Nasca: "I giudici ci impongono di portare a termine la procedura". Tar annulla stop ai concorsi congelati per la parentopoli
MESSINA – Il Tribunale amministrativo regionale solleva la dirigenza del Cas dagli “scrupoli” relativi ai troppi parenti ammessi alle prove finali dei concorsi, sospesi per le ombre di parentopoli appunto. Adesso si può andare avanti con le procedure di concorso. Anche se l’ultima parola non è ancora stata decisa e sarà una concertazione interna a dettare le prossime mosse del Consorzio, dopo la “parentopoli” che ha bloccato le selezioni per tre posti di istruttore e uno di funzionario.
Le procedure al Cas vanno avanti
“Era più o meno la decisione che ci aspettavamo e sono molto soddisfatto che il Tar abbia detto una parola chiara su questa vicenda. La sentenza ci impone di andare in fondo, ora quindi ci confronteremo con il direttore generale e decideremo il da farsi, e naturalmente valuteremo anche un eventuale ricorso al Cga. E’ chiaro però che a questo punto le procedure vanno completate, e si completeranno o con l’annullamento o con la selezione”, commenta il presidente del Cas Filippo Nasca.
La sentenza del Tar
Con una sentenza che affronta diversi ricorsi riuniti, i giudici amministrativi di Catania (presidente II sezione Daniele Burzichelli) hanno chiarito che la direttiva con la quale il Consiglio ha imposto al direttore generale di valutare ed eventualmente sospendere le procedure di concorso travalica i poteri del consiglio stesso. La delibera è la n. 7 del 27 marzo scorso ed è alla base della nota del direttore generale, il 5 aprile successivo, che congela le tre selezioni: un posto di istruttore area informatica, 2 posti di istruttore area amministrativa, un posto di funzionario. Il Tar va oltre, pronunciandosi indirettamente anche sulla nota del direttore generale. I ricorsi infatti secondo il Tar sono fondati: il fatto che ci siano tra gli aspiranti istruttori e funzionari troppi “parenti di…” non costituisce di per sé una irregolarità ostativa delle procedure.
La Parentopoli al Cas
La delibera del 27 marzo era stata adottata dopo “l’emersione di profili di conflitti di interesse nel percorso procedimentale di reclutamento, legati anche all’anomala incidenza percentuale di parenti o congiunti di dipendenti in servizio fra i candidati ammessi alle prove finali”. Tre i concorsi congelati, che ora devono essere sbloccati, in sostanza. Il Tar infine indica una strada chiara al Cas: se ombre di parentopoli ci sono, le carte vanno trasmesse in Procura.

Presidente perchè non porti le carte in Procura ?