L'ostetrico era stato sospeso nel 2018 dopo la denuncia di 14 donne e poi condannato. Ma in secondo grado...
Messina – Slitta al 18 febbraio prossimo il verdetto per l’ostetrico sospeso nel 2018 dall’ospedale di Sant’Agata di Militello dopo le denunce di alcune donne. Il camice bianco, condannato in primo grado, attende ora il verdetto della Corte d’Appello di Messina che, dopo le ultime discussioni di oggi da parte dei legali, ha rinviato al 2016 per dare la possibilità all’Accusa di controreplicare. Poi i giudici si ritireranno in camera di consiglio per la sentenza.
Sentenza di secondo grado che non è scontata. Perché alla prima battuta in Corte d’appello il Procuratore generale Giuseppe Lombardo ha concluso chiedendo ai giudici di ribaltare il verdetto di primo grado e assolvere l’ostetrico dall’accusa di violenza sessuale aggravata. Per il magistrato che rappresenta l’Accusa le prove non ci sono.
La sentenza
In primo grado, nel 2024, la sentenza del Tribunale di Patti è stata esemplare: il giudice Scavuzzo ha deciso la condanna a 7 anni e 7 mesi per il medico 68enne. L’uomo è stato sospeso dalla professione per tre anni, dai pubblici uffici e dalla curatela o amministrazione di sostegno in perpetuo e ad un anno di sorveglianza speciale. Adesso in appello il camice bianco può sperare in un verdetto diverso. I suoi difensori, gli avvocati Nicoletta Milicia, Tommaso Autru e Massimiliano Fabio, hanno concluso le loro arringhe, sottolineando le criticità del verdetto di primo grado.
La denuncia di 14 vittime
Sono state 14 le partorienti, alcune giovanissime. che hanno raccontare tutto ai carabinieri di Santo Stefano di Camastra diversi episodi anomali, avvenuti nel 2017, che avevano messo in allarme anche la direzione ospedaliera. L’indagine era così sfociata nella sospensione per un anno dell’uomo dal servizio, nel 2018.
Incubo in ospedale
I racconti delle vittime sono tutti più o meno coincidenti. Durante il tracciato o durante il travaglio, nelle prime fasi del parto, avendo letteralmente sotto le mani le donne seminude, indifese e bloccate, l’ostetrico ha palpeggiato l’inguine o il seno in maniera talmente poco professionale da spaventarle. Una di loro lo ha bloccato urlando e chiamando il marito in sala parto. Le più giovani, nuove alle visite, inizialmente hanno taciuto. Ma quando hanno capito che non si trattava di manovre mediche, ma di abusi, hanno denunciato tutto anche loro. Sono assistite dagli avvocati Santo Trovato, Giovanni Mannuccia e Decimo Lo Presti, mentre l’Asp è assistita dall’avvocato Alberto Calzavara.
