Cronaca

Operazione Tunnel, 8 condanne anche in appello per la droga Messina-Albania

Confermate anche in appello le 8 condanne per la banda di spacciatori italo-albanesi che aveva base a Mangialupi, quartiere-fortino di Messina, sgominata con l’operazione antidroga Tunnel.

La Corte d’Appello di Messina (presidente Tripodi) ha confermato la responsabilità di tutti gli 8 imputati coinvolti nel giro di droga scoperto dalla Polizia, rivedendo in qualche passaggio la sentenza di primo grado, emessa ad ottobre scorso dal Gup Maria Militello.

I giudici di secondo grado hanno fatto cadere infatti, per tutti, l’accusa di associazione armata e hanno ridotto le condanne decise. Ecco nel dettaglio il verdetto: 16 anni a Santino Di Pietro, 11 anni a Francesco Delia, 12 anni ad Antonino Ieni, 9 anni a Francesco Di Giovanni, 6 anni a Domenico Pappalardo, 8 anni a Ernard Hoxha.

I giudici hanno scagionato Andrea Caporlingua dall’accusa più pesante, e hanno rideterminato la pena per l’imputazione residua a 2 anni; il ragazzo è stato scarcerato e da oggi ha soltanto l’obbligo della presentazione alla polizia giudiziaria. E’ difeso dall’avvocato Alessandro Billè.

Nessuno sconto di pena, invece per Rito Mecaj, per cui è stata confermata in toto la condanna a 2 anni e 8 mesi decisa in primo grado.

Il blitz della Polizia è scattato a luglio dello scorso anno con 12 arresti nel rione Mangialupi.

Due anni prima gli agenti avevano sequestrato 42 chili di marijuana nascosti nella galleria ferroviaria dismessa Spadalara, a Bisconte. Da qui il nome dell’operazione – Tunnel. Due mesi dopo, alla rada San Francesco, altri due sequestri di marijuana in arrivo dopo l’acquisto a Martinafranca, uno da 22 e uno da 10 chili.

Attraverso intercettazioni e pedinamenti, gli investigatori hanno poi ricostruito chi spacciava marijuana, cocaina e hashish a Messina, comprandola dai trafficanti con rapporti in Albania.

Impegnati nelle difese anche gli avvocati Salvatore Silvestro, Giuseppe Donato, Nunzio Rosso, Salvatore Stroscio, Antonello Scordo e Tino Celi.