Verranno apportate due modifiche alla manovra finanziaria, richieste dal commissario ad acta Garofalo. Verifica delle votazioni: forse venerdì la proclamazione dei consiglieri
Si era diffusa una voce, stamani, a Palazzo Zanca: il commissario ad acta Antonio Garofalo non approverà il bilancio. Notizia che, però, sarebbe infondata e che verrà smentita una volta per tutte probabilmente già mercoledì, quando il funzionario dell’ufficio ispettivo dell’assessorato agli Enti locali inviato da Palermo approverà la manovra finanziaria targata Sinatra, con un paio di modifiche già predisposte e rese note ai revisori dei conti.
I cambiamenti dovrebbero manifestarsi nella riduzione dei debiti fuori bilancio (da 6 a 2 milioni di euro) da estinguere in tre anni, e nella ritrattazione dei fondi per l’Istituzione dei Servizi sociali, messa in liquidazione nei giorni scorsi dal sindaco Buzzanca. Per il resto, la manovra non cambia rispetto a quella esitata dal commissario Sinatra, e prevede tra le entrate più rilevanti l’accensione di prestiti e l’alienazione di immobili e di crediti, mentre l’esborso maggiore sarà per le spese in conto capitale.
Intanto non è ancora stata ufficializzata la squadra di assessori di Buzzanca. Eppure la legge dice che la giunta andrebbe nominata entro dieci giorni dalla proclamazione del sindaco, che è avvenuta il 19 giugno scorso. Dunque teoricamente già tra oggi e domani Buzzanca dovrebbe ufficializzare i nomi degli assessori, anche se pare che stia attendendo notizie più precise dal seggio centrale sui numeri ottenuti dai candidati al consiglio comunale.
Da questo punto di vista procede, seppur lentamente, la macchina elettorale. Stamani il seggio centrale riunito nell’aula consiliare di Palazzo Zanca e presieduto dal magistrato Ferdinando Licata ha superato quota 190 sezioni: tra giovedì e venerdì, dunque, dovrebbe avvenire la proclamazione degli eletti, anche se è facile prevedere che, con il caos generatosi, alla chiusura dei lavori pioveranno i ricorsi di candidati rimasti fuori dai giochi per una manciata di voti. Rimane il dato più sconcertante: due settimane fa si chiudevano le urne e ancora oggi nulla di ufficiale è emerso.