Rinuncia all’aumento delle indennità: alla Provincia si moltiplicano le adesioni

Rinuncia all’aumento delle indennità: alla Provincia si moltiplicano le adesioni

Rinuncia all’aumento delle indennità: alla Provincia si moltiplicano le adesioni

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domenica 13 Maggio 2012 - 23:20

Tra gli assessori, Martelli e Catalfamo si aggiungono a Fichera, D’Agostino, Di Bartolo e Bisignano. Tra i consiglieri, aderiscono Galluzzo, Branca e P. Calabrò del PdL, Vicari e Francilia dell’Udc. Cerreti polemico: «demagogiche trovate pubblicitarie»

Si moltiplicano le manifestazioni di condivisione alla rinuncia dell’aumento delle indennità dichiarata dal presidente della Provincia, Ricevuto in risposta alla determina dirigenziale firmata ad aprile ma emersa all’esterno solo qualche giorno fa. Agli assessori Fichera, D’Agostino, Di Bartolo e Bisignano si sono aggiunti Martelli e Catalfamo. Mentre anche alcuni consiglieri hanno deciso di imboccare la stessa strada. Galluzzo, Branca e P. Calabrò del PdL, così come Francilia e Vicari dell’Udc. «In una situazione di crisi economica tanto forte e diffusa è improponibile che la classe dirigente di questo Paese pensi anche solo lontanamente di migliorare la propria retribuzione sottraendo risorse ad interventi più urgenti e segnatamente alle politiche sociali e familiari rivolte alle fasce più deboli della popolazione – hanno dichiarato i centristi -. Siamo inoltre convinti che dovrebbe essere portata avanti una concreta azione di riduzione dei costi dell’apparato politico e burocratico del Paese, con conseguente riduzione del numero e dei costi degli eletti a qualsiasi livello».

Nel civico consesso la pensa diversamente Roberto Cerreti, capogruppo dell’Mpa. «L’ipotetico aumento o meglio il “reale adeguamento dell’indennità di funzione” per i rappresentanti istituzionali, è obbligatoria e vincolante, e l’unica reale maniera per rinunziarvi, potrebbe essere quella di devolvere le somme mensilmente incassate dal “missionario presidente” a qualche Onlus o perché no, all’Ente Autonomo Fiera di Messina – ha dichiarato l’autonomista -. Così, si foraggerebbe almeno nell’ultimo scorcio di legislatura il tanto propagandato programma elettorale, e quindi il settore fieristico e dell’internazionalizzazione, evitandoci per il futuro di perdere tempo con queste demagogiche e populistiche trovate pubblicitarie».

Ricordiamo che sulla base delle nuove determinazioni firmate dal dirigente Nino Calabrò sulla base di direttive regionali, l’indennizzo del presidente passa da 6972,17 euro a 8697,13 euro, quello degli assessori da 4531,91 a 5653,14 euro. Per i consiglieri provinciali, invece, la cifra viene fissata in 2.609,10 euro lorde, il 30% dell’indennità del presidente della Provincia. Ricevuto ha definito qualche giorno fa tale decisione “inevitabili” ma prese autonomamente dagli uffici dell’ente da suo amministrando, di fatto ammettendo di non sapere nulla del provvedimento redatto dal dipartimento finanziario. Un segnale in un momento di crisi, probabilmente una strategia per dare un’immagine migliore di una politica che convince sempre meno.

Intanto, a proposito di tagli, l’amministrazione Ricevuto starebbe pensando a non sostituire i componenti in giunta che dovessero optare esclusivamente per il ruolo di sindaco o amministratore nei comuni in cui si è recentemente votato. Attualmente in tale condizione si trova l’assessore ai Lavori Pubblici, Pasquale Monea, nuovo sindaco di Francavilla di Sicilia. Restano in bilico l’assessore allo Sport, Rosario Catalfamo, al ballottaggio a Barcellona, e l’assessore all’Ambiente, Carmelo Torre, designato in prima battuta nella giunta dello stesso Catalfamo.

7 commenti

  1. OK BRAVI, MA SIETE INUTILI LO STESSO……

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  2. Veramente dovrebbero rinunciare alle indennità in toto… poi Ricevuto ne ha pure troppe!… Quella di Senatore… quella di viceministro… ma non è stato anche all’Ars?… Poverino però!… Un problema spendere tutti quei soldi che, ad occhio e croce, saranno quasi 30 mila euri al mese…

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  3. Dimissioni!

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  4. Il prossimo passo di Ricevuto dovranno essere le dimissioni!!!

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  5. DOMANDONA per la redazione..e per chi lo sa…
    Che cosa si vuol dire con: “…non sostituire i componenti in giunta che dovessero OPTARE ESCLUSIVAMENTE per il ruolo di sindaco o amministratore nei comuni in cui si è recentemente votato…” ???
    Cioè, se ho capito bene: esiste ancora la possibilità di tenere due piedi in due staffe, alias: avere DUE indennità e DUE incarichi politici???
    Se così fosse (spero proprio di NO), allora il sindaco nonchè deputato Buzzanca HA RAGIONE AD OPPORSI!!!
    LA LEGGE DEVE ESSERE UGUALE PER TUTTI – INDISTINTAMENTE –

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  6. La politica è finita nel 1994. Questi sono i residui.
    Il tempo delle parole è finito. Bisogna passare all’azione, denunciando alla corte dei conti, presidente, amministratori, consiglieri, revisori, segretario generale e dipendenti compiacenti. Una situazione di dissesto è problematica, ma mascherare un dissesto è ancora peggio. In una situazione dissestata, che Cerreti dovrebbe conoscere, frequentando gli uffici ragioneria di palazzo dei leoni, tale determina non poteva essere neanche concepita. Dare la colpa a Calabrò oggi è come sparare sulla croce rossa.

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  7. Il signor Cerreti ha una bella faccia tosta nel definire obbligatorio e vincolante il “reale adeguamento dell’indennità di funzione” per i rappresentanti istituzionali, in un momento di crisi così profonda ed acuta. A maggior ragione nella consapevolezza che ci sono milioni di: giovani senza lavoro; operai ed impiegati in cassa integrazione; operai ed impiegati con contratti bloccati da almeno cinque anni; cinquantenni licenziati, senza alcuna possibilità di lavoro e quindi lasciati in mezzo al guado tra inoccupazione e mancata pensione. Si vergogni come uomo e rappresentante delle istituzioni. A breve avrete buone nuove dai cittadini.

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