Il centrodestra è in subbuglio, il sindaco non ci sta. E medita...

Il centrodestra è in subbuglio, il sindaco non ci sta. E medita…

Redazione

Il centrodestra è in subbuglio, il sindaco non ci sta. E medita…

giovedì 18 Dicembre 2008 - 15:12

Strascichi oggi a Palazzo Zanca dopo il consiglio comunale di ieri. «Chi si è astenuto dal voto ha assessori in giunta, così non si può andare avanti». Gli astenuti: «Noi almeno in aula ci stiamo...»

Non c’è un attimo di pace a Palazzo Zanca. Dopo la -burrasca- provocata dal senatore Gianpiero D’Alia, dopo l’addio (o arrivederci?) di Pippo Trischitta al Pdl, con conseguente inaugurazione del Gruppo Misto, dopo i contrasti interni all’Udc tra le correnti D’Alia e Naro, ieri una nuova spaccatura nella maggioranza ha riacceso gli animi. L’antefatto, come riportiamo in altro articolo, è il disco rosso del Consiglio comunale all’emendamento presentato da alcuni esponenti del centrodestra, tra cui il capogruppo del Pdl Pippo Capurro, che aggiungeva alla semplice proroga dei poteri speciali, al momento in mano al prefetto, la -postilla- del trasferimento di sede dei poteri speciali stessi: dal Palazzo del Governo al Comune, e precisamente al sindaco Giuseppe Buzzanca.

Un emendamento voluto dallo stesso Buzzanca e appoggiato, ieri in aula, dall’assessore alla Mobilità urbana Melino Capone, e che in questi toni assumeva, dunque, i contorni di una sorta di fiducia al sindaco. Sei consiglieri del centrodestra, invece, hanno detto -nì-, astenendosi dalla votazione e aprendo, di fatto, uno squarcio nella coalizione. Quattro sono addirittura del Pdl, Pergolizzi, Melazzo, Fazio e il capogruppo di -Forza Azzurri- Chiarella, mentre gli altri due astenuti sono Antonio Spicuzza e Sebastiano Tamà dell’Mpa. Tamà che, tra l’altro, era tra i firmatari dell’emendamento stesso, il che ha fatto storcere ancor di più il naso a Capurro e company.

Gli strascichi polemici sono giunti fino a oggi, naturalmente, quando nei corridoi di Palazzo Zanca non si discuteva d’altro. «Chi ieri si è astenuto ha assessori di riferimento in giunta – ha affermato un Capurro visibilmente contrariato – che vanno sostenuti anche con il voto in aula. Così non si può andare avanti e chiederò al sindaco di prendere provvedimenti». Gli -astenuti-, dal canto loro, non ritengono di aver sfiduciato il sindaco, e alcuni di essi contrattaccano ricordando che loro, a differenza di altri, in aula ci sono sempre. Una evidente frecciata a chi, effettivamente, colleziona troppe assenze, un altro problema che lo stesso Capurro aveva sottolineato più volte e che verrà portato all’attenzione del sindaco. Qualcun altro sostiene che con quell’emendamento la maggioranza si è -castrata- da sola, in quanto come segnale sarebbe bastato bocciare il primo emendamento, quello che chiedeva la conferma di Alecci come commissario per l’emergenza viabilità. Una -finezza politica-, viene rimproverato, non colta da chi di dovere.

Buzzanca, dal canto suo, pare sia molto amareggiato dell’accaduto, anche perché lui si era già esposto con i referenti nazionali chiedendo che i poteri speciali gli venissero affidati. Il che, d’altra parte, con un governo -amico- non dovrebbe essere un problema, mentre diventa delicata la questione consiglio comunale, con una coalizione che scricchiola sempre di più e una giunta che, a questo punto, potrebbe anche cambiare volto.

(nelle foto di Dino Sturiale: Buzzanca e Capurro)

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