Gli autonomisti: «Non vanifichiamo il successo delle regionali». La partita più in bilico è quella per la Provincia, dove l'Mpa potrebbe puntare su Lo Monte. E D'Aquino rimane in stand-by

Si apre oggi la settimana decisiva per definire gli assetti del centrodestra in vista delle prossime amministrative. Sarà una sequela di eventi e decisioni -a cascata-, che dovrebbe portare entro venerdì (ma il condizionale è d’obbligo) alle scelte definitive sulle candidature. Domani iniziano le consultazioni al Quirinale per la composizione del governo Berlusconi e già giovedì potrebbe essere definita la lista dei ministri, per la quale manca solo qualche tassello da mettere a posto. Quasi contemporaneamente si dovrebbero delineare gli assessorati della giunta Lombardo, nodo cruciale per sbloccare poi le candidature nei comuni e nelle province.

In questo quadro però arriva la presa di posizione del Mpa, che ancora una volta ribadisce l’importanza dell’alleanza con Udc e Pdl ma al tempo stesso non accetta di essere messa ai margini, e nella sostanza chiede almeno una delle poltrone che contano. «L’Mpa – si legge in una nota – invita a concordare nelle prossime ore candidature, ovvero a convocare una selezione attraverso le primarie, da tenersi entro domenica prossima, almeno per i vertici dei maggiori Enti locali, guardando soprattutto ad alte personalità non necessariamente legate alla logica della appartenenza di schieramento e tanto meno di partito». Organizzare delle primarie entro domenica appare abbastanza utopistico, ma la richiesta del Mpa potrebbe rivelarsi un nuovo gioco al rialzo, un modo per far capire -Ci siamo anche noi-.

Così anche a Messina nulla può essere dato per scontato, soprattutto per la Provincia, considerato che per Palazzo Zanca rimane in pole position Giuseppe Buzzanca. Palazzo dei Leoni è ambito anche perché considerato meta sicura per il centrodestra, e non è detto che nel puzzle regionale che andrà delineandosi proprio la Provincia di Messina non diventi quella più ambita dall’Mpa. A Palermo in pole c’è l’Udc col segretario Saverio Romano, mentre a Catania la questione è più delicata, col Pdl che avrebbe -prenotato- Comune e Provincia con Castiglione (Fi) e Stancanelli (An) mentre l’Mpa ha già detto chiaro e tondo di non voler stare con le mani in mano proprio nel -feudo- di Lombardo.

Tornando a Messina, è cosa nota che il nome indicato lontano dalla città sia da tempo quello di Nanni Ricevuto, ma sono tante le forze che spingono in altre direzioni. All’interno del Pdl stesso Giuseppe Santalco non ha mai fatto mistero di ambire al ruolo di successore di Leonardi, ma è soprattutto Antonio D’Aquino a battere i pugni sul tavolo, rivendicando una poltrona, nonostante lui ufficialmente sia in stand-by. Le voci che lo vogliono vicino proprio all’Mpa non sono uscite a caso: di fatto D’Aquino non sarebbe propenso a -cedere- il suo importante bacino di voti senza nulla in cambio, da qui la -minaccia- politica di cambiare casacca. Al tempo stesso proprio l’Mpa avrebbe pronto un nome da proporre per Palazzo dei Leoni, l’unico spendibile in città ovvero quello di Carmelo Lo Monte, punto di riferimento del partito in città, appena rieletto deputato alla Camera. Anche qui sarà importante la composizione del governo nazionale: l’Mpa non avrà il ministero chiesto da Lombardo ma potrebbe ottenere qualche sottosegretario, se uno di questi dovesse essere Lo Monte, allora difficilmente ambirebbe anche alla Provincia, in caso contrario l’ipotesi di una sua candidatura sarebbe tutt’altro che campata in aria.