Anche qui la pista sarà delimitata, in modo tale da impedire il parcheggio all’interno
Dopo corso Cavour ora anche via Garibaldi. Da martedì 14 novembre, per due settimane, la Segnaletica 3 A srl di Atena Lucana (Salerno) sarà al lavoro per realizzare la nuova pista ciclabile, tramite il posizionamento dei cordoli.
Una pista ciclabile già esistente ma che, finora, è stata impropriamente utilizzata come parcheggio per auto. Un parcheggio che, non appena ci saranno i cordoli, non sarà più possibile. Il tratto interessato è quello tra viale Boccetta e largo San Giacomo, dove la larghezza della pista ciclabile sarà raddoppiata.
Fino al 28 novembre, così recita l’ordinanza numero 1464 del 10 novembre 2023, divieto di transito lungo la corsia in cui ci saranno i lavori. A quel punto, per completare la pista esistente, mancherà solo il tratto di via Tommaso Cannizzaro. Nuovo tratto, invece, è previsto nella parte di viale San Martino compresa tra viale Europa e villa Dante.
Cioè non sara più possibile parcheggiare ove è già vietato ?!?!?
Un sopruso. Anzi (anticipo alcuna commenti, serenamente): una dittatura.
Si parla soltanto di stringere le strade posso essere d accordo ma vogliamo parlare di costruire nuove strade
Peccato via Garibaldi farà la fine del viale, fame e desolazione, un luogo per passeggiare portando il cane a fare i bisogni.
Il messinese merita solo questo. Ciò dimostra che siamo semplicemente dei fantocci di pezza. Questi quattro “bulli” comunali vanno avanti sordi e bendati, sbattendosi delle richieste della cittadinanza, esultano da leoni. Dov’è la democrazia?
i cordoli ci vogliono anche in via la farina lato monte e lato mare, in via del vespro, tra piazza stazione e vie garibaldi e in via cesare battisti, tra piazza università e piazza annibale maria di francia.
Addio ad altre attività commerciali, addio al supermercato Vinci, ex Metropol. Via Garibaldi avrà la stessa sorte della via I Settembre con il tram. Resteranno solo ricordi e fantasmi di una Messina che fu, grazie alla nostra intelligente classe politica comunale.
Era ora, sfortunatamente vista la carenza cronica di controlli e conseguentemente di verbali e rimozioni coatte, questa è l’unica soluzione per far rispettare, forse, le regole.
Unica soluzione che al momento permettere di fruire dei mezzi pubblici in maniera ancor più precisa e coordinata, permette a chi ha il sacrosanto diritto di muoversi in bici, magari con bambini a seguito di farlo in maniera molto più sicura e rilassata.
Per comprare generi alimentari, delle scarpe , un orologio , 2 maglioni, passare dal ferramenta, fermarsi al bar , passare in banca etc etc , nn è che serva necessariamente l’auto , non serve necessariamente piazzarsi dove si intralcia il servizio pubblico e si mette a repentaglio la vita di chi si muove in bici.
A chi è ancora contrario a questo tipo di visione dico … andate via da Messina, fate un favore a voi stessi e a tutta la città.
Il pollice verso portatelo con voi , questa è la situaIone attuale , questo è il percorso che é stato finalmente intrapreso e oltre alla lamentela non vi resterà che scegliere tra accettare il vivere comune nel rispetto di tutti , andare via o portare le vostre brillanti idee in sede elettorale tra qualche anno 🙂
Non voglio fare il disfattista a ogni costo, però mi chiedo: perché le piste ciclabili si devono fare per forza sulle arterie di maggior traffico e con la maggiore presenza di attività commerciali?
Non si potrebbero sfruttare le traverse e parallele, spesso alberate, con ampi marciapiedi poco utilizzati?
Anche i ciclisti pedalerebbero respirando meno gas di scarico, giungendo comunque alla metà, e con meno rischi (che anche con i cordoli ci sono sempre)
Mha…
@Luca. Ma vattene tu da Messina! Rispettare le regole? Non è necessario stravolgere una città per farsi un giro in bici, te lo puoi sempre fare da un’altra parte dove non arrechi danno alla circolazione e alle attività commerciali. Da quando in qua è più importante passeggiare che lavorare? Vorrei vedere se perdi il lavoro!! I tuoi sono solo ragionamenti egoistici di chi ha la barca all’asciutto e non pensa al disastro a cui andrebbero incontro centinaia di famiglie tra imprenditori e dipendenti.