L’azienda avrebbe predisposto un bilancio straordinario aggiornato al 31 dicembre 2009 e non al 30 giugno 2010 come chiesto dalla giunta comunale. Che infatti ha respinto la proposta di accettare comunque la documentazione
Piove sul bagnato, all’Atm. E le condizioni atmosferiche che non danno tregua alla città di Messina non c’entrano nulla. Qui non c’è da allertare la Protezione civile, piuttosto c’è da trovare un rimedio urgente ad una situazione allarmante. Già perché adesso anche il “superbilancio” dell’Atm, l’ultima occasione per salvare capre e cavoli nell’azienda trasporti, sembra vacillare. Oggi se n’è discusso in giunta comunale, a Palazzo Zanca. Dove è stata respinta una proposta delibera con la quale, sintetizziamo, si chiedeva di accettare la richieste dell’Atm di accettare il proprio bilancio straordinario già predisposto e allo studio di una primaria società di revisione. Perché è stata respinta? Qui nasce il problema: mentre il Comune aveva chiesto all’Atm di predisporre un “bilancio straordinario” aggiornato ad una data non anteriore al 30 giugno, munito di apposita certificazione contabile rilasciata da una primaria società di revisione, l’azienda trasporti avrebbe sì predisposto un bilancio, ma aggiornato non al 30 giugno, bensì al 31 dicembre 2009. Documentazione di fronte alla quale il Comune avrebbe risposto con un “niet”: fermi tutti, così non va. L’azienda trasporti, dunque, dovrà mettersi sotto e rispondere alle esigenze del Comune, ma entro il 31 ottobre, data ultima concessa da Palazzo Zanca. Cioè entro una ventina di giorni. “Mission impossible”, direbbe qualcuno. Ma non sembra esserci via d’uscita.
Del resto va ricordato che nel bilancio di previsione del Comune l’amministrazione aveva inserito solo il debito dell’Atm relativo al 2008 (poco meno di 700 mila euro), spalmando una cifra di 15 milioni di euro nel bilancio pluriennale 2010-2012: 4 milioni per l’esercizio 2010, 5 milioni per il 2011 e 6 milioni per il 2012, «al fine di garantire, a titolo di accantonamento prudenziale, la copertura finanziaria degli oneri connessi al piano di risanamento, fatta salva l’approvazione del consiglio comunale». Così come vanno ricordati altri dati, comprese quelle perdite d’esercizio mai riconosciute dal Comune. I numeri: per gli esercizi 2003 e precedenti, le perdite dell’Atm ammontano a 3,5 milioni di euro, risultanti dal bilancio consuntivo approvato dal consiglio comunale, «sia pure con il parere contrario del servizio economico-finanziario». Nel dicembre 2006, invece, il consiglio comunale ha respinto le delibere di approvazione dei bilanci consuntivi dell’Atm relativi agli esercizi 2004 e 2005, che riportavano rispettivamente perdite di 8,8 milioni e 3,8 milioni di euro. Ad essi si sono aggiunti i consuntivi 2007 e 2008, chiusi con perdite di 3 milioni e di 689 mila euro, mentre il bilancio 2006 chiuse con un attivo di circa 2 mila euro. Nessuno di questi consuntivi è più stato approvato dal consiglio comunale, mentre dall’ufficio partecipate del Comune sono piovute richieste di chiarimenti su tutti e cinque i bilanci.
Da qui la “soluzione” della giunta Buzzanca, la quale aveva preso atto che «si rende necessario definire i rapporti dare-avere tra il Comune e l’Atm, nella considerazione che il consiglio comunale ha respinto i bilanci 2004, 2005 e 2006 e tenuto conto di quanto rappresentato dall’azienda in ordine alle presunte posizioni creditorie vantate nei confronti del Comune». Il tutto legato comunque al fatto che qualsiasi atto «deve essere necessariamente preceduto da una chiara, veritiera e corretta rappresentazione dei valori attivi e passivi dell’Atm, anche al fine di determinare l’eventuale trasformazione dell’azienda in Spa». Passaggio, questo, che adesso pare a rischio.
