Si è concluso con la premiazione degli elaborati il primo concorso di scrittura per racconti brevi sulla storia, i luoghi, i personaggi, le tradizioni del territorio pattese
Si è concluso nel pomeriggio di sabato 7 gennaio con la premiazione degli elaborati il “Pomeriggio d’Autore al Caffè Galante”: primo concorso di scrittura per racconti brevi con riferimenti a luoghi, personaggi, storia o tradizioni del territorio pattese.
Il concorso, nato da un’idea del giovane pattese Cristian Aiello, è stato organizzato dal “Club Amici di Salvatore Quasimodo” e da “Progetto Caffè Galante”, insieme alla collaborazione del “Centro Commerciale Naturale Patti Centro” e al patrocinio del Comune di Patti.
Sette i racconti sottoposti al vaglio di una giuria di tutto rispetto, composta da: l’editore pattese Lucio Falcone (Pungitopo); Carmelo Luca, professore di Italiano e Latino presso il Liceo Classico di Patti; Chiara Fratantonio, studentessa pattese di Lettere presso l’Università La Sapienza di Roma; l’architetto Fabio Fornasari, progettista del Museo del Novecento di Milano.
A presiederla lo scrittore e giornalista economico di origini pattesi Antonio Calabrò: direttore della Fondazione Pirelli e membro del Comitato di Presidenza di Assolombarda, in passato ha ricoperto l’incarico di direttore dell’agenzia di Stampa Apcom e di editorialista economico de “La 7”. È stato inoltre direttore editoriale del gruppo Il Sole 24 Ore e vice-direttore del medesimo quotidiano. Ha lavorato a La Repubblica, Il Mondo e L’Ora e ha diretto il settimanale Lettera Finanziaria e il mensile Ventiquattro. Attualmente insegna all’Università Bocconi (corso di “Storia del giornalismo”) e all’Università Cattolica di Milano (master in Media Relation, insegnamento “Il contesto mediale”). Un personaggio dall’altissimo profilo culturale, la cui presenza al Caffè Galante di Patti diviene occasione per ascoltare e condividere momenti di riflessione e approfondimento sul tema delle radici, della memoria, dell’identità, del racconto come veicolo di testimonianza e di appartenenza ai luoghi.
«Prestare attenzione alla propria identità e alla propria memoria non è pensare che il nostro modo di scrivere e di guardare la realtà possa non trovare un qualche collegamento col mondo. Nella penna di un vero scrittore, e non di un semplice scrivente, la dimensione provinciale e quella globale devono compenetrarsi». In un Caffè Galante avvolto in un’atmosfera densa di ricordi e suggestioni Calabrò racconta dei non luoghi di Marc Augé e della capacità di Edward Hopper di conferire universalità comunicativa alle sue rappresentazioni pittoriche della provincia americana; parla dello stile, del ritmo, della cadenza che permetteva ad Ignazio Buttitta di esprimere un linguaggio davvero universale e della grande capacità con cui Joppolo, Cattafi, Borgese, Piccolo riuscirono a connettere le loro identità provinciali con il sentire generale di un mondo. Ecco dunque il messaggio di Antonio Calabrò ai pattesi: «lo sguardo della provincia può essere uno sguardo fecondo; non lo è, e non lo sarà mai, quello provinciale». Infine, un impegno – quello degli organizzatori – giudicato meritorio, perché meritorio è il lavorare sui dettagli del passato, sulle identità e la memoria: «ma le identità – ha concluso Calabrò – devono essere aperte e non chiuse. Devono guardare oltre, essere multiple, attentissime alle proprie origini ma aperte al mondo».
Ad aggiudicarsi la vittoria di questa prima edizione del concorso è stato il dott. Nino Lo Iacono con “La Scala di don Tano”, secondo posto per “Le Memorie Perdute” della prof. essa Nerina Buemi e terzo posto per il “Terrazzo con vista” di Rina De Pasquale. A pari merito gli altri quattro racconti: “Discontinuità” di Eva Volli, “La Leggenda di Dea Villa” di Grazia Capone, “Ciccino” di Franco Zanghì e “Storia di un Artigiano” di Antonietta Privitera.
A presiedere la cerimonia di proclamazione, con relativa consegna degli attestati di partecipazione, anche il sindaco Mauro Aquino che ha voluto lodare «il coraggio e l’impegno di chi con passione cerca di tenere vivo in città l’interesse per la cultura».