Il giornalista Antonio Calabrò al Caffè Galante di Patti per "Un Pomeriggio d'Autore"

Il giornalista Antonio Calabrò al Caffè Galante di Patti per “Un Pomeriggio d’Autore”

Giuseppe Giarrizzo

Il giornalista Antonio Calabrò al Caffè Galante di Patti per “Un Pomeriggio d’Autore”

domenica 08 Gennaio 2012 - 14:49

Si è concluso con la premiazione degli elaborati il primo concorso di scrittura per racconti brevi sulla storia, i luoghi, i personaggi, le tradizioni del territorio pattese

Si è concluso nel pomeriggio di sabato 7 gennaio con la premiazione degli elaborati il “Pomeriggio d’Autore al Caffè Galante”: primo concorso di scrittura per racconti brevi con riferimenti a luoghi, personaggi, storia o tradizioni del territorio pattese.
Il concorso, nato da un’idea del giovane pattese Cristian Aiello, è stato organizzato dal “Club Amici di Salvatore Quasimodo” e da “Progetto Caffè Galante”, insieme alla collaborazione del “Centro Commerciale Naturale Patti Centro” e al patrocinio del Comune di Patti.
Sette i racconti sottoposti al vaglio di una giuria di tutto rispetto, composta da: l’editore pattese Lucio Falcone (Pungitopo); Carmelo Luca, professore di Italiano e Latino presso il Liceo Classico di Patti; Chiara Fratantonio, studentessa pattese di Lettere presso l’Università La Sapienza di Roma; l’architetto Fabio Fornasari, progettista del Museo del Novecento di Milano.
A presiederla lo scrittore e giornalista economico di origini pattesi Antonio Calabrò: direttore della Fondazione Pirelli e membro del Comitato di Presidenza di Assolombarda, in passato ha ricoperto l’incarico di direttore dell’agenzia di Stampa Apcom e di editorialista economico de “La 7”. È stato inoltre direttore editoriale del gruppo Il Sole 24 Ore e vice-direttore del medesimo quotidiano. Ha lavorato a La Repubblica, Il Mondo e L’Ora e ha diretto il settimanale Lettera Finanziaria e il mensile Ventiquattro. Attualmente insegna all’Università Bocconi (corso di “Storia del giornalismo”) e all’Università Cattolica di Milano (master in Media Relation, insegnamento “Il contesto mediale”). Un personaggio dall’altissimo profilo culturale, la cui presenza al Caffè Galante di Patti diviene occasione per ascoltare e condividere momenti di riflessione e approfondimento sul tema delle radici, della memoria, dell’identità, del racconto come veicolo di testimonianza e di appartenenza ai luoghi.
«Prestare attenzione alla propria identità e alla propria memoria non è pensare che il nostro modo di scrivere e di guardare la realtà possa non trovare un qualche collegamento col mondo. Nella penna di un vero scrittore, e non di un semplice scrivente, la dimensione provinciale e quella globale devono compenetrarsi». In un Caffè Galante avvolto in un’atmosfera densa di ricordi e suggestioni Calabrò racconta dei non luoghi di Marc Augé e della capacità di Edward Hopper di conferire universalità comunicativa alle sue rappresentazioni pittoriche della provincia americana; parla dello stile, del ritmo, della cadenza che permetteva ad Ignazio Buttitta di esprimere un linguaggio davvero universale e della grande capacità con cui Joppolo, Cattafi, Borgese, Piccolo riuscirono a connettere le loro identità provinciali con il sentire generale di un mondo. Ecco dunque il messaggio di Antonio Calabrò ai pattesi: «lo sguardo della provincia può essere uno sguardo fecondo; non lo è, e non lo sarà mai, quello provinciale». Infine, un impegno – quello degli organizzatori – giudicato meritorio, perché meritorio è il lavorare sui dettagli del passato, sulle identità e la memoria: «ma le identità – ha concluso Calabrò – devono essere aperte e non chiuse. Devono guardare oltre, essere multiple, attentissime alle proprie origini ma aperte al mondo».
Ad aggiudicarsi la vittoria di questa prima edizione del concorso è stato il dott. Nino Lo Iacono con “La Scala di don Tano”, secondo posto per “Le Memorie Perdute” della prof. essa Nerina Buemi e terzo posto per il “Terrazzo con vista” di Rina De Pasquale. A pari merito gli altri quattro racconti: “Discontinuità” di Eva Volli, “La Leggenda di Dea Villa” di Grazia Capone, “Ciccino” di Franco Zanghì e “Storia di un Artigiano” di Antonietta Privitera.
A presiedere la cerimonia di proclamazione, con relativa consegna degli attestati di partecipazione, anche il sindaco Mauro Aquino che ha voluto lodare «il coraggio e l’impegno di chi con passione cerca di tenere vivo in città l’interesse per la cultura».

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