo di cultura da preservare, tra la cripta del Duomo, la statua del don Giovanni e la chiesa dei Catalani, solo per fare degli esempi”.

Anthony Greco

“Il centro storico non sia una zona franca”

Ma che cosa chiede l’associazione, che ha realizzato lo scorso Natale tredici eventi? “Il rispetto della normativa intanto. Noi vogliamo che si rispettino l’articolo 659 del codice penale sul disturbo della quiete pubblica – afferma il presidente – e le norme vigenti sull’organizzazione di spettacoli, diffusione sonora, spettacoli dal vivo, intrattenimento musicale, spettacoli danzanti, karaoke e piano bar nei locali che somministrano alimenti e bevande. Il centro storico non può essere una zona franca”.

“Quanti rispettano la normativa sulla musica dal vivo?”

Ma chi svolge questo tipo di attività è dentro i confini normativi? “Intanto l’intrattenimento musicale, gli spettacoli dal vivo e l’organizzazione di serate danzanti – precisa Greco – devono essere organizzati solo da chi abbia una specifica licenza. Si tratta di un’attività continuativa e prevalente”.

“Esiste poi una seconda categoria di esercizio commerciale – spiega il rappresentante dell’associazione – che fa piccolo intrattenimento musicale e piano bar. In questo caso, se si decide di allietare i clienti nei locali con musica di sottofondo, entro le ore 24 l’ascolto deve terminare, salvo limitazioni. Nel caso di questa seconda categoria, per eventi fino a un massimo di 200 partecipanti e considerati spettacoli dal vivo di portata minore, la licenza è sostituita dalla segnalazione certificata di inizio attività (Scia). Non si può aumentare il prezzo della consumazione, non ci devono essere spazi per ballare e per fare spettacolo, l’attività musicale deve essere accessoria e senza pubblicità. In quanti rispettano la normativa?”.

“Ci sono ventimila residenti il cui diritto al riposo non viene rispettato”

“Parliamoci chiaro: nel centro storico di Messina i controlli devono essere più stringenti perché le norme vanno rispettate. Qui ventimila residenti hanno diritto di riposare. Magari il giorno dopo c’è il chirurgo che opera o il giudice che deve emettere un verdetto. Non esiste solo il diritto al lavoro di chi svolge attività commerciale. Bene fa l’assessora Musolino – continua il presidente dell’associazione – a prevedere un sistema sanzionatorio più severo. E che arriverà dalla sospensione della Scia (Segnalazione certificata di inizio attività, n.d.r.), al primo controllo, fino, ai casi estremi, alla revoca della licenza con chiusura del locale. Noi ci attendiamo che le regole vengano rispettate”.

In particolare, tiene a precisare il rappresentante dell’associazione, “il disturbo della quiete pubblica è un reato di pericolo concreto: chiunque, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche, disturbi le occupazioni o il riposo delle persone, è punito con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a 309 euro. Si parla di schiamazzi che superino la normale tollerabilità”.

Aggiunge il presidente: “Il decreto Monti del 2012 ha permesso che non sia più necessario ottenere licenza di pubblica sicurezza per i piccoli intrattenimenti e gli spettacoli di qualsiasi specie che si svolgono, anche temporaneamente, nei pubblici esercizi. Il tutto ha favorito gli abusi. Da qui la necessità di controlli rigorosi. In ogni caso, le norme ci sono e prevedono pure il sequestro delle apparecchiature. Ma il primo passo è cambiare l’approccio e rispettare chi vive in queste zone”.

“Dall’Arpa controlli sull’inquinamento acustico”

Greco ribadisce: “Se l’attività musicale è prevalente, l’esercizio commerciale deve avere la licenza x art. 68,69 80 Tulps, ovvero il Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. In Sicilia le funzioni amministrative sono svolte dal questore e non sono demandate al Comune. Se gli esercizi commerciali propongono musica dopo le 24, devono avere la licenza del questore per potere trasformarsi in una discoteca. Il tutto senza recare distubo alla quiete pubblica. Purtroppo, va ricordato quello che dovrebbe essere ovvio, normalmente rispettato”.

S’interroga il presidente dell’associazione Centro Storico: “Fino a quando dovremo rimanere terra di nessuno? L’Arpa, Agenzia regionale per la protezione ambientale, sta rilevando parecchie irregolarità nell’emissione sonora. I locali si dotino di strutture adeguate per limitare l’inquinamento acustico. I suoni risultano eccessivi e disturbanti in centro. Cosa dobbiamo attendere per ripristinare la legalità?”.

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Un commento

  1. La riviera Nord è vittima di una barbarie legalizzata. L’ordinanza che regolamenta la movida in centro verrebbe IMMEDIATAMENTE sottoscritta dai residenti su 10 km di riviera e altrettanta panoramica.
    L’ordinanza del 2018 firmata da De Luca prevede che nn si possa fare musica SOLO IL LUNEDÌ. Gli altri giorni sino alle due o alle tre!!!
    Ormai dopo un mese e mezzo siamo sfiniti

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