La disposizione è giunta ieri nell’ufficio messinese del Consorzio Autostrade Siciliane. Ciucci nomina un responsabile per il passaggio di consegne, Roberto Mastrangelo, già Responsabile dell’Ufficio Speciale A/3. Bloccati i lavori di ammodernamento, i proventi dei pedaggi andranno allo Stato. Preoccupazione tra i dipendenti. La Regione pronta al ricorso
La notizia era nell’aria da un po’, adesso arriva l’ufficialità: lo Stato si riprende le autostrade siciliane. La disposizione firmata da Pietro Ciucci è giunta all’ufficio messinese del Consorzio autostrade siciliane ieri. L’Anas “lascia” al Consorzio solo l’ordinaria amministrazione e la manutenzione delle tre arterie gestite dal 1970 (Messina-Palermo, Catania-Messina e Siracusa-Gela). Un incrocio di competenze sul quale il commissario straordinario, Rino Beringhelli, chiede chiarezza: «Onestamente quest’atto crea confusione – dichiara Beringhelli a Repubblica – occorre capire cosa dobbiamo continuare a fare noi e cosa spetta all’Anas».
Intanto l’Azienda Nazionale Autonoma della Strade ha nominato un suo responsabile per il delicato passaggio di consegne: si tratta di Roberto Mastrangelo, dirigente dell’Anas, già Capo Compartimento per la Viabilità della Regione Calabria e Responsabile dell’Ufficio Speciale Anas per la A/3 (Sa-Rc).Tale stato di cose coincide con il blocco di tutti i lavori di ammodernamento avviati. Area tesa al Cas, dove i circa 450 dipendenti sono a questo punto preoccupati per il proprio futuro. Ripercussioni potrebbero esserci anche per ciò che concerne i pedaggi: gli introiti, circa 85 milioni l’anno, verranno infatti trasferiti allo Stato. L’Anas ha già chiesto al Cas di girare immediatamente tutti i proventi maturati dall’attuale gestione. I costi per l’utenza potrebbero tra l’altro aumentare in virtù degli aumenti già stabiliti a livello nazionale.
I motivi del “taglio” delle attribuzioni al Cas sarebbero legati alla cattiva manutenzione delle strade, ai ritardi nella riapertura di nuovi lotti e alle lacune economiche evidenziate. La notizia non è stata ovviamente accolta in maniera positiva anche dalla politica regionale. «È l’ultimo atto dello scippo che il governo nazionale ha attuato nei confronti della Sicilia» dichiara Filippo Panarello, deputato messinese del Pd. «Si apre una fase di incertezza, che può penalizzare sia i dipendenti che i lavori di ammodernamento in corso dei tratti autostradali. Ci aspettiamo una iniziativa ferma da parte del governo regionale – conclude Panarello – per contrastare in tutte le sedi opportune un’azione che penalizza la Sicilia, i lavoratori e gli utenti dell’autostrada». Da Palazzo d’Orleans dovrebbe a breve partire una forte opposizione alla decisione del Ministero della Infrastrutture e dell’Anas, probabilmente attraverso un ricorso al Tar. Alle spalle un nuovo scontro sull’asse Palermo-Roma? (E.Rigano)
