Messina ‘Rise, Release and Dance’ al Flash Mob internazionale contro la violenza sulle donne

Cari Uomini, Care Donne, cosa farete il giorno di San Valentino? Non importa che siate single o impegnati, ricordate che il 14 febbraio alle 15.30 a Piazza Cairoli, si andrà a danzare per il vero amore, quello della giustizia e del rispetto verso le donne.

Anche quest’anno Messina, con il Patrocinio del Comune e dell’Assessorato alle pari Opportunità, prenderà parte all’evento One Billion Rising, con un Flash Mob, cioè un ballo coreografato sulle note di ‘Break the Chain’, inno ufficiale dell’iniziativa.

Per chi ancora non la conoscesse, si tratta di una manifestazione di importanza internazionale, che negli scorsi anni è stata esempio concreto di mobilitazione e impegno civile a livello planetario; una giornata in cui, lo scorso anno, i passi di un miliardo di uomini e donne di ogni provenienza e credo hanno riempito le piazze danzando, per manifestare la propria solidarietà verso tutte le donne vittime di violenza nel mondo.

Il tema di One Billion Rising 2014 è la Giustizia, per “liberarsi dai confini, dagli obblighi, dalla vergogna, dal senso di colpa, dal dolore, dalla sofferenza, dall’umiliazione, dalla rabbia e dalla schiavitù” – dice la direttrice della Campagna, Monique Wilson; In tutte le piazze della Terra si farà appello per “chiedere giustizia per le Donne uccise, mutilate e maltrattate, per tutte coloro che decidono con coraggio di uscire dalla violenza, per le figlie che subiscono e che sono costrette ad assistere a violenze di ogni genere”.

In vista dell’evento, Eve Ensler, autrice de “I monologhi della Vagina” e, ideatrice del ‘V-Day’, il ‘giorno della Vagina’ appunto, impegnata da sempre a favore dell’emancipazione delle donne, ha spiegato i motivi della nuova mobilitazione: «Fino a quando i governi non chiederanno perdono e faranno ammenda, Insieme a capi di stato, i mariti, i fidanzati, i padri, i fratelli, i preti, i mullah, i ministri, gli zii, i datori di lavoro, i dirigenti d’azienda. Fin quando ci rifiuteremo di accettare qualsiasi cosa che non includa tutti. Un miliardo di persone nel mondo continueranno a lottare per ottenere giustizia».

Chiunque voglia prendere parte all’iniziativa potrà cercare la coreografia del ballo sul web e indossare, il giorno della manifestazione, un capo rosso ed uno nero, i colori simbolo di One Billion Rising.

Proponiamo la lettera scritta da Eve Elsen ad una settimana dall’evento:

Manca soltanto una settimana…
Molte di noi stanno lavorando da mesi per preparare gli eventi a favore della giustizia.
C’è chi è venuto a conoscenza soltanto adesso delle nostre iniziative e si è unito a noi, e chi ha creato un evento nelle proprie scuole, centri, luoghi di culto, quartieri, uffici,fabbriche, case o camere da letto.
Alcune donne hanno formato coalizioni, altre gruppi locali, altre ancora si sono unite ai loro migliori amici.
C’è chi si sta organizzando per manifestare nelle piazze, nei tribunali, nelle miniere, nelle basi militari, nelle università, nei campi. E c’è chi lo sta facendo nel proprio corpo, cuore e mente.
C’è chi danza sui palcoscenici, chi nei parchi, nelle piazze, nelle prigioni, negli auditorium.
Alcune donne lavorano per coinvolgere migliaia di persone, altre soltanto la loro ristretta cerchia di conoscenti.
Alcune coinvolgono uomini e nuovi attivisti.
Altre stanno cercando di trovare il coraggio di unirsi a un gruppo qualsiasi o di condividere la propria storia o di ballare in pubblico o nelle strade,
il che comporterebbe, potrebbe comportare, il mettere a rischio le proprie vite.
Alcune manifestano per mettere a nudo le proprie ferite, altre manifestano per esprimerle a parole.
Ogni evento fa parte di una decisione collettiva, carica di energia, per porre fine alla violenza su questo pianeta,
che ha traumatizzato i corpi delle donne e delle bambine e ci ha impedito di utilizzare a pieno la nostra forza vitale e di poter assaporare il vero valore della vita.
Ogni evento è una danza di unione per porre fine alle ingiustizie razziali, ambientali, economiche e di genere.
Non è possibile fallire.
Ciò che importa è che manifestiamo, che diamo un nome all’ingiustizia, che ci impegniamo ad affermare con i nostri corpi e
con le nostre comunità che questo evento del 14, come tutti i giorni che lo precedono e tutti i giorni che lo seguiranno, è la nostra vita.
Ogni evento per la giustizia fa parte del fiume di giustizia, la corrente di un nuovo paradigma, un’onda irrefrenabile che ci unisce attraverso la forza e
l’incoraggiamento della nostra solidarietà globale.
Spero che quest’onda possa sollevarci e unirci.
Spero che possa prenderci di sorpresa.
Spero ci trasporti nell’amore.

LETIZIA SALVO