Politica

Piano del traffico, Messina può fare il salto di qualità. Contro chi vuole che nulla cambi

A scuola non si poteva copiare, in politica sì. E’ un vantaggio da sfruttare per migliorare le città: se altrove si è fatto prima e bene si può fare allo stesso modo. E allora basta viaggiare un po’, senza bisogno di andare lontano, per vedere che ovunque il centro città è una zona a traffico limitato e non mancano le isole pedonali.

Palermo, Siracusa, Reggio Calabria, Cosenza, Salerno, tanto per limitarci alle città di medie dimensioni vicine alla nostra area geografica. Ma il discorso vale ancor più se si risale lo Stivale o nel resto d’Europa. Tutte le città, non ne sfugge una, hanno un’isola pedonale e una zona a traffico limitato in centro. Anzi una che sfugge c’è: Messina. E non si può avere la presunzione di pensare di essere nel giusto. Nel giusto sono gli altri, perché ancora oggi nel 2022 non offriamo a cittadini e turisti almeno una zona dedicata ai pedoni.

Messina non ha isole pedonali

Nel 2022 Messina non ha isole pedonali. Duomo e Cairoli non sono tali, sono solo delle piazze allargate. E persino per allargare quelle piazze c’è stato un fiume di polemiche. Ad esempio per il tratto di via Primo Settembre compreso tra piazza Duomo e via Cesare Battisti. Novanta metri di isola pedonale, novanta, che, secondo alcuni, avrebbero rappresentato lì la morte del commercio. Hanno, invece, rappresentato un salto di qualità in un piccolo tratto che, fino a pochi anni fa, era preda del traffico e del parcheggio in doppia fila, a pochi passi dal Duomo.

Agevolare il commercio

Il commercio, è vero, non va ostacolato. Nelle aree pedonali, di solito, trovano spazio attività dedicate alla ristorazione o all’abbigliamento o ai turisti, non a settori che hanno bisogno del “passaggio” in auto. Ecco perché nei centri storici di tutte le città è stato incentivato il trasferimento all’esterno di questo tipo di attività e, contemporaneamente, è stata data la possibilità di occupare il suolo pubblico con i dehors.

Del resto è avvenuto in piccolo anche a Messina, una ventina d’anni fa. In zona Duomo c’erano persino i meccanici, oggi le vie Lepanto e Cardines, ripavimentate, sono il centro della movida, piene di locali che rendono vivo il centro città. E in tempi ancora più remoti persino le piazze Duomo, Municipio e Cairoli erano invase dalle auto, non certo un bello spettacolo.

Il nuovo piano del traffico

Il piano del traffico risaliva al 1998, ventiquattro anni fa, e non poteva essere adeguato alle esigenze di un mondo in continua evoluzione. Quello appena approvato prevede un’isola pedonale in via Primo Settembre, cento metri fino all’incrocio con via Garibaldi, poi poco più di duecento metri fino all’incrocio con viale San Martino basso, altri duecento metri per l’agognata rambla fino a piazza Cairoli. E, infine, ovviamente, la pedonalizzazione della parte centrale del viale San Martino, che potrebbe arrivare fino a via Santa Cecilia (350 metri) o fino a viale Europa (750 metri) o anche fino a villa Dante (1 km e 200 metri).

Messina non è molto diversa da altre città. E’ vero, si estende in lunghezza, ma questo non vuol dire non si possano pedonalizzare alcune strade. Piazza Cairoli, ad esempio, è stata allargata nel 2014 e da allora interrompe la continuità stradale tra via Garibaldi e il viale San Martino. Il traffico non ne ha risentito granché rispetto a prima.

Abbellire, non solo transenne

Attenzione, però. Pedonalizzare non significa solo porre transenne a inizio e fine isola, bisogna abbellire. La pavimentazione di via Primo Settembre, ad esempio, si presta già allo scopo, non quella di viale San Martino, dove andrà sostituito l’asfalto. Come si sta facendo nella parte monte di piazza Cairoli, ma sono dovuti passare ben otto anni prima dell’avvio dei lavori in corso.

Percorso per fasi

E’ un percorso che, come ha spiegato l’assessore Salvatore Mondello, potrà andare per fasi. Non ci saranno isole pedonali e ztl dall’oggi al domani ma sperimentazioni graduali. La prima a Natale, con l’isola forse a fasce orarie. Per le ztl, invece, tutto posticipato di qualche mese.

Le lamentele e il cambio di mentalità

Non mancheranno le lamentele di chi vuole continuare ad arrivare in auto fin sotto i negozi, magari parcheggiando in seconda fila e lamentandosi del traffico, senza pensare che il traffico lo facciamo tutti noi. Lo studio di Tps Pro, l’azienda perugina che ha redatto il piano, sottolinea che oggi il centro città ospita il quintuplo dei mezzi che potrebbe sopportare. Ecco perché il traffico, ecco perché i parcheggi in doppia fila. Ecco perché è necessario un cambio di mentalità.

Più trasporto pubblico (e qui serve accelerare l’arrivo dei nuovi tram), meno auto in centro e più utilizzo dei parcheggi nella cintura esterna: Cavallotti (a proposito, gli ultimi due piani sono ancora inagibili), Fosso di via La Farina, Villa Dante (che ancora oggi resta vuoto), tutt’e tre saranno automatizzati. Poi c’è anche il parcheggio del cavalcavia, ma qui dovranno restare solo 38 posti auto.

Non si può pensare che tutto andrà subito bene, ogni cambiamento necessita di tempo per essere produttivo. Ma questa è la strada se si vuole dare una parvenza di civiltà al centro. Questa è la strada per adeguarsi alle altre città ed entrare in competizione per rendersi attrattivi. Ovunque funziona così e l’economia gira. Messina non può e non deve continuare a distinguersi in negativo.