Centrodestra spaccato. Briguglio (An) sulle giunte: «Questo è banditismo politico»

Centrodestra spaccato. Briguglio (An) sulle giunte: «Questo è banditismo politico»

Redazione

Centrodestra spaccato. Briguglio (An) sulle giunte: «Questo è banditismo politico»

martedì 15 Luglio 2008 - 11:03

Il deputato nazionale annuncia ricorso contro la squadra di Ricevuto, -reo- di aver escluso il designato Laface. La prima resa dei conti nei consigli comunale e provinciale

Il centrodestra a Messina è spaccato, inutile girarci attorno o continuare a stare col prosciutto sugli occhi. Una spaccatura evidente non solo tra i partiti che compongono la coalizione, ma anche all’interno delle stesse compagini tra le varie anime o correnti che convivono forzatamente. Oggi, all’indomani della tornata elettorale che ha di fatto premiato la famosa -fuga in avanti- di Buzzanca e Ricevuto portandoli al potere, tutti i nodi vengono al pettine, e si ripresentano quelle voci dissidenti che proprio al momento della decisione delle candidature erano venute fuori, per quello che fu il -peccato originale- da cui scaturì, poi, l’altro episodio determinante, la mancata nomina di Santi Formica nella giunta Lombardo. Così non ci si può stupire se la corrente Corona-Germanà è sul piede di guerra, se a Lo Monte e all’Mpa non tornano più i conti, se il gruppo Briguglio, per arrivare all’attualità di oggi, dichiara guerra agli alleati. Non ci si può dimenticare che fu proprio un esponente di questo gruppo, Pippo Currenti, a presentare ricorso e a prendere il posto di Buzzanca all’Ars nell’ultima legislatura, così come non può passare inosservato il fatto che il cognato di Buzzanca guidava una lista avversaria dello stesso Briguglio a Taormina, dov’era candidato a sindaco.

Tutte osservazioni che oggi sono state sciorinate da Carmelo Briguglio in una conferenza stampa in cui era affiancato da Currenti e da Giuseppe Laface, assessore in un primo momento designato da Ricevuto e poi lasciato fuori dalla giunta annunciata sabato. Un atto che, Briguglio non esita a dirlo, «viola la legge», perché gli assessori designati vanno poi nominati. Una tesi confortata da una sentenza del Tar di Catania dell’ottobre 2007 relativa a un ricorso presentato nei confronti del sindaco di Barcellona Candeloro Nania. In quel caso il Tar dichiarò inammissibile il ricorso solo per -difetto di giurisdizione-, in quanto la decisione spettava al Tribunale civile, ma affermò che «laddove esso consegue alla avvenuta designazione in sede di presentazione del programma elettorale al momento della candidatura, l’assegnazione dell’incarico di assessore è esercizio, nel sistema regionale siciliano, di una attività obbligatoria e non discrezionale».

Dunque Laface, ma come lui, a questo punto, anche D’Aquino, Fusco e Magazzù alla Provincia e Currò, Germanà e Retto al Comune, andavano nominati assessori. Laface presenterà ricorso, probabilmente entro la fine della settimana, ed è proprio la sua esclusione dalla giunta Ricevuto che scatena gli strali lanciati oggi da Briguglio. «Il gruppo Briguglio ha sostenuto Buzzanca e Ricevuto – afferma il deputato – nonostante avrebbe potuto anche avere i motivi per non farlo. La composizione delle giunta al Comune e soprattutto alla Provincia sono atti di banditismo politico». Parole pesanti, prologo a osservazioni ancora più pesanti: «Tutto questo lascia intravedere un futuro poco trasparente. Mi dicono che anche il direttore generale che Ricevuto intende nominare, secondo quanto sostiene l’Udc, non avrebbe i requisiti richiesti. Noi diffidiamo l’amministrazione provinciale ad operare in questo modo e invitiamo l’autorità giudiziaria a vigilare».

«Ricevuto – prosegue Briguglio – deve dare garanzia che attorno a lui non ci siano personaggi non in grado di garantire la trasparenza per via di procedimenti giudiziari ancora in corso che li vedono coinvolti, come Oro Grigio e la persona di Umberto Bonanno, che mi dicono sia stato estremamente operativo in campagna elettorale. Qui siamo alla rottura di ogni regola di etica pubblica». Briguglio ne ha anche per il presidente provinciale del suo stesso partito, An, il sindaco Buzzanca: «E’ uno e trino – osserva – lui è l’unico amministratore in Italia ad avere tre cariche, quella di sindaco, di deputato regionale e di presidente di un partito. Un fatto che non è consentito dallo Statuto di An, lo reputo un atto di scorrettezza». Un chiaro invito alle dimissioni dal vertice del partito. Ma si preannuncia -guerra- anche al Comune: «Il nostro 2,50 per cento (in consiglio è stato eletto Canfora nella lista Conservare il Futuro, ma anche Pergolizzi nella lista Pdl) è stato evidentemente determinante per la vittoria al primo turno. Mentre a Taormina una lista con congiunti di Buzzanca era contro di me, io ho ricordato a me stesso di essere un dirigente di questo partito e che non potevo permettermi nessuna -vendetta-».

Nei fatti è ampiamente pronosticabile un primo sgambetto, peraltro preannunciato anche da esponenti del Pdl, in occasione della prima seduta del consiglio comunale, quando si dovrà eleggere il presidente: «Allo stato delle cose non può esserci alcun vincolo di appartenenza al centrodestra – afferma Briguglio – non si può pensare di rompere le regole da una parta e di ricomporre tutto dall’altra. Credo però che la priorità, a questo punto, sia ricostruire l’unità politica e culturale del centrodestra. Il Pdl non ha datu un grande spettacolo – ammette in conclusione – e questa non è una vera elezione diretta. Per questo auspico un ritorno alla normativa precedente e alla doppia scheda». Quel famoso voto disgiunto che in proporzioni maggiori avrebbe senz’altro fatto la differenza.

(nelle foto Currenti e Briguglio, Ricevuto e Buzzanca)

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