Il centrodestra ha la guerra in casa: gli “astenuti- rispondono a Capurro

Il centrodestra ha la guerra in casa: gli “astenuti- rispondono a Capurro

Redazione

Il centrodestra ha la guerra in casa: gli “astenuti- rispondono a Capurro

venerdì 19 Dicembre 2008 - 13:25

Prosegue la polemica dopo il voto sui poteri speciali. Fazio, Melazzo e Pergolizzi: «Quelle del capogruppo scelte personalistiche». Chiarella: «Nessuna sfiducia». L'Mpa: «Niente cabine di regia»

La miccia è stata accesa due giorni fa in consiglio comunale, oggi la bomba è definitivamente scoppiata. La guerra interna al centrodestra di Palazzo Zanca prosegue, una guerra a suon di comunicati e di parole grosse. Dopo l’uscita di ieri di Pippo Capurro, capogruppo del Pdl, che aveva definito “un’imboscata- a Buzzanca l’astensione di sei consiglieri di maggioranza dal voto sull’affidamento dei poteri speciali al sindaco, oggi è toccato proprio agli “astenuti- replicare.

Lo hanno fatto, nel Pdl, Antonio Fazio, Giuseppe Melazzo e Nello Pergolizzi: «Sin dall’inizio della legislatura – scrivono i tre – i sottoscritti consiglieri sono stati i più costanti in termini di attività propositiva, presenza in aula consiliare e di commissione, oltre che coloro i quali hanno partecipato al maggior numero di votazioni sugli atti deliberativi determinando, nei fatti e non a parole, come altri, il proprio costante, leale e decisivo supporto all’Amministrazione Comunale che, d’altronde, hanno contribuito a far prevalere nelle ultime elezioni».

«Né può essere posto in dubbio – proseguono – da chi è stato coerente solo nell’appoggiare costantemente, negli anni, il sindaco, ora di centrodestra, ora di centrosinistra, il rapporto nei confronti dei propri “deputati nazionali e regionali di riferimento-, rispetto ai quali sussiste un indiscusso rapporto di sincera stima e vicinanza personale, consolidatosi negli anni, di natura certamente differente rispetto a quello del consigliere Capurro. Lo spiacevole malinteso, perché solo di ciò si tratta, che si è consumato nell’aula consiliare, nel corso della discussione sulla proroga dei poteri speciali, è stato determinato solo ed esclusivamente dalla personalistica presa di posizione da parte del sig. Capurro, che malgrado la ventennale, plurilaterale esperienza politica, ha portato avanti, come in altre occasioni, estemporanee ed eterodirette scelte individualistiche, non concordate con il gruppo e non condivise. Al fine di sgomberare il campo da inutili speculazioni, si ribadisce che la delibera presentata dal consigliere Fazio mirava esclusivamente a sottolineare l’importanza per la Città di Messina della proroga dei poteri speciali, senza entrare nel merito di chi dovesse materialmente esercitare gli stessi, rientrando tale scelta tra le competenze del Presidente del Consiglio dei Ministri».

«Ritenendo, comunque, superato l’accaduto – concludono Fazio, Melazzo e Pergolizzi – i sottoscritti continueranno coerentemente a svolgere con impegno, spirito di appartenenza, coscienza e “libero giudizio- la propria attività politico-amministrativa nell’esclusivo interesse della Città di Messina».

Anche Peppe Chiarella, capogruppo di Forza Azzurri, dice la sua e chiarisce: «I motivi dell’astensione, come coerentemente espresso nella competente commissione, non devono essere pretestuosamente lette come una sfiducia all’amministrazione o al sindaco Buzzanca, al quale rinnovo la mia stima, fiducia e sostegno, bensì come una valutazione di sostanza e non, di forma o scorrettezza politica, considerato che sarà il governo nazionale che deciderà a cui attribuire tali poteri. Deontologia politica vuole che ogni decisione, emendamento, delibera vengano preventivamente discusse all’interno della coalizione e che non debbano essere accettate passivamente le proposte non concordate».

L’ultima parola spetta all’Mpa, che con un documento firmato dal capogruppo Sebastiano Tamà e dai consiglieri Antonio Restuccia e Antonino Spicuzza spiega le ragioni dell’astensione, nonostante lo stesso Tamà fosse firmatario dell’emendamento “incriminato-: «E’ forte l’esigenza di fare, definitivamente, chiarezza sulle dinamiche pre e durante i lavori d’aula, per quanto riguarda l’operato della maggioranza della quale, tutt’oggi, ci fregiamo di fare parte. In un incontro dei capigruppo di maggioranza sulla modalità di conduzione dei lavori d’aula, si era stabilita una linea di condotta che non prevedeva la presentazione di alcun emendamento, cosa che è stata regolarmente disattesa. In virtù di quanto sopra è sembrato, nel corso dei lavori d’aula, superfluo l’emendamento presentato dalla maggioranza visto che quello presentato dal centrosinistra rafforzava l’imparzialità della proposta di Fazio».

«Sembra superfluo – aggiungono Tamà e gli altri – ma assolutamente doveroso chiarire che sedere sugli scranni dell’aula consiliare per volontà degli elettori non è cosa da poco sul piano dell’impegno e che condividere una linea politica, un programma, una ideologia nonché un’alleanza significa costante e reciproca tolleranza, con un impegno quotidiano alla politica “del fare-. L’esercizio di tale alleanza presuppone dinamiche fluide e concertate senza alcuna appropriazione da qualsiasi parte e, pertanto, senza alcuna “cabina di regia- che passo passo programmi le azioni da esercitare sulla scena. La “confusione- gestuale sulla firma dell’emendamento (Tamà era tra i firmatari del documento “incriminato-, ndr) è figlia di una ancora iniziale lettura politica degli avvenimenti che vengono scanditi, spesso, in modo aritmico e senza la necessaria propedeutica esplicitazione».

«Non ci sono e non ci saranno retropensieri o imboscate – conclude il documento dell’Mpa – perché ci riteniamo fedeli agli impegni dichiarati e dimostrati ogni volta che in aula si sono discussi argomenti di interesse per l’amministrazione e per la città, e sin da subito diffidiamo chiunque voglia utilizzare “l’incidente d’aula- con argomenti di “bassa cucina-».

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