Entro venerdì dovranno essere votati i due documenti, pena lo scioglimento anticipato del parlamento regionale. Monito del presidente Cascio: «Esaminati solo 100 dei 400 emendamenti al bilancio, la Finanziaria ha 145 articoli e 4.700 emendamenti. Invito i deputati a iniziare con un altro passo»
Lo diciamo subito a scanso di equivoci: difficile, molto difficile che i parlamentari regionali si scavino la fossa da soli, causando con l’ostruzionismo ad oltranza su bilancio e finanziaria lo scioglimento dell’Ars. Per un motivo banale e forse poco “elegante”: manca ancora qualche mese perché gran parte dei deputati maturino la ricca pensione che spetta agli onorevoli siciliani. Certo è che a Palazzo dei Normanni stanno giocando col fuoco. La discussione sul bilancio è ripresa stamattina alle 9.30, dopo una nuova giornata di impasse. Il punto è che se entro venerdì non verranno votati sia il bilancio che la finanziaria (vero ostacolo “monstre”), l’Assemblea regionale siciliana verrà sciolta e si tornerà a votare.
A ricordare a tutti a quale gioco si sta giocando ci ha pensato il presidente dell’Ars Francesco Cascio, che in chiusura di lavori, ieri sera, a lasciato partire un monito che ha echeggiato tra le pareti di Sala d’Ercole: «Abbiamo esaminato solo 100 dei 400 emendamenti al bilancio, ci aspetta una finanziaria di 145 articoli con 4.700 emendamenti dei quali 700 aggiuntivi e un maxi emendamento del governi su cui immagino che il dibattito sarà impegnativo. Invito i parlamentari iniziare con un altro passo e a tentare di dialogare sulle ragioni per trovare punti di contatto». Logico che a questo punto inizieranno una serie di sedute “parallele” a quella d’aula, nei corridoi e nelle salette di Palazzo dei Normanni. Trattative, tira e molla, petti gonfiati da parte di chi ha presentato qualche emendamento più degli altri e sa di avere buona parte del manico del coltello tra le proprie mani. Alla fine la “politica” trionferà. E i siciliani capiranno ben poco di un balletto che stona e non poco con le difficoltà quotidiane di noi comuni mortali.
