Il bilancio e quegli indirizzi “ignorati”, affondo dell’Udc: «Buzzanca continua a fare quello che vuole»

Il bilancio e quegli indirizzi “ignorati”, affondo dell’Udc: «Buzzanca continua a fare quello che vuole»

Il bilancio e quegli indirizzi “ignorati”, affondo dell’Udc: «Buzzanca continua a fare quello che vuole»

martedì 28 Dicembre 2010 - 11:06

Nella manovra di riequilibrio il consiglio comunale aveva approvato due emendamenti (per il Tfr del personale di Palazzo Zanca e per il Teatro) presentati dal partito di Casini, al momento disattesi. Greco e gli altri: «Comportamento scorretto, vergogna totale»

A sentirli parlare sembrerebbero consiglieri d’opposizione, non certo di un partito che è parte integrante della maggioranza e che conta quattro assessori, vicesindaco compreso, in giunta. Eppure accade anche questo nel sempre più complicato mosaico della politica locale. L’Udc attacca e lo fa frontalmente, difendendo sulla carta le prerogative dell’intero consiglio comunale ma rivendicando, in realtà, un peso politico che viene evidentemente ignorato dal sindaco e dall’Amministrazione. Ennesimo motivo del contendere (perché non è certo questo il primo episodio di scollamento), la manovra di riequilibrio di bilancio approvata dal consiglio comunale nell’ottobre scorso, della quale alcuni indirizzi proposti proprio dall’Udc e passati all’unanimità sono stati, al momento, disattesi. Diciamo al momento, perché ci sarebbe tempo fino al 31 dicembre, dopodiché inizierà la nuova gestione. Si tratta dell’emendamento da 700 mila euro presentato da Marcello Greco col quale si chiedeva il pagamento delle indennità di fine rapporto del personale ex legge 285/77 e di quello da 60 mila euro presentato da Giorgio Muscolino per il contributo al teatro Vittorio Emanuele. Entrambi sono passati all’unanimità, entrambi finora non hanno avuto seguito (ma non è detto che nelle prossime ore non possa cambiare qualcosa, almeno per il secondo).

Il ragioniere generale Ferdinando Coglitore aveva dato parere negativo all’emendamento di Greco, ritenendo la materia di competenza della giunta. «Cambia poco – ha spiegato stamani in conferenza stampa Greco – perché noi l’indirizzo l’abbiamo dato e la giunta avrebbe dovuto eseguirlo». L’attacco, dunque, è al dirigente ma evidentemente è rivolto anche alla giunta. «E’ un fatto gravissimo – ha incalzato Greco – innanzitutto perché viene disatteso un indirizzo del consiglio comunale, ma soprattutto perché si provoca un immenso danno erariale. Parliamo di oltre 4 milioni di euro, perché ci sono sentenze che hanno consentito a chi avviava azione giudiziaria di ottenere 25 mila euro, invece dei 6.800 che avremmo stanziato noi evitando i contenziosi. E invece riscontriamo il silenzio dell’assessore al Bilancio Miloro, il silenzio del ragioniere generale. Una vergogna totale». Posizione condivisa dagli altri consiglieri presenti alla conferenza stampa, da Mario Rizzo a Domenico Guerrera, con Giuseppe Melazzo che è andato oltre: «Chi provoca un danno erariale del genere andrebbe sanzionato».

Al di là dell’aspetto specifico, c’è un problema politico più grande perché, come detto, l’Udc è parte integrante dell’Amministrazione. «Il problema c’è – ha ammesso il capogruppo Bruno Cilento – nell’ultimo periodo ci sono stati contrasti e divergenze. Ma questo non è un buon motivo per uscire dalla giunta, tanto per essere chiari. Del resto anche il capogruppo del Pdl ha chiesto una maggiore comunicazione. E’ chiaro che nel 2011 si dovrà risolvere questo problema noi non staremo a guardare passivamente ciò che succede. Questo non significa entrare necessariamente in contrasto col resto della giunta, ma è legittimo avere una linea difforme da quella del sindaco. Certo è che non ci si può rimproverare di incoerenza, perché noi abbiamo fatto votare questo sindaco e lo sosteniamo ancora oggi, abbiamo fatto votare questo presidente della Regione e lo sosteniamo ancora oggi. I problemi sono in casa d’altri: manca il Pdl, manca il Pd, manca l’opposizione. E finché continuerà questa situazione, Buzzanca continuerà a fare quello che vuole». E meno male che a Natale siamo tutti buoni.

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