Ogni stagione ha i suoi colori, ecco perché

Ogni stagione ha i suoi colori, ecco perché

Daniele Ingemi

Ogni stagione ha i suoi colori, ecco perché

domenica 23 Gennaio 2022 - 07:16

Ciò dipende sostanzialmente dalla luce del sole che dal punto di vista fisico altro non è che una forma di energia

Ogni stagione, che sia l’estate o l’inverno, ha i suoi colori. No, non è un modo di dire, ma lo spiega la scienza. Gli osservatori più attenti avranno fatto caso che la luce delle giornate invernali è sensibilmente diversa da quella delle giornate estive e non solo per l’evidente diversa posizione del sole sull’orizzonte. Quello che cambia è la tinta di fondo che nelle serene giornate estive ci pervade di azzurro, mentre in quelle invernali si avvicina più all’arancio, per poi passare addirittura al rosso nei lunghi crepuscoli che precedono le lunghissime e fredde nottate di dicembre e gennaio (i periodi dei “minimi termici” sulle aree continentali), regalando scenari mozzafiato. Soprattutto in quelle giornate terse e molto fredde, quando soffiano i freddi venti da Nord.

Una tipica alba estiva, con sullo sfondo lo Stretto di Messina. Fonte Adobe Stock Photo.

Ciò dipende sostanzialmente dalla luce del sole che dal punto di vista fisico altro non è che una forma di energia che viaggia nel vuoto attraverso onde elettromagnetiche. Quest’ultime, a seconda della loro lunghezza, generano i cosiddetti sette colori dell’iride. Sette onde quindi che vanno dal colore violetto (l’onda più corta, l’energia più forte), al rosso (l’onda più lunga, l’energia più debole). Queste onde una volta che penetrano nell’atmosfera interagiscono sia con l’umidità che con altre microscopiche particelle in sospensione, come gli “agenti inquinanti”, il pulviscolo desertico o le ceneri vulcaniche, presenti in sospensione nell’atmosfera. Le microscopiche particelle costituiscono degli ostacoli alla loro propagazione.

L’alba sullo Stretto di Messina vista dai monti Peloritani. Fonte Adobe Stock Photo.

Analogamente a quanto avviene con le onde del mare, le onde luminose corte corrispondenti al violetto e all’azzurro, vengono intercettate dalle particelle in sospensione e quindi deviate e diffuse (per effetto della diffrazione). Per questo sono visibili quando la luce del sole attraversa porzioni d’aria minori, ovvero quando il sole si trova alto sulla linea dell’orizzonte (in estate). Le onde luminose lunghe invece, corrispondenti all’arancio e al rosso, superano quegli stessi ostacoli senza difficoltà e quindi passano attraverso porzioni di atmosfera più estese, ovvero quando il sole si trova basso sull’orizzonte (in inverno). In altre parole le frequenze del blu venendo diffratte giungono al nostro occhio facendoci percepire il colore blu diffuso del cielo (ore centrali del giorno).

Più il raggio di luce percorre strada all’interno dello strato atmosferico e più questa atmosfera è “spessa” e carica di pulviscolo e umidità, più le frequenze del blu vengono disperse prima che arrivino al nostro occhio, che vede solo le frequenze rimanenti, caratterizzati da lunghezza d’onda maggiore, tra l’arancio e il rosso. Come avviene durante l’alba o il tramonto.

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