L’ex senatore diventato famoso per i festeggiamenti a suon di mortadella per la caduta del governo Prodi si difende tramite il suo legale: «Vergognosa fuga di notizie, estraneo a qualsiasi ipotesi di contatti o affari illeciti». Alza lo scudo anche il deputato “finiano” Briguglio: «E’ sempre stato onesto e distante da logiche mafiose o illecite». I precedenti “rapporti” con la giustizia quando era assessore del sindaco Scapagnini
Anche l’assessore regionale al Turismo, Nino Strano (ex An, “finiano” doc) è coinvolto nell’inchiesta scaturita dalle indagini del Ros di Catania su presunti rapporti tra mafia e politica, l’inchiesta che vede tra gli indagati più “rumorosi” il governatore siciliano Raffaele Lombardo. L’indiscrezione è stata riportata ieri dal Corriere della Sera per poi venire confermata in maniera informale da più fonti, col chiarimento che la sua posizione non sia stata ancora vagliata dai magistrati che stanno compiendo accertamenti e verifiche sul rapporto di 5 mila pagine dei carabinieri.
Dura la reazione di Strano, che ha fatto parlare il suo avvocato Francesco Strano Tagliareni: «Prendiamo atto dello stato in cui versa un settore della procura di Catania che, secondo alcune interpretazioni giornalistiche, sembra essere in stato di crisi proprio a causa di questa indagine. E’ vergognoso – spiega il penalista – che la stampa possa pubblicare notizie coperte da segreto d’indagine riportando giudizi sulla gravità, maggiore o minore come nella fattispecie, della posizione di un indagato che non possono non provenire dagli uffici della stessa procura o da suoi collaboratori. Tale pubblicazione è un reato, ma è facile prevedere che le indagini, semmai saranno fatte, non approderanno ad alcunché». Il legale chiarisce che «l’assessore Nino Strano è estraneo a qualsiasi ipotesi di contatti o affari illeciti con chicchessia. E’ ora di finirla con questo gioco al massacro. Sfidiamo la Procura di Catania a fare indagini patrimoniali e bancarie e si scoprirà che dopo 40 anni di attività politica Nino Strano, entrato benestante e proprietario di beni in politica, oggi vive in una casa in affitto e non possiede alcunché».
Su l’assessore “finiano” ha preso posizione anche il vicepresidente dei deputati del Pdl Carmelo Briguglio: «Tutti sanno che Nino Strano in 40 anni di attività politica è sempre stato onesto e distante da quanto può avere anche lontanamente a che fare con logiche mafiose o illecite. La magistratura può accertarlo, auspicabilmente in tempi brevi».
Strano è diventato famoso in tutta Italia come il “senatore della mortadella”: mangiando mortadella, infatti, festeggiò il 24 gennaio 2008, a Palazzo Madama, la caduta del governo Prodi, mentre il collega Gramazio stappava una bottiglia di spumante. Non è la prima volta che Strano si ritrova a dover fare i conti con la giustizia: quando era assessore al Turismo del Comune di Catania (sindaco Umberto Scapagnini), fu condannato a 2 anni e 2 mesi di reclusione per violazione della legge elettorale per contributi previdenziali concessi dall’amministrazione ai suoi dipendenti per i danni da “cenere nera” dell’Etna tre giorni prima delle elezioni comunali del 2005. Sempre da assessore fu rinviato a giudizio per falso ideologico nell’inchiesta sul “buco in bilancio” al Comune etneo.
