La presenza di inesattezze nel Piano di Gestione lascia prive di tutela ampie zone di grande rilievo ambientale, che potrebbero essere esposte all’attacco dell’edilizia selvaggia
Ad oggi si è parlato degli errori materiali (molti, grossolani e documentati) contenuti nel Piano di Gestione dei Monti Peloritani. Queste incongruenze sono venute fuori solo perché l’area in oggetto aveva caratteristiche di edificabilità e, pertanto, il proprietario ha avuto l’esigenza di verificare l’effettiva esistenza di valenze ambientali da proteggere per poter essere messo nelle condizioni di costruire.
Quindi c’era un interesse specifico nel valutare l’esattezza delle delimitazione presente nel Piano di Gestione.
In questi casi l’azione di verifica puntuale è mossa da un interesse umano mirato a salvaguardare un diritto.
Dovendo valutare la completezza del Piano di Gestione la presenza di difformità per eccesso rappresenta il male minore infatti, dal punto di vista della salvaguardia ambientale, sottoporre a vincolo aree di contenuta valenza ambientale non rappresenta certo un limite.
E’ possibile riscontrare la vera inadeguatezza del Piano in presenza dell’errore opposto, cioè l’eventuale mancata delimitazione di aree sulle quali insistono habitat effettivamente prioritari (difformità in difetto).
In questo caso l’esclusione di tale ipotetica zona dalle perimetrazioni degli habitat prioritari consentirebbe la trasformazione irreversibile del pregiato ecosistema esistente.
Sarebbe possibile edificare o aprire una strada o fare altre infrastrutture andando ad incidere negativamente sulla complessiva naturalità del sito grazie ad una delimitazione non accurata.
La presenza di inesattezze nel Piano di Gestione dovrebbe essere accertata non solo nei casi in cui prevale l’interesse umano ma, principalmente, per accertare che le zone ad habitat prioritario siano state tutte attentamente delimitate ed esattamente riportate nelle cartografie tematiche.
Se così non dovesse essere ampie zone di grande rilievo ambientale potrebbero essere attualmente prive di tutela e, quindi, esposte all’attacco dell’edilizia selvaggia.
Per fortuna il nostro territorio è tutelato dalla presenza e dall’opera di ambientalisti di fama più o meno internazionale, guardiani attenti e severi dell’ambiente con un arsenale di denunce di decine e decine di pagine già pronte per essere inviate alla Procura di competenza.
Sicuramente si sono già resi conto del pericolo che corre l’ambiente e si staranno adoperando anche loro per chiedere una verifica del Piano di Gestione per evitare la distruzione di habitat prioritari non delimitati e lasciati esposti alla devastante azione antropica.
Sicuramente, a breve, gli organi informativi daranno notizia di questa nuova riscossa ecologista che salverà piante mediterranee, roverelle, iparrenia ed ampelodesma.
Considerati i gravissimi danni ambientali che potrebbero verificarsi è impensabile che questa riscossa non sia già in atto.
Ancora stiamo aspettando ……….
SAVERIO TIGNINO
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